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Delia, potatura alberi: la risposta del sindaco Gianfilippo Bancheri

Redazione

Delia, potatura alberi: la risposta del sindaco Gianfilippo Bancheri

Lun, 22/12/2014 - 16:19

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DELIA – Caro Milano, Rispondo volentieri alla sua lettera aperta, che mi da la possibilità di fare chiarezza su alcune questioni di interesse pubblico.
La questione che lei segnala è quella della “potatura” degli alberi del centro abitato. Lei scrive che io e “la mia giunta” siamo stati investiti di un ruolo fondamentale, quasi profetico, per adempiere a una volontà biblica. Quella di far “decapitare” tutti gli alberi all’interno del paese, compresi i “pini della chiesa Madre”, la cui sorte, lei afferma, sarebbe stata “decisa da prima del mio insediamento”.
Come le sia venuta in mente questa cosa non lo so. Da parte mia tengo conto dei suggerimenti dei cittadini e rispetto sempre le opinioni degli altri, comprese le sue. Ma “decapitare” mi sembra un termine pesante per non dire di pessimo gusto. Mi creda. Il suo disagio civico mi rammarica. Cercherò quindi di prenderlo nella giusta considerazione cercando di risponderle in maniera pacata.
Sono d’accordo con lei quando parla di “coraggio” e “determinazione” e quando dice che “nessuna amministrazione aveva mai preso così a cuore il problema e cercato di risolverlo in così poco tempo”. Lei afferma addirittura che “Non ci sono precedenti di rilievo o degni di considerazione negli ultimi cinquanta anni …”.
Che vuole che le dica. Noi cerchiamo di fare il nostro dovere. Nel miglior modo possibile e per il bene del paese. Punto e basta. Sul fatto poi che non ci sono, come dice lei, precedenti negli ultimi cinquant’anni, non abbiamo avuto ancora il tempo di verificarlo per via dei nostri “numerosissimi impegni” volti ad affrontare e risolvere i tanti problemi degli “anziani, disabili, immigrati, malati, indigenti, disoccupati e dei contrattisti”. Le dico questo per schiarirle un po’ la memoria considerato che questi problemi li ho ereditati, ahimè, dalle precedenti amministrazioni di cui lei, se non ricordo male, ha fatto parte.
E per dimostrarle che sono nel vero la invito a venirmi a trovare. Le prometto che il tempo che vorrà dedicarmi le tornerà utile. Sono convinto, infatti, carte alla mano, di dimostrare, senza il benché minimo dubbio, che ciò che dico è vero e inconfutabile.
Mi creda, noi crediamo nelle cose che facciamo e ne siamo anche orgogliosi. E anche lei, caro Milano, come deliano, può andare fiero di questa amministrazione, sul cui operato si dice solo un gran bene anche al di fuori delle mura cittadine.
Naturalmente, in democrazia, il giudizio viene dato sempre dai cittadini, a fine mandato. E su questo siamo d’accordo.
Non le dò ragione, invece, quando descrive la mia amministrazione intenta a portare avanti una “spietata guerra”, “senza guardare in faccia nessuno, senza tentennamenti e ripensamenti”. “A Delia, lei scrive, è stata intrapresa una guerra contro qualsiasi cosa sia di colore verde, con predilezione per gli alberi. Una “guerra” che lei paragona perfino a quella combattuta da altri contro la camorra, la sacra corona unita, la ‘ndrangheta e la mafia.
Mi sembrano affermazioni del tutto gratuite e fuori luogo. Che denotano, da parte sua, una certa caduta di stile. E questo glielo dico in tutta sincerità.
Vede, caro Milano, noi cerchiamo ogni giorno di dare un’immagine positiva del nostro paese. E lo facciamo cercando di raccontare ciò che questa amministrazione riesce a fare per il bene della collettività. Per lo sviluppo del territorio e soprattutto nel pieno rispetto delle regole. In un contesto di democrazia partecipata e di trasparenza. Investiamo con il poco che riusciamo a trovare. Lo facciamo con grandi sacrifici. Ma con grande spirito di servizio. Certo non abbiamo la pretesa di essere perfetti. Nessuno lo è a questo mondo. Andiamo avanti con coraggio e con determinazione come dice lei.
Mentre lei che fa? Parla di “delitto efferato” ai danni degli alberi di Delia. E non si accorge che così dicendo diffonde un’immagine negativa del suo paese. Non pensa, caro Milano, che parlare di “distruzione” del verde pubblico, di ostinatezza amministrativa, di “spietata guerra”, mettendo sullo stesso piano la potatura degli alberi con la lotta alle mafie sia profondamente sbagliato? Non pensa che per fare affermazioni di tale fatta bisogna avere quanto meno l’accortezza di informarsi meglio? D’altronde ha avuto quasi un anno e mezzo di tempo per farlo.
Prendiamo gli alberi del boschetto “Mele”, ai quali mi pare tenga molto. Io posso capire il suo punto di vista ma lei il nostro riesce a capirlo? Capisce che le nostre scelte sono prese in funzione di un interesse più ampio, cioè quello pubblico?. E in forza di questa ragione il nostro è necessariamente un punto di vista più ampio del suo? Ed anche più complesso e difficile?
Parlando ancora di alberi, non solo dobbiamo preoccuparci della loro salute ma anche e soprattutto della incolumità delle persone, della integrità degli edifici, della circolazione stradale, dell’inquinamento visivo e di tante altre cose ancora. Queste cose dovrebbe saperle, visto che ha fatto per tanti anni l’amministratore. Ma lei pensa veramente che noi non amiamo gli alberi? Spero di no.
Naturalmente cerco di rassicurarla sulle nostre buone intenzioni. La prossima volta però, eviti, la prego, di usare la parola “decapitazione”. Usi invece un altra parola così come ha fatto l’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste nel NULLA OSTA che ci ha rilasciato in data 5 novembre di quest’anno e che ha parlato di “taglio raso” delle piante di eucalipto [nel boschetto di Mele] che hanno già raggiunto il turno di recidibilità.
Senta cosa scrive l’Ispettorato: “considerato che il sito è fruito dalla popolazione … i lavori di taglio dovranno essere realizzati gradualmente (in due/tre anni), in modo tale da assicurare nel contempo una costante copertura vegetale al suolo, e la rinnovazione naturale delle piante. Nella prima fase dovranno essere tagliate tutte le piante danneggiate, malformate, deperienti, sbilanciate e morte o che comunque possono rappresentare pericolo per la pubblica e privata incolumità, che dovranno essere individuate dal personale del Distaccamento Forestale”.
Come vede non abbiamo fatto nessuna guerra. Men che meno agli alberi, che amiamo tanto. Il nostro compito è un altro. Ed è quello di adottare soluzioni ragionevoli nell’interesse collettivo.
E per tranquillizzarla circa le nostre intenzioni le dirò di più: in data 5 Dicembre 2014, protocollo n. 8040, il Dipartimento Regionale dello sviluppo rurale e territoriale ha concesso al Comune di Delia, a titolo gratuito, 120 piantine di sughera e 30 di roverella per “il rimboschimento del boschetto Mele”.
Le accuse che ci muove, caro Milano, sono quindi gratuite e infondate. E non danno merito a chi come me sta lavorando ogni giorno con spirito di sacrificio, cercando di ricostruire il tessuto sociale, economico e pubblico impoverito dalle precedenti e desolanti politiche che mi hanno preceduto nel tempo.
Tuttavia confido ancora nel suo buon senso. Spero alla luce di queste mie considerazioni che lei possa almeno ritornare su quanto ha frettolosamente e incautamente scritto. Naturalmente niente di personale né di politico.
Ne approfitto per farle i miei più sinceri auguri di Buon Natale e Felice Anno.
Cordiali saluti. Gianfilippo Bancheri

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