Salute

Marcello Vara racconta disavventura rientro dal Perù

Carmelo Barba

Marcello Vara racconta disavventura rientro dal Perù

Mar, 21/04/2020 - 13:18

Condividi su:

“Siamo stati trattati come degli animali, ammassati come le pecore, sia nell’autobus per andare da Cuzco all’aeroporto militare di Lima, sia a bordo dell’aereo umanitario della compagnia aerea che ci ha portati da Lima a Milano.

La situazione dei turisti italiani all’estero, specie in Sudamerica, è drammatica. Inoltre l’hotel ubicato nei pressi dell’aeroporto pretendeva l’ulteriore pagamento dell’alloggio da parte dei turisti in attesa del rimpatrio, ma tale alloggio era già stato pagato dall’ambasciata italiana e io mi sono battuto perché gli altri turisti non fossero vittime di questo illecito profitto in una situazione di estremo disagio. Ho fatto ricorso alla polizia peruviana e ho chiesto il suo intervento per denunciare il fatto. Per questo mio interessamento sono stato ringraziato dai turisti italiani che si trovavano in grandi difficoltà.”

Così racconta Marcello Vara che lo scorso 18 febbraio era partito da Caltanissetta, dove vive, per Lima, la capitale del Perù. Da lì s’era poi spostato il 6 marzo a Cuzco per andare a visitare il famosissimo sito di Machu Picchu, l’incredibile fortezza Inca che sorge sulla Ande peruviane.

“Il 15 marzo però –aggiunge- il presidente della Repubblica ha chiuso tutti gli aeroporti e così io, il 23 marzo, non ho potuto fare rientro a Lima. Chiusura che è stata poi reiterata. Io dovevo rientrare in Italia con partenza 13 aprile da Lima e arrivo a Madrid il giorno dopo, quindi da Madrid, sempre il 14 marzo, avevo già biglietto staccato per Roma Fiumicino e da lì per Catania Fontanarossa. In un modo o nell’altro, da Cuzco sono riuscito a rientrare a Lima a bordo di autobus, un viaggio lungo ben 26 ore e abbiamo dovuto pagare 100 euro per il biglietto. Quando sono arrivato a Lima, nell’hotel vicino all’aeroporto, il responsabile del personale ci voleva fare pagare ulteriormente l’alloggio, mettendo in ambasce tanti giovani turisti italiani, dei ragazzi del nord Italia, che erano rimasti senza soldi e piangevano. Io parlo lo spagnolo e sono riuscito a farmi capire dalla Polizia peruviana, e ho impedito questo atto di sciacallaggio. Ho avuto molte difficoltà per rientrare, pretendevano che comperassi un nuovo biglietto, ma grazie a mia sorella che ha inviato foto del mio biglietto già a suo tempo acquistato, abbiamo fatto un viaggio allucinante, ammassati come animali. Ma ringrazio in ogni caso Dio e la nostra ambasciata che adesso sono rientrato a casa mia, ma ci sono ancora molti italiani che hanno difficoltà a rientrare in Italia e faccio un appello a chi di competenza ad occuparsi di questi nostri connazionali che in alcuni casi rischiano di restare vittima di atti di sciacallaggio da parte di speculatori senza scrupoli.”

R.M. “la Sicilia”

Pubblicità Elettorale