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Serradifalco, dopo mezzo secolo torna in processione il dipinto della “Madonna della Mercede”

Redazione

Serradifalco, dopo mezzo secolo torna in processione il dipinto della “Madonna della Mercede”

Ven, 30/03/2012 - 22:12

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SERRADIFALCO. Dopo più di cinquant’anni rivedrà la luce del sole il quadro raffigurante la “Madonna della Mercede”, un’opera in olio su tela di due metri per uno, tradizionalmente esposta e portata in processione per le vie del centro storico di Serradifalco il sabato precedente la Domenica delle Palme dai “Burgisi”, che in passato rappresentava una tra le più fiorenti corporazioni di arti e mestieri e sul cui lavoro si fondava in prevalenza l’economia del paese. Una tradizione molto remota, che dava inizio ai riti della Settimana Santa, recuperata alla memoria storica grazie ai ricordi, ancora vivi, della sig.ra Provvidenza Aronica, festeggiata lo scorso 11 marzo per aver spento le sue “prime” cento candeline. L’opera, di autore ignoto, è stata donata al Comune da Gaetano Cino, funzionario di Poste Italiane, il quale col suo gesto – ha precisato il sindaco Giuseppe Maria Dacquì – “ha inteso mettere a disposizione della collettività un bene che, ancor prima di contribuire ad incrementare il patrimonio mobiliare del Comune, assume un forte significato simbolico legato alla riscoperta della identità culturale sottesa ad una tradizione che rischiava di rimanere perduta per sempre”. Si tratta di una donazione modale, in quanto gravata da un onere a carico del beneficiario, che – per espressa volontà del donante – dovrà provvedere “a restaurare ed esporre la stessa opera in una delle sale di Palazzo Mifsud”, sede istituzionale del Comune. Verosimilmente la tela, datata 1871, è da porre in stretta correlazione con l’opera profusa da Felice Migliore, padre Mercedario vissuto in odore di santità, la cui salma è stata tumulata nel transetto sinistro della Chiesa Madre su iniziativa del professore Leonardo Panvini, che tanto si spese per promuoverne la causa di beatificazione. “La liberazione degli schiavi, carisma tipico dell’ordine dei mercedari – ha dichiarato il primo cittadino – richiama idealmente il legame che da secoli congiunge la nostra Comunità a San Leonardo abate, patrono dei carcerati, ponendo, al contempo, con grande attualità il tema della dipendenza (non più fisica) e della relativa liberazione dell’uomo, sempre più spesso legato agli idoli del tempo”. Acquisita l’opera l’Amministrazione comunale ha dato mandato all’ufficio cultura, nella persona della dottoressa Cettina Barone, di curare ogni adempimento necessario per procedere al restauro ed alla successiva esposizione, in occasione di una cerimonia pubblica che dovrebbe tenersi in autunno (restauro permettendo) alla quale saranno invitati, tra gli altri, i Padri mercedari di San Cataldo.

Laura Spitali

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