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La figura del cammaratese agostiniano scalzo ven. P.Daniele di S.Vito ricordata da P.Mario Genco

Carmelo Barba

La figura del cammaratese agostiniano scalzo ven. P.Daniele di S.Vito ricordata da P.Mario Genco

Sab, 05/01/2019 - 14:34

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VENERABILE P. DANIELE DI S. VITO (1608-1685) AGOSTINIANO SCALZO CAMMARATESE. Il frate che  si santificò con la questua e le confessioni

(a cura di P.Mario Genco)  –  Il 5 gennaio 1685, 334 anni fa, a Cammarata (AG) nel convento di S. Agostino moriva santamente il Venerabile P. Daniele di S. Vito. Far conoscere la vita dei servi di Dio non è altro che lodare Dio per le  grandi cose che Egli opera nei suoi servi. Per questo presentiamo la santa vita del Ven. P. Daniele di S. Vito anche se abbiamo poche notizie.

Egli visse agli inizi dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi, in cui il fervore e la tensione verso la santità erano al massimo grado. Infatti nel 1600 l’Ordine ha avuto più di duecento religiosi Venerabili.

  1. Daniele al secolo si chiamava Antonio Cannanelo ed era nato da Natale e Margherita verso il 1608 a Cammarata (AG) o nei luoghi limitrofi.

Gli storici  non sono concordi sul luogo di nascita: Sortino per P. Giambartolomeo di S. Claudia nei Lustri Storiali f. 548, Sciortino per P. Arcangelo di S. Carlo nella Prima pars cronicorum Fratrum Discalceatorum S. Augustini f. 143 e nella Relazione sullo stato del convento e chiesa di S. Agostino di Cammarata fatta nel 1650 in cui è detto che P. Daniele è di Xiortinese, Cammarata per P. Felice Rimassa in Dizionario biografico della Provincia Sicula p 63, Sutera (CL) infine per Mons. Domenico De Gregorio in Cammarata, Notizie sul   territorio e la sua storia p 330. Ma vicino a Cammarata (AG) non esiste nessuna località che si chiami Sortino o Sciortino, ma soltanto Sutera (CL).

Una cosa è certa: che ben presto si trasferì a Cammarata, dove trascorse quasi tutta la sua vita, tanto da essere ritenuto cammaratese. Infatti nel ritratto che gli è stato fatto, nell’iscrizione si legge che egli era cammaratese.

  1. Daniele vestì l’abito religioso a Palermo a 15 anni nel convento di noviziato di S. Gregorio Papa, dove professò il 16 giugno 1624. Dagli Atti dei Capitoli Generali O.A.D. sappiamo che fu eletto più volte Sottopriore del convento di S. Agostino di Cammarata: nel 1641, 1653 e 1662. Dalla Relazione sullo stato del convento e chiesa di S. Agostino di Cammarata, fatta nel febbraio 1650, perché voluta da Papa Innocenzo X, alle scarne notizie di P. Daniele, si è a conoscenza anche dei componenti della sua comunità, che era formata da: P. Agostino dell’Assunta, Priore, P. Antonino del SS. Sacramento, Sottopriore, P. Daniele di S. Vito, P. Bonaventura di S. Agostino, P. Cosimino di S. Francesco, P. Guglielmo di S. Agostino e, cosa rara, i fratelli coadiutori: Fra Diego di S. Ninfa, Fra Luca del SS. Crocifisso, Fra Cirino della Natività, Fra Fulgenzio del S. Agostino, Fra Paolo di S. Filippo Neri, Fra Girolamo di S. Rosalia e fratello Matteo, garzone.

Nel 1668 il Capitolo Generale lo elesse Priore dello stesso convento di Cammarata. Inoltre, per diverse volte, partecipò ai Capitoli Generali, che si tenevano a Roma, come discreto del convento di S. Agostino e precisamente nel 1635,1644 e 1653.

  1. Daniele passò quasi tutta la sua vita religiosa nel convento di Cammarata, dedicandosi con entusiasmo:

– all’esercizio delle virtù Visse sempre – afferma P. Giambattista di S. Claudia – con perfezione religiosa, semplice, umile, obbediente, pronto all’osservanza regolare.

– alla questua Sostenne fatiche innumerevoli per il servizio del convento, esponendosi alle piogge, agli ardori del sole estivo, senza riguardo alla sua salute, con allegrezza mirabile. Nei bisogni del convento, benché stanco, il superiore locale lo trovava sempre pronto all’esecuzione di ogni suo comando (Lustri Storiali f. 548);

– all’ aiuto dei contadini, quando andava a fare la questua  Caritatevole – continua P. Rimassa citando i “Lustri Storiali” – soprattutto verso i poveri e la gente di campagna che spesso lo chiamava a benedire gli animali per i lavori campestri e che spesso risanò con la sua preghiera (Dizionario biografico della Provincia  Siciliana, p. 63);

– alle confessioni nel tempo, in cui era libero dalla questua. Era di Dio e dei fratelli, che riconciliava con Lui con questo importantissimo sacramento.

Morì santamente venerdì 5 gennaio 1685 alle ore 21  (cfr Liber defuntorum 1683-1689 della Parrocchia S. Nicola di Bari di Cammarata (AG).

A dare l’ultimo saluto vennero anche dai luoghi vicini e tanti fedeli ottennero per sua intercessione grazie, che il Vescovo di Agrigento fece trascrivere dai notai. Ma sentiamo quanto ci narra P. Giambartolomeo di S. Claudia: il suo corpo rimase vago, morbido, vivace; vennero i popoli di Cammarata e di molti altri luoghi con vicini, particolarmente diversi travagliati d’infermità, a vedere il suo cadavere esposto, con raccomandarsi caldamente alle orazioni del Servo di Dio, conseguirono dal medesimo Signore la grazia bramata del risanamento; perciò il vescovo (di Agrigento) mosso dalla pubblica fama fece prendere dai suoi notai giuridica informazione per conservarne la memoria. Tutte queste contezze sono registrate in un libro M.S. di S. Nicola, il quale contiene le memorie dei religiosi venerabili della Provincia Palermitana (Lustri Storiali f. 548).

Fu sepolto nella chiesa di S. Agostino, dove i contadini ricorrevano alle sue preghiere quando certi insetti nocivi come bruchi, vermi… invadevano le colture e con il suo aiuto ottenevano che gli animali sparissero (De Gregorio, Cammarata, p. 336).

Come a tutti i religiosi, che si sono distinti in santità e dottrina, gli si fece il ritratto che fu esposto in sacrestia:. Esso c’era fino al 1873 ed è andato perduto con la soppressione di beni ecclesiastici da parte dello stato italiano (1866). Ma  grazie a Dio pochissime immaginette conservate, ci è pervenuta la sua immagine, dove è scritto: Devotissimo servo di Dio P. Daniele da S. Vito, agostiniano scalzo, cammaratese: Prodigioso su gli infermi e gli animali e le campagne. Morì e fu sepolto in Cammarata nel convento di S. Agostino nel 1685, di anni 77 e di religione 62.

La memoria del Venerabile P. Daniele è rimasta sempre viva tra il popolo di Cammarata (AG) tanto da dedicargli una Via dal titolo ben augurante Via Beato Daniele, che si trova sulla Via S. Vito.

Quando la chiesa fu demolita alla fine dell’ultima guerra, le ossa di P. Daniele furono raccolte e affidate al clero diocesano. La cintura dell’abito religioso di P. Daniele fu gelosamente conservata dall’ultimo agostiniano scalzo cammaratese P. Giandomenico Maida, che alla morte, avvenuta nel 1919, lasciò alla nipote, affinché la desse ai PP. Agostiniani Scalzi. Ciò è stato possibile nel 1999, quando l’ha consegnata al Priore del convento di S. Gregorio Papa di Palermo. Di recente (2004), grazie all’interessamento dell’allora Arciprete di Cammarata (AG), Don Mariano Albanese, esse sono custodite nella cripta della Chiesa Madre di Cammarata. Per ricordare la presenza a Cammarata dei PP. Agostiniani Scalzi la cittadina con a capo le autorità civili e religiose e in modo particolare P. Vincenzo La Mendola, rogazioni sta (2014) , hanno chiamato il luogo, dove sorgeva la chiesa S. Agostino: Largo degli Agostiniani Scalzi. P. Vincenzo parla anche del nostro Venerabile cammaratese nel libro, dato alle stampe nel 2011 Gli agostiniani scalzi a Cammarata – notizie storiche sulla chiesa ed il convento di S.Agostino.

Che la sua santa vita, piena di servizio per il convento e i fedeli, possa essere di esempio e di stimolo alla santità a coloro che conoscono questo servo di Dio.

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