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L’APPROFONDIMENTO. Migranti, naufragio con neonato morto: procura Agrigento apre inchiesta

Redazione

L’APPROFONDIMENTO. Migranti, naufragio con neonato morto: procura Agrigento apre inchiesta

Sab, 14/11/2020 - 16:35

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La procura di Agrigento ha avviato un’inchiesta sul caso del naufragio di un gommone avvenuto a 30 miglia a Nord da Sabratha, in Libia, mercoledì scorso, in cui sono morte sei persone, tra cui un bambino di 6 mesi in arrivo dalla Guinea.

I pm di Agrigento, guidati da Luigi Patronaggio, indagano per naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il lavoro degli inquirenti procede a 360 gradi e non si concentrerà solo sul tragico decesso del piccolo Ysuf, che è stato seppellito all’interno di una bara bianca nel cimitero di Lampedusa. L’isola in provincia di Agrigento costituisce anche l’approdo dei primi sopravvissuti, tra cui la madre del neonato. Ma non finisce qui. Open Arms, infatti, ha avviato il trasferimento di tutte le persone soccorse sulla nave quarantena, all’ancora di fronte alle coste di Trapani.

“Finalmente finisce la loro odissea in mare. Che l’Europa garantisca loro una vita libera e serena, quella che ciascun essere umano ha il diritto di avere”, twitta l’organizzazione non governativa spagnola che, in collaborazione con Emergency, anche in questi mesi della pandemia, non ha dimenticato i viaggi della speranza nel Mediterraneo centrale.Proprio uno di questi trasferimenti con mezzi di fortuna ha causato la morte di 6 persone, tra cui il piccolo guineiano di 6 mesi.

Un tragico bilancio dopo il naufragio di un gommone, rintracciato nel Mediterraneo centrale, a 30 miglia a Nord della città libica di Sabratha, mercoledì scorso, e poi affondato. L’imbarcazione, già in precarie condizioni, è collassata e il fondo ha ceduto facendo finire in acqua i passeggeri, secondo quanto ricostruito anche dalla guardia costiera italiana, intervenuta anche per la “particolare gravità” dello stato di salute di quattro dei migranti salvati (due bambini, una donna incinta e un giovane uomo). Un centinaio in totale i naufraghi salvati, ma altri come il piccolo Ysuf non ce l’hanno fatta.

Mentre proseguono gli sbarchi con approdo soprattutto in Sicilia, Alarm Phone twitta: “Siamo stati allertati da circa 80 persone in difficoltà nelle acque internazionali al largo della Libia. Abbiamo cercato di informare le autorità ma l’Italia nega la responsabilità e la cosiddetta guardia costiera libica ha smesso di rispondere dopo il nostro primo allarme”. “Europa, agisci ora”, l’appello dell’organizzazione con tanto di punto esclamativo finale. 

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