Salute

Caltanissetta, manifestazione regionale contro l’autonomia differenziata: “Meloni ci vuole per sempre vassalli”

Redazione 2

Caltanissetta, manifestazione regionale contro l’autonomia differenziata: “Meloni ci vuole per sempre vassalli”

Sab, 15/04/2023 - 13:09

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“Una grande mobilitazione di piazza, oggi a Caltanissetta, per dire NO all’autonomia differenziata portata avanti dal governo Meloni con la complice accettazione della giunta siciliana guidata da Schifani. Il PD siciliano si oppone fortemente a questo processo, secessionista nei fatti, che rischia di dividere il Paese in due: da un lato il Nord ricco che drena risorse, con sanita’ eccellente e servizi di primo livello e un Mezzogiorno e la Sicilia, dall’altro, sempre piu’ depresso e lontano dagli standard europei soprattutto nel campo della sanita’ e della scuola senza dimenticare le infrastrutture”.

Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, a margine dell’iniziativa di piazza contro l’autonomia differenziata, in corso a Caltanissetta ed indetta da Cgil, Uil, Arci, Legacoop, Anpi, Ali-Autonomie, Arci e Uisp. “L’Autonomia differenziata – aggiunge – condanna la Sicilia a un futuro da vassalli dei leghisti.

Per questo il PD oggi partecipa in massa con i propri quadri dirigenti, la segreteria, la direzione, i militanti,le federazioni provinciali, la deputazione regionale e nazionale. Faremo le barricate in ogni sede, dai piccoli comuni, alle citta’ metropolitane, all’Ars ed ovviamente in Parlamento nazionale. Abbiamo gia’ predisposto un odg che sara’ depositato in tutti gli Enti locali siciliani e siamo pronti a indire una mobilitazione di piazza per chiedere a Schifani di ritirare la propria firma al progetto, apposta in conferenza Stato-regioni”.

Dichiarazioni anche da CGIL Sicilia presente in massa nel capoluogo del centro della Sicilia. Una campagna di raccolta firme per chiedere al presidente della Regione di ritirare la sua adesione al progetto di autonomia differenziata del governo. E’ la proposta lanciata dal segretario generale della Cgil siciliana, Alfio Mannino, nel suo intervento

 “E’ una battaglia importante – ha detto Mannino – per diritti fondamentali come quelli alla sanità, all’istruzione, alla mobilità, per il futuro dei nostri giovani. Se non otterremo risposte nei termini di politiche per lo sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorni la mobilitazione continuerà”. Mannino è tornato anche sull’idea del ministro Calderoli di destinare ai Lep le risorse del Fondo di sviluppo e coesione. “E’ vero che si tratta di residui non spesi – ha detto il leader sindacale -, ma non certo per colpa dei siciliani che finirebbero col pagare due volte i costi della inadeguatezza della politica”. Mannino ha sottolineato le tante contraddizioni di una misura che “renderebbe più forti le regioni forti e più deboli quelle deboli, che non sarebbero in grado di gestire molte competenze. Lo strapotere delle regioni depotenzierà ancora di più le autonomie locali. I diritti e la loro esigibilità – ha detto ancora – verrebbero frantumati così come l’unitarietà dello Stato. Si potranno curare solo i più abbienti che praticheranno ancora di più la migrazione sanitaria, portando ulteriori risorse nelle casse degli ospedali di altre regioni”. E per quanto riguarda l’istruzione “l’autonomia potrebbe riguardare la didattica, le graduatorie, i contratti. Si determinerebbe cioè un Paese a più velocità anche in questo importante ambito, cioè un Paese diviso”, ha concluso il leader della Cgil Sicilia.

 “Oggi siamo in piazza per dire no a un provvedimento che abbasserà l’asticella dei diritti, a partire da quelli fondamentali come la salute e l’istruzione. Lo gridiamo da una piazza, Caltanissetta, ultima nella classifica del Sole24 ore per qualità della vita, per spopolamento dovuto alla mancanza di lavoro, per la mancanza di infrastrutture. Diciamo no all’autonomia differenziata da una regione come la nostra, da sempre a statuto speciale che non ha mai funzionato”. Così la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, dal palco di corso Umberto di Caltanissetta, dove si è tenuta una manifestazione contro l’autonomia differenziata. “Da sempre – ha aggiunto – rivendichiamo misure per lo sviluppo e l’occupazione. Investimenti. Chiediamo gli stessi servizi, le stesse opportunità che hanno le regioni del Nord. L’autonomia differenziata per funzionare bene ha bisogno di risorse che nella legge Calderoli non ci sono. Non basta definire i Lep e i Lea senza che a questi vengano destinate le risorse necessarie. Chiediamo livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in modo uniforme sul territorio nazionale. Investire sul territorio – sottolinea – è l’unico strumento che crea sviluppo e occupazione per eliminare disparità e arretratezze del Paese. La sanità che già gestisce autonomamente i fondi trasferiti dallo stato ne è un esempio inequivocabile. La Sicilia paga 250 milioni l’anno per migrazione sanitaria a fronte della Lombardia che per la stessa voce incassa 1 miliardo l’anno. La Sicilia risulta terz’ultima tra i sistemi sanitari regionali e questo ha come diretta conseguenza una migrazione sanitaria quantificabile in ben 314 mila ricoveri nelle regioni del nord Italia. La Sicilia è un’Isola dove curarsi è un privilegio. Dove anziché vedere aprire o potenziare strutture sanitarie le vediamo chiudere. Per non parlare della carenza di medici e personale sanitario. Il nostro sistema sanitario è al collasso. Inoltre, non possiamo accettare una scuola così come predisposta dal Governo. È un attacco ai diritti, un inaccettabile frammentazione del sistema scolastico che avrà la sola conseguenza di aumentare le disuguaglianze tra territori, penalizzando il diritto allo studio”. Secondo i dati dello Svimez in Sicilia i ragazzi stanno in classe 100 ore in meno all’anno rispetto quelli del nord. Per non parlare dell’abbandono scolastico, la Sicilia è al primo posto per dispersione scolastica a livello nazionale. “Le ricadute di questo provvedimento – afferma Lionti – saranno pesantissime e coinvolgeranno tutti i settori. Non ce lo possiamo permettere. Noi non diciamo del noa prescindere. Noi diciamo no a una politica che penalizza, sempre di più i più deboli e i più poveri. Una politica che continua a spaccare il Paese”.

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