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Caltanissetta, cresce vertiginosamente il costo della vita: il prezzo del pane rincara, +17%

Redazione

Caltanissetta, cresce vertiginosamente il costo della vita: il prezzo del pane rincara, +17%

Mar, 07/01/2020 - 10:22

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CALTANISSETTA – Dopo la stangata con l’aumento piuttosto sensibile e incisivo sui bilanci familiari del 25% della tassa dei rifiuti deciso dalla giunta comunale di Caltanissetta che ha aumentato il costo annuo del servizio di igiene urbana, c’è ora l’aumento del prezzo del pane. Da oggi, infatti, il prezzo del pane aumenta del 17 % e più precisamente di 40 centesimi al chilo. Il prezzo del pane di grano duro (che è quello di maggiore consumo) passa da 2 euro e 40 centesimi al chilo a 2 euro e 80 centesimi per cui la cosidetta ciabatta di mezzo chilo costa ora 1 euro e 40 centesimi e non più 1 euro e 20 centesimi, e il costo del “quartino” è di 70 centesimi contro i 60 centesimi di prima. Il prezzo al chilo del pane a lievitazione naturale è ora di 3 euro e 20 centesimi mentre è stato di 2 euro e 80 centesimi, e quello del pane di grano tenero (che è il più caro) passa da 3 euro e 60 centesimi a 4 euro. La mafalda costa ora 60 centesimi e non più 50 centesimi, e il panino passa da 30 a 40 centesimi. Ufficialmente, però, non c’è nulla perché –ha detto il presidente del sindacato panificatori Michele Palmeri – «non c’è stata nessuna riunione; la decisione è stata presa da un gruppo di panificatori che ha ritenuto di dovere aggiornare il prezzo di vendita del pane che era fermo dal 2009 a causa degli aumenti dei prodotti di materia prima per la preparazione del pane avvenuti in oltre 10 anni». Qualche altro panificatore ha spiegato l’aumento «con le tasse che dobbiamo pagare e che sono sempre di importo superiore per cui dobbiamo cercare di coprire le spese che abbiamo». Di ufficiale, quindi, non c’è niente perché ora c’è la liberalizzazione dei prezzi di vendita per cui ciascun operatore commerciale può vendere al prezzo che ritiene più opportuno. Ma resta la concorrenza. Ed ecco che alcuni panificatori hanno deciso di mantenere gli attuali prezzi di vendita del pane e di non applicare nessun aumento. Con la conseguenza che la categoria appare spaccata. «Prima di parlare di aumento – ha detto il decano della categoria e Capitano emerito della Real Maestranza, Angelo Amico – sarebbe stato opportuno stabilire delle regole che tutti i panificatori avremmo dovuto rispettare. Vogliamo attenerci alla liberalizzazione e io, come altri panificatori, ho deciso di non applicare l’aumento e di mantenere i prezzi attuali». (di Luigi Scivoli, fonte La Sicilia)

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