Salute

Coronavirus, Burioni: “Chi abita in aree non colpite stia a casa, è l’unica arma”

Redazione

Coronavirus, Burioni: “Chi abita in aree non colpite stia a casa, è l’unica arma”

Dom, 08/03/2020 - 21:20

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Le misure di prevenzione per il coronavirus non devono essere prese solo da chi abita nella zona arancione, anzi: secondo Roberto Burioni bisogna prestare maggiore attenzione proprio dove il virus non si e’ ancora diffuso. “Bisogna continuare ad avere una prevenzione rigorosa al nord, ma quelli che in questo momento devono prendere le precauzioni e stare in casa sono i cittadini delle regioni in cui il virus non e’ ancora arrivato”, dice il virologo in un’intervista a Radio Capital, “Li’ possiamo ancora incidere, ritardare e diluire l’epidemia”.

A proposito dell’assalto ai treni per il sud alle stazioni di Milano, Burioni ricorda come proprio questo sia “il modo migliore per diffondere l’epidemia anche in zone in cui non e’ arrivata. Conviene rimanere dove si e’. Una delle cose che ci puo’ salvare e’ il fatto che se si saturano gli ospedali del nord i malati molto gravi possono essere trasferiti al sud. Ma se l’epidemia si diffonde altrove siamo finiti”. Per combattere il virus, insiste il virologo, “bisogna fare dei sacrifici”. E, in particolare, muoversi il meno possibile: “Stare a casa e’ una cosa tassativa. Non si puo’ combattere quest’epidemia solo limitando i contatti personali il piu’ possibile. Se non si puo’ lavorare da casa si va a lavoro, e si sta attenti a rispettare le distanze e a non stringere la mano. Se si ha un minimo di febbre o un minimo di tosse si sta a casa e non si fa gli eroi”, continua, “e poi non si esce, si sta a casa, non si va al cinema o al ristorante.

Ci saranno altri momenti in cui potremmo rifarci. Questa”, sottolinea Burioni, “e’ l’unica arma che abbiamo. Per una volta nella vita uno vale uno, il virus colpisce tutti, potenti e umili. Ognuno di noi puo’ fare la differenza e deve farla, altrimenti saranno guai. Nel momento in cui le terapie intensive saranno saturate, non solo non potremmo piu’ curare i malati di coronavirus e le morti aumenteranno, ma anche il ciclista che cade e ha una brutta frattura non potra’ avere le cure necessarie. Questo e’ il momento della responsabilita’, dobbiamo cambiare il nostro stile di vita per un po’ di tempo. Dobbiamo stare a casa”. 

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