Salute

Mussomeli, decesso Vittorio Catania e la famiglia chiede chiarezza. Sequestrate cartelle cliniche all’Ospedale di Agrigento

Carmelo Barba

Mussomeli, decesso Vittorio Catania e la famiglia chiede chiarezza. Sequestrate cartelle cliniche all’Ospedale di Agrigento

Dom, 14/07/2019 - 07:20

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Saranno le indagini disposte dalla Magistratura a tentare di fare chiarezza e dare risposta alla domanda che da lunedì un’intera comunità si pone: di cosa è morto Vittorio Catania? Una domanda che martella i familiari del 45enne esperto di telefonia, mancato alla vita nel cuore della notte tra lunedì e martedì mentre era ricoverato in Psichiatria all’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. Le indagini hanno preso avvio a seguito dell’esposto presentato mercoledì dalla sorella di Vittorio, Teresa, scesa appositamente da Milano appena ha saputo del ricovero del fratello. Come proprio legale, la famiglia ha nominato l’Avv. Piero Sorce del foro di Caltanissetta, mentre come medico legale, il dott. Nino Mammola. A seguito dell’esposto, il magistrato ha incaricato i carabinieri di sottoporre a sequestro tutta la documentazione sanitaria e le cartelle cliniche. La mamma di Vittorio, la signora Enza, maestra in pensione e la sorella Teresa chiedono di capire cosa è successo. Vittorio, raccontano la mamma e la sorella , da tempo soffriva di mal di testa. Si era sottoposto a visite private, sia da un otorino che da un neurologo, ma l’esito era stato negativo. Domenica 30 giugno Vittorio è nella sua casa, con la moglie ed il figlioletto, è confuso , e viene accompagnato al Pronto Soccorso di Mussomeli . Si riprende e dopo le cure del caso viene dimesso. L’indomani Vittorio si reca a Palermo per lavoro. Rientrato a casa prima del previsto, accusa di nuovo problemi e quindi la moglie e la mamma lo accompagnano all’Ospedale “San Giovanni Di Dio” di Agrigento. Dopo averlo preso in carico al triage, dopo alcune ore lo sottopongono a Tac, che a quanto pare dà esito negativo. Ma Vittorio continua a stare male, dà segni di nervosismo e si dispone il ricovero in Psichiatria. Passano due giorni, la sorella scende da Milano, Vittorio è sottoposto alle cure che i sanitari ritengono necessari, ma mercoledì 3 luglio, succede qualcosa. A quanto pare Vittorio da in escandescenze, il personale richiede l’uso della forza pubblica e viene disposto appunto il Tso per 7 giorni. I familiari continuano a visitarlo, lo trovano più calmo ma confuso. Lunedì 8 i familiari lo vedono fino al primo pomeriggio, poi attorno alle 4,30 /5,00 del mattino, la telefonata che annuncia il decesso. (ROBERTO MISTRETTA – FONTE: “la sicilia”)

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