Salute

I 400 falsi miti su cibo e benessere secondo il New York Times

Redazione

I 400 falsi miti su cibo e benessere secondo il New York Times

Gio, 04/07/2019 - 16:55

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Il lavoro del quotidiano americano realizzato su studi pubblicati dal 2003 al 2017 su JAMA e Lancet, e dal 2011 al 2017 nel New England Journal of Medicine

Sarebbero circa 400 le pratiche mediche considerate standard ma che sono state smentite dalle ricerche più recenti. Ne parla il New York Times, a cui è bastato sfogliare gli oltre 3000 studi pubblicati dal 2003 al 2017 su JAMA e Lancet, e dal 2011 al 2017 nel New England Journal of Medicine, ed ecco venire fuori un risultato sconvolgente: più di uno su dieci equivaleva a quella che hanno ribattezzato letteralmente come “inversione medica”, ovvero una conclusione opposta a ciò che tra i medici risultava essere convenzionalmente corretto.

“Ti suscita umiltà”, ha detto il dottor Vinay Prasad dell’Oregon Health and Science University, che ha ideato lo studio. “Persone molto intelligenti e ben intenzionate praticano con queste convinzioni da molti, molti anni. Ma avevano torto”.

Qualche esempio: non è affatto vero che un bambino, per evitare di diventare allergico alle arachidi, deve essere tenuto lontano fino ai tre anni, così come solitamente viene consigliato; e l’olio di pesce non riduce le malattie cardiache, che era sempre stata una convinzione piuttosto logica: il pesce grasso contiene acidi grassi omega-3, gli integratori di omega 3 riducono i livelli dei trigliceridi e alti livelli di trigliceridi sono associati a un aumento del rischio di malattie cardiache, ma in uno studio che ha coinvolto 12.500 persone a rischio di problemi cardiaci, i supplementi giornalieri di omega 3 si sono rivelati perfettamente inutili riguardo la protezione da malattie cardiache.

Effettivamente alcune di queste storiche convinzioni mediche analizzate con un minimo di scetticismo risultano bizzarre anche agli occhi di chi non ha a che fare di professione con la medicina; giusto per fare un altro esempio, negli Stati Uniti erano seriamente convinti che affidare delle bambole da accudire come neonati a giovani ragazze le spingesse in qualche modo a realizzare quanta fatica e responsabilità comporta rimanere incinte e scongiurasse l’eventualità, niente di più inutile, anzi errato, tant’è che uno studiodimostra che, al contrario, le ragazze sottoposte a tale pratica hanno una maggiore possibilità di diventare madri in anticipo sulle coetanee.

I miti sfatati sono tantissimi e comprendono in linea di massima gli aspetti più disparati della medicina: no, il ginkgo biloba non protegge dalla perdita di memoria e dalla demenza; e poi ancora, è inutile dare una singola dose di oppioidi per via orale quando un paziente del pronto soccorso è in preda a dolori acuti, aspirina e ibuprofene sortiscono lo stesso effetto; il testosterone non aiuta gli uomini più anziani a mantenere la memoria, anzi, ha più o meno lo stesso effetto di una pillola di zucchero.

Inutile poi tenere la casa ossessivamente pulita, libera da polvere, acari o disinfestarla contro l’invasione da scarafaggi o topi, tutto ciò con l’asm

Sarebbero circa 400 le pratiche mediche considerate standard ma che sono state smentite dalle ricerche più recenti. Ne parla il New York Times, a cui è bastato sfogliare gli oltre 3000 studi pubblicati dal 2003 al 2017 su JAMA e Lancet, e dal 2011 al 2017 nel New England Journal of Medicine, ed ecco venire fuori un risultato sconvolgente: più di uno su dieci equivaleva a quella che hanno ribattezzato letteralmente come “inversione medica”, ovvero una conclusione opposta a ciò che tra i medici risultava essere convenzionalmente corretto.

“Ti suscita umiltà”, ha detto il dottor Vinay Prasad dell’Oregon Health and Science University, che ha ideato lo studio. “Persone molto intelligenti e ben intenzionate praticano con queste convinzioni da molti, molti anni. Ma avevano torto”.

Qualche esempio: non è affatto vero che un bambino, per evitare di diventare allergico alle arachidi, deve essere tenuto lontano fino ai tre anni, così come solitamente viene consigliato; e l’olio di pesce non riduce le malattie cardiache, che era sempre stata una convinzione piuttosto logica: il pesce grasso contiene acidi grassi omega-3, gli integratori di omega 3 riducono i livelli dei trigliceridi e alti livelli di trigliceridi sono associati a un aumento del rischio di malattie cardiache, ma in uno studio che ha coinvolto 12.500 persone a rischio di problemi cardiaci, i supplementi giornalieri di omega 3 si sono rivelati perfettamente inutili riguardo la protezione da malattie cardiache.

Effettivamente alcune di queste storiche convinzioni mediche analizzate con un minimo di scetticismo risultano bizzarre anche agli occhi di chi non ha a che fare di professione con la medicina; giusto per fare un altro esempio, negli Stati Uniti erano seriamente convinti che affidare delle bambole da accudire come neonati a giovani ragazze le spingesse in qualche modo a realizzare quanta fatica e responsabilità comporta rimanere incinte e scongiurasse l’eventualità, niente di più inutile, anzi errato, tant’è che uno studio dimostra che, al contrario, le ragazze sottoposte a tale pratica hanno una maggiore possibilità di diventare madri in anticipo sulle coetanee.

I miti sfatati sono tantissimi e comprendono in linea di massima gli aspetti più disparati della medicina: no, il ginkgo biloba non protegge dalla perdita di memoria e dalla demenza; e poi ancora, è inutile dare una singola dose di oppioidi per via orale quando un paziente del pronto soccorso è in preda a dolori acuti, aspirina e ibuprofene sortiscono lo stesso effetto; il testosterone non aiuta gli uomini più anziani a mantenere la memoria, anzi, ha più o meno lo stesso effetto di una pillola di zucchero.

Inutile poi tenere la casa ossessivamente pulita, libera da polvere, acari o disinfestarla contro l’invasione da scarafaggi o topi, tutto ciò con l’asma non c’entra nulla; e se volete perdere peso non fatevi convincere che un contatore di passi vi aiuterà in alcun modo, perché uno studio dimostra esattamente il contrario.

a non c’entra nulla; e se volete perdere peso non fatevi convincere che un contatore di passi vi aiuterà in alcun modo, perché uno studio dimostra esattamente il contrario.

– Agi.it

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