Il figlio che aveva in grembo Ana forse non era del suo assassino. Colpo di scena attorno all’omicidio della trentenne di Giardinello uccisa dal suo amante Antonino Borgia, imprenditore di 51 anni di Partinico. A venire fuori le testimonianze di un uomo e di sua figlia, Giuseppe e Michela Durante. Come si legge in un articolo di Michele Giuliano sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia, I due hanno sostenuto che il figlio che Ana portava in grembo non fosse in realtà del suo assassino, come invece era emerso per bocca dello stesso omicida reo confesso. La vittima avrebbe invece rivelato a Michela che sarebbe rimasta incinta del padre di lei, con cui ha intrattenuto una relazione durata tre anni e che sarebbe finita proprio poco prima di sapere che fosse in gravidanza: «Sapevo che era incinta di mio padre», ha detto Michela.
In lacrime Giuseppe Durante esterna anche qualche rimorso: «Io amavo Ana – ha rivelato – ma sapevo che prima o poi sarebbe finita per via della differenza d’età (lui ha 59 anni, ndr). Mi rivelò che il bambino che aveva in grembo era mio, le avevo già detto che mi sarei assunto le mie responsabilità. Non sono riuscito ad aiutarla eppure mi ero accorto che era diversa».