MUSSOMELI – Il pensiero di don Salvatore Callari sulla vicenda verificatasi nei giorni scorsi in una Chiesa di Cremona: “Vorrei tornare a riflettere sul caso di Cremona : i carabinieri entrano in Chiesa con la arrogante e blasfema pretesa di interrompere la messa che era in corso intimando al sacerdote ….. Sempre nel rispetto delle opinioni altrui, mi permetto di rilevare: il diritto romano, che non va archiviato a piacimento, diceva e dice : SUMMUM JUS SUMMA INIUSTITIA. Traducendo , largamente, si può dire : quanto più si vuole osservare il diritto, la legge, nella maniera più stretta, più completa, si cade facilmente nella ingiustizia più chiara , evidente, e lesiva : Non si vuole, qui, negare la necessità delle leggi ( diritto) frutto della riflessione umana, della saggezza, delle esperienze vissute, e quindi con l’intento di difendere il “diritto” delle persone , di favorire la pacifica convivenza , di salvaguardare il bene comune…. Ma io credo che sia facile intuire e dedurre, dalla formulazione dell’effato latino, che non si può escludere che ( almeno talvolta) l’applicazione rigorosa, rigida della “legge” può diventare una pratica “violazione” della giustizia e si commette una “summa iniustitia”, cioè una palesa e grandissima offesa alla “ giustizia fondamentale” , quale la vita , la libertà, di cui non si fa cenno nella disposizione specifica, quasi a dire che c’è una ovvietà innegabile e non sopprimibile, perché c’è qualcosa che va oltre la legge umana che la trascende e che induce a sospendere la legge umana. E’ come una interiore e superiore “insufflazione” che illumina lo spirito per farlo accostare alla verità, alla ragionevole opportunità, dei singoli casi, con quella sapienza e saggezza che va sotto il nome di “buon senso.”
Ha scritto Ernesto Carletti ; “tra i cinque sensi dell’uomo , il buon senso non è compreso”. Io direi che è come la suprema lex che va applicata , non in dispregio del “diritto” della “legge”umana, ma in sostituzione di essa per la difesa di un bene più alto, essenziale. Nel caso in questione , per esempio, al di là delle rigide disposizioni, pur legittime,(ma in quale ambito ?) data la circostanza certamente speciale, era più conveniente e intelligente e opportuno per rispetto della sacralità dell’azione sacra in corso, segnalare al sacerdote, con civiltà e cortesia, di evitare, in seguito, di uscire “ fuori dalle norme” e attenersi ai divieti. Però, si può sapere se gli accordi del Concordato tra la Chiesa e lo stato sono stati rispettati ? o ignorantemente e arrogantemente ignorati ? La chiesa ha accettato delle limitazioni, con sofferenza e dando il consenso legato alla sua autorità La chiesa non può accettare interventi che limitano la sua autonomia nell’organizzare la vita della comunità cristiana, con la sua competenza pastorale e non può accettare limitazioni allo svolgimento del culto religioso. E allora come giudicare il comportamento dei carabinieri nel caso citato ? E con un volo “ pindarico” potremmo citare la Bibbia che dice : “E’ meglio ubbidire a Dio, piuttosto che agli uomini.” Almeno quando la saggezza lo suggerisce, in nome del su lodato “buon senso”. Chiedo scusa agli specialisti in materia, non sono un giurista e quindi , come si dice, vado a braccio, guidato, dal buon senso.
Diciamo, Sì ai divieti, ( nell’ambito di competenza ) ma “ Più Sì “ alla verità, alla giustizia, alla autonomia della Chiesa, alla difesa dell’uomo e dei suoi “diritti”, E comunque varrà sempre : SUMMUM JUS SUMMA INIUSTITIA”. ( di Don Salvatore Callari)