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Archeologia, trovate 3.500 monete puniche su fondali di Pantelleria

Redazione

Archeologia, trovate 3.500 monete puniche su fondali di Pantelleria

Gio, 11/08/2011 - 16:00

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PANTELLERIA(TP), 11 Ago – Un tesoro di monete puniche, quasi 3.500 pezzi coniati in bronzo tra il 264 e il 241 a. C., e’ l’ultima scoperta sui fondali di Pantelleria, che continuano a rivelarsi un serbatoio archeologico ricchissimo. Le monete, 3.418 in tutto, giacevano su un fondale sabbioso nel mare al largo di Cala Tramontana, disperse probabilmente durante un evento bellico. A fare quello che viene considerato come uno dei maggiori ritrovamenti subacquei d’eta’ punica e’ stato il ricercatore Francesco Spaggiari, nell’ambito del progetto di valorizzazione dei siti sommersi di Cala Tramontana, finanziato da Arcus SpA e realizzato da Mediterranea Engineering, Ares, Cala Levante Diving.
 “E’ stata -dice il direttore dei lavori Giovanni Di Fisco- una sorpresa, da giugno lavoriamo alla creazione di itinerari archeologici subacquei nella cala, a una profondita’ compresa tra i 15 e i 22 metri, e sapevamo della presenza di reperti, anfore e ceramiche soprattutto, ma non immaginavamo di trovare un tesoro. All’inizio erano solo seicento monete, poi giorno dopo giorno, sono diventate piu’ di tremila”. Le monete recano tutte la stessa iconografia: su un lato la dea Tanit con la testa rivolta verso sinistra e l’acconciatura sostenuta da una corona di grano e sull’altro una protome equina rivolta verso destra e affiancata da due simboli, un caduceo e una stella. Erano molto diffuse negli anni in cui i romani completavano la conquista della Sicilia, e Pantelleria era ultimo baluardo cartaginese. “Il fatto che si tratti di monete uguali -spiega Leonardo Abelli, direttore scientifico del progetto- ci fa pensare a un pagamento istituzionale. Se si fosse trattato di un pagamento frutto di un commercio, i tagli delle monete sarebbero stati differenti. Lo sfondo che si puo’ ipotizzare e’ quindi quello di una nave cartaginese di stanza a Pantelleria, pronta a salpare alla volta della Sicilia con un carico di monete che servivano a finanziare la missione antiromana presso i partiti punici dell’isola. E di uno scontro bellico durante il quale il mercantile e’ stato costretto a buttare il carico, una classica operazione di alleggio per rendere la nave piu’ leggera e veloce. L’evento di guerra potrebbe essere collocate o nel 254 a.c. o nel 217 a.c anni nei quali sono avvenute le due conquiste romane nell’isola”.
 

Gaetano Armao

 “E’ un altro giorno importante per la Sicilia: oggi, con il decreto assessoriale n.1504, sono state formalmente acquisite al patrimonio regionale le 3.411 monete, risalenti al IV – III secolo a.c., sulla base della ricognizione operata dalla Soprintendenza del Mare, ritrovate nei fondali di Pantelleria nelle scorse settimane”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che ha aggiunto: “Con la formale acquisizione di reperti rinvenuti in mare anche questo tesoro entra a far parte del patrimonio dei siciliani. Sara’, poi, l’assessorato dei Beni culturali e dell’Identita’ siciliana, al quale le monete saranno presto consegnate per la gestione, a provvedere all’assegnazione espositiva che si auspica possa essere la stessa Pantelleria”. Le iniziative del Governo della Regione tese a garantire la piena attuazione degli articoli dello Statuto (32 e 33) hanno riguardato anche i rapporti con lo Stato. L’assessorato dell’Economia, ha infatti notificato formale atto di diffida al ministero della Difesa a non alienare e a non commercializzare i beni del demanio militare che sono in Sicilia e non piu’ in uso alle Forze armate e a provvedere alla loro celere assegnazione alla Sicilia, e cio’ a compendio dei contenziosi gia’ incardinati contro le procedure di vendita di detti beni da parte dello Stato. “Queste iniziative, tra le quali anche la sollecitazione allo Stato e alla Commissione paritetica a accelerare le procedure di trasferimento degli ulteriori beni che potranno essere offerti alla fruizione dei siciliani -ha concluso Armao- mirano a garantire, sebbene dopo anni d’inerzia, la piena attuazione degli articoli dello Statuto che assegnano alla Sicilia la titolarita’ dei beni che le spettano”.

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