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“Grazie anche a Giancarlo Cancelleri”: sul viadotto San Giuliano, l’inaugurazione e una storia da non dimenticare

Redazione

“Grazie anche a Giancarlo Cancelleri”: sul viadotto San Giuliano, l’inaugurazione e una storia da non dimenticare

Gio, 17/07/2025 - 21:02

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A noi della redazione de Il Fatto Nisseno oggi va di raccontare una storia. Una storia che nasce da un’osservazione, da uno sguardo attento e da una presenza che non è passata inosservata. Siamo stati dentro la galleria che si affaccia sul nuovo Viadotto San Giuliano, sulla SS 640 “Strada degli Scrittori”. Una galleria utilizzata per trovare un minimo riparo dal caldo torrido che, come sempre, accompagna le estati siciliane. Oggi, in quella galleria, si è svolta l’inaugurazione ufficiale del viadotto. Una cerimonia in pompa magna, con la presenza dei vertici dell’ANAS, del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, del presidente della Regione Renato Schifani, del sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro – che ha fatto gli onori di casa – e di tanti altri sindaci dei territori attraversati dalla 640.

Abbiamo già scritto e raccontato le parole ufficiali, i comunicati, le dichiarazioni politiche. Ma oggi vogliamo soffermarci su ciò che spesso sfugge agli occhi, ma non al cuore.

Lì, in disparte, quasi defilato, c’era Giancarlo Cancelleri. Ex sottosegretario alle Infrastrutture, ex esponente di punta del Movimento 5 Stelle in Sicilia, oggi tra i promotori del nuovo soggetto politico Grande Sicilia. La sua è una storia che parte dall’entroterra siciliano, da un piccolo magazzino, da una condizione che molti gli rimproveravano quasi fosse un limite. Ma chi ha passione, visione e tenacia, può fare tanta strada. E Cancelleri quella strada l’ha fatta: da deputato regionale a leader del M5S in Sicilia, fino a Roma, sottosegretario durante il governo Conte nel pieno della pandemia. Quando l’Italia era ferma, sulla 640 si lavorava. E si lavorava anche grazie a chi, come lui, batteva i pugni al ministero per la sua terra, per Caltanissetta e per la Sicilia.

Oggi, tra le strette di mano dei tecnici ANAS che lo hanno riconosciuto con rispetto, tra gli sguardi di chi ha condiviso con lui una stagione politica intensa, abbiamo notato una cosa: i suoi occhi erano lucidi. Gli occhi di chi ha lottato per ogni chilometro, di chi ha creduto in un’opera oggi finalmente visibile e tangibile. Di chi, pur restando in disparte, sa di aver dato un contributo concreto.

Uno scatto di unob dei tanti sopralluoghi fatti da Giancarlo Cancelleria sulla 640

Ci ha colpito vedere il rispetto che ancora lo circonda, anche se oggi non è sul palco. E ci ha colpito ancor di più leggere, sui social, commenti volgari e denigratori. La libertà d’espressione è sacrosanta, ma non dovrebbe mai scadere nell’insulto personale, soprattutto quando si dimentica quanto fatto da chi ha servito il territorio con dedizione.

Al di là delle scelte politiche, dei cambi di casacca, delle delusioni o dei nuovi percorsi – oggi con Grande Sicilia, al fianco di La Galla, Lombardo e Miccichè – resta la passione. La passione per la politica come servizio, come possibilità di incidere, di fare. E quel tatuaggio con la Trinacria, inciso sul suo braccio, non sembra affatto una posa da copertina, ma il segno indelebile di un amore autentico per questa terra.

Abbiamo anche “rubato” una foto. Una foto che racconta molto più di quanto sembri: una galleria vuota, sullo sfondo Giancarlo Cancelleri, solo. Paradossalmente, proprio quella solitudine racconta molto più dei momenti in cui era sottosegretario, circondato da persone che volevano avvicinarlo anche solo per un secondo, per stringere la mano a un “potente”. Oggi quella stessa galleria sembra restituirci, in silenzio, l’altra faccia della politica: quando non si ha più un ruolo formale, quando ci si ritrova fuori dai riflettori. Ma la solitudine, se attraversata con dignità, può essere anche una forza. E la grinta con cui Cancelleri sta cercando un nuovo cammino politico sembra testimoniarlo.

Oggi si inaugura un ponte, si avvia alla conclusione una grande opera pubblica, e Caltanissetta può tornare a sperare. E allora, sì: lo sentiamo come un dovere. Grazie anche a te, Giancarlo.

Chi leggerà queste righe potrà certamente esprimere opinioni, critiche o riserve. È legittimo discutere di politica, delle scelte passate e dei percorsi individuali. Ma chiediamo che lo si faccia all’interno di un recinto condiviso, fatto di educazione, buonsenso e rispetto. Senza volgarità, senza livore. Perché la dignità delle persone e il senso delle istituzioni devono restare un valore comune, sempre.

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