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Per chi voteremo i nisseni liberi?

Redazione

Per chi voteremo i nisseni liberi?

Ven, 15/02/2013 - 22:02

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CALTANISSETTA – E’ un momento storico importante e delicato che, probabilmente, in molti non riusciamo a cogliere perché presi dalle mille difficoltà giornaliere che ci impediscono di guardare con più serenità al futuro.
Eppure il voto di fine febbraio è una tappa fondamentale, soprattutto per noi, “figli” di un paese “sud del sud”.
Che Stato vogliamo? Di cosa abbiamo realmente bisogno? Quali trasformazioni radicali vogliamo affinché questa nostra Nazione imbocchi la strada della svolta?
Io ho paura dei populisti che lanciano strali contro la politica, che scelgono gli uomini del “mondo civile, che dichiarano di non appartenere né alla destra né alla sinistra.
Ma cosa significa? La politica è fondamentalmente cultura e ancor di più lo è la destra o la sinistra. Significa, essenzialmente, avere un senso dello Stato, del vivere democratico, delle regole che ne stabiliscono la convivenza con gli altri. Destra e sinistra devono rimanere dei modi di intendere questa convivenza, socialmente e di conseguenza dal punto di vista economico e strutturale. Se cadiamo nell’errore che ciò porta ad identificare una ideologia politica con gli uomini che la rappresentano (e quindi con le loro idee e scelte) rischiamo di presentarci impreparati al voto.
Tutto ciò mi ha portato ad una convinzione (seppur assurda) riguardo la legge elettorale, l’ormai noto “porcellum”. Sicuramente ha degli aspetti positivi! Proprio così. Probabilmente il non avere alcun vincolo di qualsiasi genere con un candidato o con chi lo rappresenta obbliga l’elettore a fare una considerazione di carattere generale quindi sul partito, sull’area ideologica e sul gruppo di appartenenza!
Ovviamente non mi permetto di indicare quale potrebbe essere la scelta migliore dentro l’urna. Ma un aspetto è chiaro. L’attuale classe politica ha fallito. Sulla scena si sono affacciati movimenti e gruppi che in questo momento rappresentano solo la rabbia della maggior parte degli italiani. All’orizzonte (dopo il voto) è prevedibile l’ennesimo “papocchio” con un capo del governo che non vince l’elezioni ma diventa solo un “mezzo” per mandare a casa chi ci ha governato fino ad oggi.
Forse l’unica vera svolta storica potrebbe essere la presenza di un gruppo più o meno numeroso di giovani che potranno controllare, portare dentro l’emiciclo gli occhi e l’attenzione di tutti gli italiani “incazzati”. Perché saranno giovani a cui nessuno potrà dare indicazioni, che non potranno essere controllati e che, al di là dell’esperienza, saranno liberi…
Riflettete nisseni…
Salvatore Caramanna