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Rassegna teatrale al Margherita, Caltanissetta Protagonista: “Vorremmo chiarezza sui costi”

Redazione

Rassegna teatrale al Margherita, Caltanissetta Protagonista: “Vorremmo chiarezza sui costi”

Mar, 26/01/2016 - 16:08

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tiro al bersaglioCALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

Chi amministra per volontà popolare sceglie, decide, approva o non approva e si assume oneri ed onori, sarà poi il popolo a decidere se ha fatto bene o male. Considerazioni che si ispirano alla cosiddetta democrazia elettiva o rappresentativa. C’è chi governa e chi è all’opposizione.

A governare la città di Caltanissetta c’è oggi un Sindaco sostenuto da una colazione di sinistra, partiti e associazioni  di chiara estrazione cattocomunista. Loro governano secondo una chiara volontà popolare.

L’opposizione che noi orgogliosamente rappresentiamo ha il diritto e il dovere di svolgere un’azione di controllo e critica e in questa ottica ci permettiamo di esprimere giudici sull’operato della parte politica e dell’amministrazione che governa. Ad esempio ci sentiamo di affermare che la sbandierata democrazia partecipativa del Sindaco è stata ed è solo uno slogan che mal si concilia con il palese ed evidente decisionismo “a prescindere” del  primo cittadino. Non ci sono spazi per nessuno se non per il suo cerchio ristretto cerchio di amici vecchi e nuovi. I vecchi sono in verità un tantino trascurati, i nuovi invece raccolgono consensi e mietono potere. Consigliori e suggeritori dal piglio serioso si aggirano davanti e dietro le quinte e imboniscono sindaco e assessori indicando qua e la professionisti e consulenti, imboccano decisioni sul traffico, sull’organizzazione e perfino sugli atteggiamenti  da tenere.

Vogliamo in questa nota soffermarci sulle scelte relative al Teatro Margherita. Non vi è dubbio che degli inesperti come il Sindaco e la sua Assessora abbiano avuto delle indicazioni; e a quelle sono seguite delle infatuazioni e delle ubriacature tipiche di chi non conosce ne l’ambiente in cui si muove e nemmeno i personaggi che compongono la scena. Il passo verso decisioni unilaterali che rendono miopico il quadro complessivo del Teatro e della Cultura in generale, è stato breve. Così, ammantate prima da mistero, poi rese pubbliche da atti perlomeno approssimativi ci ritroviamo ad assistere alla presentazione di una stagione teatrale che, al di la del forzato indottrinamento di stampo comunista, è stata liberamente scelta, in virtù del potere all’amministrazione conferitole. Ciò non toglie che nessuno potrà vietarci di dire che questa stagione teatrale presenta impressionanti  e devastanti lacerazioni verso la storia e la tradizione del teatro siciliano e nisseno e una mortificazione verso una realtà artistica e tecnica che faticosamente da anni dimostra talento e professionalità.

La scelta di affidarsi ai suggerimenti di uno piuttosto che di un altro senza la necessaria competenza e consequenziale azione di controllo producono ovviamente strappi e antipatiche esclusioni.

L’analisi potrebbe chiudersi qui se poi invece questa operazione non fosse presentata e supportata anche a mezzo stampa come un’”innovazione culturale”, “una crescita del livello culturale della città”, un “modo nuovo di fare teatro” e tante altre amene e roboanti affermazioni presenti perfino nelle premesse degli atti ufficiali, con costi moderati e direzione artistica a titolo gratuito escluse le spese. Ovviamente!

Ebbene, se Giovanni Ruvolo e Marina Castiglione ritengono che i nisseni siano diventati tutti dei cretini e l’intelligenza si sia riposta soltanto nelle loro menti pensiamo che stiano facendo un grossolano errore di valutazione. Se si siano fatti consigliare e indottrinare senza avanzare idee o proposte diverse allora prendiamo atto della loro incapacità.

Ma Caltanissetta Protagonista ha al suo interno competenze e professionalità che non posso tacere di fronte anche ad aspetti tutt’altro che politici. Prima di tutto un direttore artistico che  viene a Caltanissetta a titolo gratuito (escluse le spese che quantificheremo) e poi in cartellone troviamo ben tre suoi lavori appare per lo meno sospetto, se a questo aggiungiamo che la produzione di altri spettacoli presenti compreso quello di Travaglio vengono prodotti e venduti dalla stessa  agenzia bolognese che produce Ovadia allora il sospetto assume altre aspetti. Se a questo aggiungiamo che tutti gli spettacoli prevedono scene minimaliste, quindi con costi esigui (se si esclude “L’uomo la Bestia e la Virtù dello Stabile di Catania), e gran parte degli attori sono presenti in più rappresentazioni,allora ci scontriamo con quanto invece presentato e venduto. Basti pensare che molti degli attori e dei musicisti dello spettacolo “Le Supplici in prova da Eschilo” si esibiranno con un loro spettacolo all’interno del cartellone (Kaballà, Vasta e ovviamente Mario Incudine).

La presenza del direttore artistico “in pectore” Incudine ovviamente induce a dire che si è in collaborazione col Teatro di Garibaldi di Enna con il quale si lavora in sinergia, ma lo sbandierato abbattimento dei costi appare invece un guadagno sicuro da parte di chi vende lo spettacolo; tranne che l’Amministrazione non ci dimostri carte alla mano a quanto ammonti il costo di listino di uno spettacolo e invece quanto lo paghiamo noi.

Ci spieghino poi cosa significa la ricerca di uno sponsor per i servizi come da precisa delibera pubblicata dal Comune. Chi svolgerà tali servizi. E lo sponsor a pagarli e lui deciderà a chi affidarli? Oppure saranno dati dei soldi al Comune e poi si procederà ad una gara d’appalto. O l’affidamento sarà diretto verso qualcuno che come il segreto di Pulcinella appare perfettamente indicato.

In questo caso vorremmo un tantino di chiarezza perché così pare che si creino condizioni pericolose di equivoci che non passerebbero inosservate.

Poi potremmo parlare di altri aspetti. Appare scontato per esempio che le compagnie nissene, tranne qualche fortunato, leggasi Rapè con un piccolassima parentesi, siano ormai relegate a compagnie di livello parrocchiale. Lo ha sancito con questa scelta l’amministrazione. Ruvolo ha messo alla porta dopo 25 anni Musicarte perché non poteva essere sostenuta nella sua attività, in virtù di quale ragione non è dato sapere.

Perfino durante il periodo costoso del Rosso Festival c’era un coinvolgimento di tanti giovani artisti e professionisti locali, per non parlare della stagione 2009-2010 quando il Teatro Margherita fu reso finalmente agibile e il livello del cartellone era notevolmente superiore a quello rabberciato propinatoci oggi, sia quantitativamente e qualitativamente;  la stagione partiva a novembre e finiva ai primi di maggio e non in estate come adesso ed erano accontentati tutti, proprio tutti e soprattutto tutte le fasce sociali.

Da qui a maggio in Sicilia ci saranno artisti come Maria Amelia Monti, Leo Gullotta, Pierfrancesco Favino, Francesco Scianna con Michele Placido, Lella Costa. Era davvero impossibile arricchire il cartellone con qualche spettacolo con questi artisti magari rinunciando a qualche scampolo di fine stagione? Naturalmente se volessimo vedere qualche spettacolo del nisseno Antonello Capodici dovremmo spostarci a Roma al Teatro Sala Umberto di Roma.  Li il Paraninfo non è roba da barboni incolti.

Caltanissetta, 26 gennaio 2015 – il Coordinamento di Caltanissetta Protagonista

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