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I fatti di Etico. E’ nel silenzio che capiremo meglio

Michele Spena

I fatti di Etico. E’ nel silenzio che capiremo meglio

Dom, 15/05/2016 - 22:55

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CALTANISSETTA – Dunque la nostra Caltanissetta, la nostra città, i giochi di potere, le beghe, le chiacchiere. Certo, dentro al concetto di politica possiamo mettere tutto questo. Non ci illudiamo e non ci facciamo illudere da quello che dice il Sindaco e la sua compagnia di giro, piuttosto ci preoccupano i personaggi che gli stanno vicino, sopra, sotto, accanto, lontanissimi dal popolo.

La politica ha sempre meno a che fare con la polis e ne abbiamo inesorabile dimostrazione constatando l’apatia e il distacco dal popolo. Ma se produce questo è ancora politica? Se la politica ruota soprattutto attorno all’interesse particolare dei suoi protagonisti, che come primo obiettivo (per vocazione, perché sono stati educati così, perché non riescono a immaginare di fare altro, perché sono dei miracolati scaraventati dalla Dea Fortuna in una dimensione che mai avrebbero raggiunto con i loro meriti) hanno quello di esserci comunque, a qualunque costo, allora la politica non si trasforma forse in qualcosa d’altro? In un’attività di scarsa utilità per la comunità e di estrema convenienza per chi la esercita?

Ma è questo ciò che sta accadendo oggi in Italia, in Sicilia, a Caltanissetta. Si pensa ad un rinnovamento, ci si presenta un progetto di rottamazione ed invece oltre gli scacchi e le notti variopinte ci ritroviamo i beneficiati dalla politica e del consenso dei lacchè nei posti e nei ruoli che contano.

Ma se l’oblio in cui è caduto il cittadino comune ci angoscia, il rumore (inutile e deleterio di chi parla, straparla, sentenzia, indica, critica, accusa, rimprovera, ammonisce, provoca e perfino minaccia da parte di una marea di associazioni, comitati, singoli scrivani, pensatori in libera uscita, ideologi d’accatto) ci infastidisce al punto di spingerci verso il gruppo tremendamente numeroso degli apatici. Basta! Fate solo confusione e rischiate di essere gli utili idioti organici ai progetti particolari dei burattinai.

Invoco il silenzio. Il silenzio, che bello il silenzio! Il silenzio ci servirebbe perfino a capire quali siano gli interessi di chi fa politica e di coloro che si servono della politica, di chi sono e come sono i miracolati della politica, cosa dicono e cosa non dicono, cosa producono e cosa non producono, ci servirebbe a delineare le figure che oggi e sempre abbiamo catalogato nell’ambito dei poteri forti.

Il silenzio! Chi non sa tacere, spesso non sa parlare non ha nulla da dire, ma non perde occasione per dirlo. Per dire che cosa? Niente, appunto. Purtroppo, per dire il niente che dicono, impiegano molto tempo e annoiano mortalmente e alzano il polverone che nasconde spesso il malaffare, degli altri. Fermarli è difficile, sopportarli è spesso un atto di eroismo. Parlano tutti, ma proprio tutti. Intervengono su ogni cosa e non si limitano ad intervenire sui blog che, tra l’altro, non dovrebbero nascondere l’anonimato. Un vocio continuo, un mettersi in evidenza frenetico per non lasciare traccia, forme autoreferenziali di nullità che però fanno rumore.

Sprechiamo tanto tempo ad ascoltare un’infinità di cretini, a leggere i loro pensieri, contorti nel migliore dei casi, o opportunistici spesso e volentieri, dimenticandoci di ascoltare chi non parla e ha bisogno.

Non si ascoltano nemmeno più i figli e chi ci sta accanto, travolti da una vita frenetica e resa confusa dai media che fungono da grancassa ad una infinità di tribù perfino pagati per parlare. Si sia almeno osservatori nella polis e ci si comporti in modo consequenziale. Gandhi diceva che “un cercatore della verità deve stare in silenzio”.

Osserviamo, ascoltiamo, riflettiamo quindi senza farci trascinare nella baraonda, nelle chiacchiere che diventano grida. Le beghe decanteranno, gli interessi emergeranno, saremo più sereni nel giudicare.

Verrà il tempo in cui ci saranno quelli che avranno qualcosa da dire e sapranno come dirlo. Se sapranno farsi ascoltare e comprendere, allora ci coinvolgeranno, ci attrarranno e ci stimoleranno. Abbiamo bisogno di costoro e del loro fascino e le loro parole lasceranno tracce profonde che ci muoveranno all’azione per ristabilire un equilibrio e per smascherare corrotti e malfattori. Con la speranza che non ricresca il rumore, che copra le voci autorevoli e diventando colpevolmente complice di chi il silenzio lo teme.

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