La sconfitta della Nissa con l’Acireale 1-3 non è stata solo una sconfitta sportiva (non si sa se momentanea o definitiva), ma la battuta d’arresto di tutta una Città e del suo grande sogno di promozione in Lega Pro. Il comunicato del presidente Luca Giovannone ha un valore e un significato inequivocabile in questo senso.
I malumori serpeggianti di questi ultimi mesi hanno certamente contribuito a creare un clima di insoddisfazione nei tifosi che ha poi determinato le dimissioni del massimo dirigente. Oggi, dopo il primo gol con l’Acireale, sono arrivati i primi cori di contestazione contro il tecnico Di Napoli. Si badi bene, nessuno ha contestato Luca Giovannone, nessun coro contro il Presidentissimo, ma soprattutto nessuna colpa a lui attribuita o attribuibile.
Come è sempre stato e come sempre accade nel calcio, la colpa di quanto sta accadendo alla Nissa è finita sul groppone tecnico di Raffaele Di Napoli. Un copione consolidato che nel calcio non sfugge mai ad una logica che non è scritta ma che, certamente, resta uno dei classici del calcio a tutti i livelli, dalla serie A alla Terza Categoria: quando la squadra non gira e non ottiene i risultati sperati o desiderati, la colpa è sempre e solo dell’allenatore.
E’ successo in casa Nissa, succede in tante altre parti del mondo, e succederà. L’allenatore, in questo senso, è il parafulmine calcistico per eccellenza. Su di lui convergono i fulmini contestatori dei tifosi. E così è stato al “Tomaselli”: la contestazione è stata dura e chiara nei confronti del tecnico. Anche alcuni giocatori sono stati beccati dal pubblico, specie dopo errori di misura ed errori nei passaggi.
La Nissa vista al “Tomaselli” oggi è stata una delle versioni forse peggiori che un tifoso biancoscudato possa ricordarsi da due stagioni a questa parte in D. Una Nissa impalpabile, inconcludente, confusionaria, senza un’idea di gioco, ma soprattutto una squadra incapace di fare gioco e di tentare di rifarsi sotto al cospetto di un avversario che non era certamente la prima in classifica, ma una squadra onesta, ben schierata da un tecnico come Peppe Pagana, ma soprattutto come un complesso con diverse buone individualità e tanto collettivo e movimento.
La Nissa, tuttavia, è stata ben al di sotto dei suoi standard: ha perso perchè non ha saputo in campo coordinare al meglio la sua manovra: troppo allungata in campo, troppo lunga in avanti, ma soprattutto una squadra che, purtroppo, come già domenica scorsa, ha espresso poco rispetto al suo reale potenziale tecnico.
Al momento di certo c’è il comunicato con il quale il presidente Giovannone ha annunciato le sue dimissioni e la nota del sindaco Walter Tesauro che invita Giovannone a non dimettersi. Per il resto, tanto discutere, tanto parlare di queste dimissioni per le quali andranno fatte le valutazioni del caso. Per il momento la Nissa, oltre ad incassare la quarta sconfitta stagionale, la prima in casa, è costretta ad incassare le dimissioni del suo fuoriclasse: perchè Luca Giovannone è universalmente riconosciuto come figura di valore e spessore.
Tuttavia, non va dimenticato che la Nissa, in queste ore, sta incassando la solidarietà di tanti tifosi e sponsor che sostengono Giovannone e non voglio che se ne vada: segno di attaccante, di stima, ma anche di fiducia nei confronti di una persona e del suo progetto che fin qui ha fatto rifiorire la Nissa.
In queste ore tutti gli auspici vanno verso un possibile ripensamento del presidente, ma è chiaro che non è facile prevedere al momento cosa potrà realmente accadere in un contesto di crisi come quello venutosi a determinare in seno alla Nissa.

