Salute

Episodio Cremona: “Summum jus, summa iniustitia” (di don Salvatore Callari)

Carmelo Barba

Episodio Cremona: “Summum jus, summa iniustitia” (di don Salvatore Callari)

Lun, 27/04/2020 - 12:40

Condividi su:

MUSSOMELI –  Il pensiero di don Salvatore Callari sulla vicenda verificatasi nei giorni scorsi in una Chiesa di Cremona:    “Vorrei  tornare   a riflettere sul caso di Cremona :  i carabinieri entrano in Chiesa  con la arrogante e blasfema pretesa di interrompere la messa che era in corso intimando al sacerdote ….. Sempre nel rispetto delle opinioni altrui, mi permetto di rilevare: il diritto romano, che non va archiviato a piacimento, diceva e dice : SUMMUM  JUS   SUMMA   INIUSTITIA.  Traducendo , largamente, si  può dire :  quanto più  si vuole  osservare  il diritto, la legge, nella maniera più stretta, più completa,  si cade   facilmente  nella ingiustizia più chiara , evidente, e lesiva : Non si vuole, qui, negare la necessità delle leggi ( diritto) frutto  della riflessione umana, della saggezza, delle esperienze vissute, e quindi con l’intento di difendere il “diritto” delle persone , di  favorire   la pacifica convivenza , di salvaguardare  il bene comune…. Ma io credo  che sia facile  intuire e dedurre, dalla formulazione  dell’effato latino, che non si può  escludere  che ( almeno talvolta)  l’applicazione rigorosa, rigida della “legge” può diventare una pratica “violazione”  della giustizia e si commette  una “summa iniustitia”, cioè una palesa e grandissima   offesa  alla “ giustizia fondamentale” , quale la vita , la libertà, di cui non si fa cenno nella  disposizione specifica,  quasi a dire che c’è una ovvietà  innegabile e non sopprimibile, perché c’è qualcosa  che va oltre la legge umana  che la trascende  e che induce a sospendere la legge umana. E’ come una interiore  e superiore  “insufflazione” che illumina lo spirito per farlo accostare  alla verità, alla ragionevole opportunità,  dei singoli casi, con quella sapienza e saggezza che va sotto il nome di “buon senso.”

Ha scritto Ernesto Carletti ; “tra  i cinque sensi  dell’uomo , il buon senso non è compreso”. Io direi che è come la suprema lex che va applicata ,  non in dispregio del “diritto” della “legge”umana,  ma in sostituzione  di essa  per la difesa  di un bene più alto, essenziale. Nel caso in questione , per esempio,  al di là  delle rigide disposizioni, pur legittime,(ma in quale ambito ?) data la circostanza  certamente  speciale,      era più conveniente e intelligente e opportuno per rispetto della sacralità dell’azione sacra in corso, segnalare al sacerdote, con civiltà e cortesia,  di evitare, in seguito,   di uscire “  fuori dalle norme” e attenersi ai divieti. Però,  si può   sapere  se gli accordi  del Concordato tra la Chiesa e lo stato sono stati  rispettati ? o ignorantemente e arrogantemente  ignorati ?   La chiesa ha accettato delle limitazioni, con sofferenza  e dando il consenso  legato alla sua autorità La chiesa  non può accettare  interventi che limitano la sua autonomia  nell’organizzare  la vita della comunità cristiana, con la sua competenza pastorale  e non può accettare limitazioni allo svolgimento del culto religioso. E allora come giudicare il comportamento dei carabinieri nel caso citato ?  E con un volo “ pindarico” potremmo  citare la Bibbia che dice :  “E’ meglio ubbidire a Dio, piuttosto che agli uomini.” Almeno  quando la saggezza lo suggerisce, in nome del su lodato “buon senso”. Chiedo scusa agli specialisti in materia, non sono un giurista   e quindi , come si dice, vado a braccio, guidato,    dal buon senso.

Diciamo, Sì ai divieti, ( nell’ambito di competenza ) ma “ Più Sì “ alla verità, alla giustizia, alla autonomia della Chiesa, alla difesa dell’uomo e dei suoi “diritti”, E comunque varrà sempre : SUMMUM JUS SUMMA INIUSTITIA”. ( di Don Salvatore Callari)

Pubblicità Elettorale