Salute

Mussomeli, Mario Difrancesco:”Come sta in salute l’ospedale? Si ponga fine alla rassegnazione per la inevitabile perdita di un presidio”

Carmelo Barba

Mussomeli, Mario Difrancesco:”Come sta in salute l’ospedale? Si ponga fine alla rassegnazione per la inevitabile perdita di un presidio”

Mer, 17/11/2021 - 08:53

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MUSSOMELI –  Riceviamo dal dott. Mario Difrancesco e pubblichiamo. “Ci sono argomenti di cui periodicamente si parla, magari per poco, magari controvoglia, e probabilmente non se ne vorrebbe parlare. In particolare uno ritorna ciclicamente ed è, indovinate un po’, l’ospedale. Di ospedale si parla ogni volta che c’è una campagna elettorale in vista di una elezione comunale ,regionale o nazionale. E’ stato argomento della campagna elettorale dell’anno scorso per l’elezione del Sindaco e del consiglio comunale ora se ne comincia a parlare forse in vista delle prossime elezioni regionali. Per la elezione del Presidente della Repubblica no, non se ne parlerà, perché i cittadini non votano. Ad aggravare la condizione dell’ospedale, già precaria da tempo, ci si è messo anche il covid per cui, dopo il riscontro di alcuni casi di positività al virus in uno dei reparti, per la cronaca la lungodegenza, la stessa è stata chiusa sine die, privando gli ammalati di un servizio importante. Allora cerchiamo di fare un riassunto di quanto è accaduto in questi recenti mesi. Si inizia con “l’interessamento” di un deputato regionale eletto nel nostro collegio, che visita l’ospedale, si accorge che molte cose non vanno bene e comincia a parlare di potenziamento, di nuovi servizi, di copertura di posti vacanti e di critica alla attuale dirigenza dell’Asp 2, si continua con i consiglieri comunali di opposizione che a maggio si recano in visita ai reparti dell’ospedale, a giugno conferiscono con il dirigente sanitario di presidio con il quale si aggiornano a luglio e a luglio non si rivedono, almeno non se ne hanno notizie. Seguono comunicati dei sindacati del comparto che ci riferiscono che in un incontro con la direzione dell’Asp hanno chiesto la riapertura della lungodegenza e della pediatria e la attivazione di altri reparti previsti dal PSR e che la direzione si sarebbe impegnata a riaprire la lungodegenza a settembre. Poi abbiamo avuto notizie che il Sindaco abbia chiesto un “dossier” sulle criticità dell’ospedale per le iniziative di sua competenza e che lo stesso Sindaco, con l’assessore alla salute e il presidente della commissione comunale salute hanno incontrato il dirigente sanitario di presidio un mercoledì pomeriggio, che la riunione è stata aggiornata al mercoledì seguente , poi al martedì della settimana seguente, poi nessuno ci ha reso edotti sullo stato dell’arte. Di solito l’amministrazione comunale è prodiga ( a mio parere giustamente) di comunicazioni istituzionali che aggiornano la cittadinanza sui problemi del paese, sul covid, sul numero dei positivi, sugli aiuti previsti per chi si trova in difficoltà, sui progetti finanziati o in itinere; sul dossier sull’ospedale e sulle azioni da intraprendere ancora niente. Intanto la lungodegenza resta chiusa e circola la notizia che la gestione della stessa sarebbe stata tolta alla di medicina di Mussomeli per affidarla, come appendice, a quella di Caltanissetta. Ammetto che non capisco la logica di tale scelta strategica, non la capisce nessuno, ma non sono esperto di strategie. Spero solo che facciano marcia indietro su questa decisione. Ad onor del vero bisogna dire che sono stati assunti, con contratti a tempo, spesso in virtù dell’emergenza covid, alcuni medici che hanno alleviato, ma non risolto, i problemi di personale dell’ospedale. Allo stato attuale la chirurgia non funziona per la presenza di due soli medici e qualcuno ha inventato la formula della “Week surgery” cioè di un reparto che è aperto dal lunedì al venerdì e resta chiuso nel fine settimana. Bisogna che ci abituiamo a scegliere anche il giorno cui ci si può sentire male o si può essere vittima di un incidente  o qualcos’altro, e non abbiamo saputo  di qualche accordo intraaziendale che possa prevedere un trasferimento  immediato presso l’ospedale di Caltanissetta avendo la sicurezza di un ricovero. Il Piano Sanitario Regionale ha declassato il nostro ospedale a presidio di zona disagiata, con conseguente demansionamento di alcune unità operative, ma prevede la unità di lungodegenza, quella di riabilitazione, mai attivata, e la pediatria per la quale è bastato un attimo per chiuderla e non ha più riaperto. Di questo ulteriore maltrattamento nessuno parla. Analizzando anche il lessico adoperato, “area disagiata” penso che ognuno di noi creda che alle persone disagiate o alle condizioni di disagio in generale si debba dare un maggiore sostegno e non una spintarella alle spalle per farla cadere! La realtà è che l’ospedale versa in uno stato di grande difficoltà e le persone cominciano a non frequentarlo. Sarà ancora una occasione per dire che poiché l’utenza si riduce, si possono ulteriormente ridurre i posti letto, in un circolo vizioso del gatto che si morde la coda e non sa che la coda è sua. Della modernizzazione della diagnostica e delle terapie praticate, dell’uso delle tecniche chirurgiche più moderne, della necessita anche ti alcuni posti di terapia subintensiva per alcune emergenze e dell’aggiornamento del personale magari parliamo in altre occasioni. Sarebbe ingiusto comunque non riconoscere le difficoltà in cui sono costretti ad operare i medici, gli infermieri e tutto il personale ausiliario e a loro va il nostro GRAZIE più sentito. Cosa mi aspetto da queste mie considerazioni che mi auguro vengano pubblicate? Che il dirigente sanitario di presidio, l’assessore alla salute e la commissione salute facciano una “operazione verità” sulle condizioni dell’ospedale e che da parte della popolazione si ponga fine alla rassegnazione per la inevitabile perdita di un presidio importante per la salute di migliaia di cittadini. (Dr. Mario Difrancesco)

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