Salute

Mafia, blitz dei carabinieri: azzerato mandamento di Corleone. Tra i loro piani, colpire il ministro dell’Interno Angelino Alfano

Redazione

Mafia, blitz dei carabinieri: azzerato mandamento di Corleone. Tra i loro piani, colpire il ministro dell’Interno Angelino Alfano

Ven, 20/11/2015 - 10:54

Condividi su:

blitz carabinieriPALERMO – Nuovo colpo al cuore della mafia. I carabinieri ritengono di avere azzerato il mandamento di Corleone, un tempo regno dei padrini di Cosa nostra Toto’ Riina e Bernardo Provenzano. I militari del gruppo di Monreale, supportati dalle unita’ cinofile per la ricerca di armi e da un elicottero, sono entrati in azione in una vasta area compresa tra Corleone, Chiusa Sclafani e Contessa Entellina. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno documentato gli assetti di Cosa nostra all’interno del mandamento. L’operazione, spiegano gli investigatori dell’Arma, ha peraltro impedito che si realizzasse il progetto di un omicidio: sei gli arresti eseguiti dai militari dell’Arma, boss e personaggi di primo piano che hanno retto le sorti e gli affari della cosca che il blitz, secondo gli investigatori, ha fortemente ridimensionato. L’inchiesta, viene spiegato, ha fatto luce sui nuovi assetti dello storico mandamento, sui piani di riorganizzazione, sulle alleanze, sui progetti illeciti per il finanziamento delle casse del clan, oltre che sulla pianificazione di un omicidio che e’ stato a questo punto sventato. I particolari dell’operazione saranno forniti nel corso della conferenza stampa alle 11.00 presso la palazzina “M” del Tribunale di Palermo.

 Si erano detti pronti a colpire con un attentato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ‘colpevole’ ai loro occhi di avere aggravato il 41 bis. E’ quanto emerge dall’operazione “Grande Passo 3”, che ha decapitato il mandamento di Corleone, procedendo all’arresto di sei esponenti di spicco. Sono stati intercettati mentre sfogavano la loro rabbia contro il titolare del Viminale. “Gli faremo fare la fine di Kennedy”, hanno detto come documentato da una intercettazione, nella quale i mafiosi sostengono la responsabilita’ di Cosa nostra nell’omicidio del presidente degli Stati Uniti, commesso a Dallas nel 1963. Una missione di morte, per punire un presunto voltafaccia, secondo i boss, per i quali al consenso assicurato non sarebbe corrisposta una tutela dei loro interessi.  Alfano doveva essere colpito, secondo le intenzioni dei alcuni dei boss corleonesi intercettati, in occasione di una campagna elettorale, dove appariva meno protetto. Lo dovevano “cafuddare” (colpire), dicevano, proprio come Kennedy che, secondo gli ‘allevatori corleonesi’ oggi fermati, sarebbe stato ucciso per volere della mafia per il suo cambiamento di atteggiamento. C’e’ pure la spasmodica ricerca di armi che avvalora la volonta’ di agire. Nelle intercettazioni ambientali in carcere – tra agosto e novembre 2013 – Riina e’ stato sentito minacciare il Pm Nino Di Matteo e se la prendeva proprio con Alfano, a causa dell’inasprimento del 41 bis, vero assillo del capomafia. Il leader Ncd doveva essere puntito per la sua intransigenza, di cui era emblema l’odiato e temuto carcere duro, al quale era sottoposto Toto’ Riina, rimasto un riferimento assoluto per molti a Corleone. Ma non per tutti. Nel mandamento convivevano e spesso si scontravano i fautori della linea violenta e quelli piu’ favorevoli a un profilo basso, come Provenzano. Rimase un progetto quell’attentato, per il momento. Ma restava la pericolosita’ dei soggetti oggi in manette, che continuavano a controllare il territorio e che erano pronti sempre a colpire. “Tenuto conto dei progetti omicidiari e della pericolosita’ sociale dimostrata dagli appartenenti a Cosa nostra – afferma infatti l’Arma dei carabinieri – che ha continuato a mantenere saldamente il controllo del territorio con una costante pressione sul tessuto sociale ed economico, attraverso i classici metodi intimidatori del danneggiamento di mezzi d’opera e degli incendi – la Dda di Palermo ha ritenuto necessario procedere ai fermi del potenziale gruppo di fuoco e dei vertici dell’organizzazione, al fine di evitare la commissione di reati piu’ gravi”.

banner italpress istituzionale banner italpress tv