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Caltanissetta, la “L. Radice” apre le porte della scuola a due bambine ucraine

Redazione 2

Caltanissetta, la “L. Radice” apre le porte della scuola a due bambine ucraine

Lun, 14/03/2022 - 18:52

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Questa mattina Caltanissetta si è svegliata sovrastata da una giornata grigia ma per due bambine Ucraine, sulle ringhiere del cancello della scuola Lombardo Radice, brillava il giallo del sole e l’azzurro del cielo.

Colori familiari di una terra che da 18 giorni è martoriata dalle bombe, dai carri armati e dalla prepotenza di una Nazione che ha deciso di oltrepassare i confini nazionali invadendo un altro territorio.

Una terra, quella Ucraina, che in tanti hanno dovuto abbandonare e non si sa nemmeno se – e quando – potranno tornare a casa. Profughi in cerca di un luogo nel quale ricominciare una nuova vita o quantomeno provare a ritrovare quella che veniva considerata una “normalità”.

Per il momento, per una di queste famiglie la “casa”, intesa non soltanto come un tetto sopra la testa ma un “focolare domestico” nel quale rifugiarsi e ritrovare serenità, è diventata Caltanissetta. Nel “cuore” della Sicilia queste persone hanno trovato un popolo che li aspettava per accoglierle con affetto.

“La nostra scuola ha avuto il privilegio di accogliere due bambine ucraine. Al loro arrivo hanno ricevuto un caloroso benvenuto” c’è scritto sul profilo social dell’istituto scolastico nisseno diretto da Bernardina Ginevra. All’ingresso, infatti, palloncini colorati attendevano le due bambine e, nell’androne i loro nuovi compagni di scuola le hanno accolte sventolando le bandiere Ucraine.

“Oggi inizia per loro una nuova fase della vita. Una fase nella quale hanno salutato la loro terra natia per trasferirsi in altri posti più sicuri al momento – ha commentato la dirigente scolastica -. Siamo felici di poterle vedere tra di noi, siamo consapevoli che non sarà facile farle adattare in questo nuovo luogo, ma raggiungeremo insieme questo obiettivo. Ne sono certa.

Per facilitare l’inclusione scolastica e supportare le nuove alunne nel nuovo contesto di vita, caratterizzato non soltanto da nuovi compagni ma anche e soprattutto da una differente lingua, l’istituto ha pensato di inserire una delle due bambine in una classe nella quale è presente un’alunna che, grazie al suo contesto familiare, è bilingue. Una soluzione che consentirà almeno nei primi tempi di supportare la compagna ponendosi come interprete e traduttrice. “Ce la metteremo tutta per non lasciare indietro queste bambine che non meritano tutta questa sofferenza” ha concluso la dirigente.

Sostenere “la pace”, del resto, vuol dire anche prendersi cura del prossimo.

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