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Caltanissetta, ancora “cannonate” sulla stagione teatrale dell’Amministrazione. Giammusso: “Signor sindaco non faccia finta di niente…”

Redazione

Caltanissetta, ancora “cannonate” sulla stagione teatrale dell’Amministrazione. Giammusso: “Signor sindaco non faccia finta di niente…”

Mar, 26/01/2016 - 12:26

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Copia di IMG_7808CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

Nella ” secca partecipativa” in cui il sindaco Ruvolo ha condotto una intera città, si sono arenate anche le speranze degli artisti e degli operatori dello spettacolo nisseni. Il comandante attaccato ad un traballante timone, nonostante la nave sia fuori dall’acqua, fa pure girare a vuoto le eliche parlandoci addirittura di “rilancio dell’economia dell’area centrale della Sicilia e di nuovi orizzonti culturali”, sol perché si è dato incarico per la direzione artistica del Teatro Margherita ad un attore: il Sig.  Ovadia. Artista molto apprezzato dagli ambienti di una certa sinistra radical chic, che visto il prestigio internazionale del teatro comunale di Caltanissetta e per un “amore” ed “attaccamento” alla nostra terra svolgerà la sua prestazione a titolo gratuito.

Il neo direttore artistico ha quindi immediatamente pensato ad una stagione teatrale che partendo “a campionato iniziato”, visto che quasi tutti i teatri che contano presentano le stagioni a settembre, prende il via sicuramente svantaggiata dal punto di vista strettamente organizzativo e di marketing.

La cosa che più incuriosisce è la scelta degli spettacoli in cartellone: un cartellone che si connota con i contenuti tipici del cosiddetto teatro “d’elite”, lo stesso teatro che la città ha già sperimentato nel passato, quando per far numero al Margherita venivano fatti accomodare in platea sia le maschere che gli addetti alla biglietteria.

Ritornando alla rassegna proposta, titoli come “Bella Ciao”, “colorano” il cartellone che vedrà lo stesso direttore artistico in scena, e questa volta a titolo oneroso, in ben tre degli spettacoli proposti.

Sorprende inoltre scoprire che lo spettacolo “La regina di dada” con  Stefano Bollani, vedrà nelle vesti di attore il famoso pianista italiano. Quindi se in un primo momento, leggendo il nome Bollani in ditta, gli appassionati di musica avevano gioito, subito dopo sono stati presi da una cocente delusione: “Bollani non suona….recita”. Quindi niente pianoforte a coda e note meravigliose, a discapito degli appassionati di musica che rimarranno ad “orecchie asciutte” o forse più semplicemente: rimarranno a casa.

Sono certo per esperienza personale, e spero di essere smentito, che tranne in qualche eccezione (Travaglio?), al Margherita ci saranno pochi spettatori ma di contro la città avrà sperperato ingenti e preziose risorse finanziarie che secondo un mio approssimativo calcolo dovrebbero aggirarsi ad oltre 130.000 euro: una enormità per una città in agonia come Caltanissetta.

Nonostante le vacche grasse riservate ai “forestieri”, una intera categoria di artisti, organizzatori e operatori dello spettacolo locale, vede tagliata o addirittura azzerata ogni contribuzione. Agli artisti locali “ricchi” si chiede di lavorare gratis, mentre ai forestieri “poveri” destiniamo le nostre risorse economiche.

Viene consequenziale pensare che ormai ogni affermazione del sindaco è tipica del cosiddetto “paradosso del mentitore”, perché se da un lato dice di voler aiutare le maestranze locali dall’altro le mortifica.

Gli organizzatori del premio “Nuccia Grosso”, del Festival di Caltanissetta, di Musicarte, del MedModa, Premio Bellini, Piazza Colori, Festival della Birra (solo per citarne alcune) e di tante altre manifestazioni, sia di rilievo che minori, minori per notorietà ma non per qualità, hanno visto negata, azzerata o sensibilmente ridotta ogni tipo di sovvenzione economica da parte del comune.

Il risultato è che qualcuno ha chiuso i battenti, vedi Musicarte, ed altri sono costretti a ridimensionare od annullare eventi che fino a poco tempo fa davano lustro alla città di Caltanissetta.

E’ quindi pienamente condivisibile l’appello di Tony Maganuco quando dice “io non ci sto” perché anche chi scrive, sia come artista che come organizzatore dice: “basta!”. Non è oltremodo tollerabile che ogni maestranza della città, sia di tipo artistico che commerciale o artigianale, continui a subire scelte politiche ed amministrative improvvisate e per nulla condivise o “partecipate” perché tali scelte stanno procurando danni e lasciando segni negativi irreparabili.

Quando una attività artistica o una bottega chiudono i battenti, oppure quando su un evento cala per sempre il sipario è un pezzo della nostra storia che muore.

Signor Sindaco non faccia finta di niente, accolga gli appelli di tutti gli operatori nisseni e non ci tolga le ultime cose che c’erano rimaste: l’ottimismo e la speranza.

Arialdo Giammusso (nella foto)

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