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Caltanissetta, un’intera città in attesa: la gente si riversa in strada per assistere alla demolizione del traliccio Rai

Redazione

Caltanissetta, un’intera città in attesa: la gente si riversa in strada per assistere alla demolizione del traliccio Rai

Mer, 23/07/2025 - 16:34

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CALTANISSETTA – In città non si parla d’altro. E mentre i tecnici si preparano all’abbattimento dell’antenna Rai di Sant’Anna, Caltanissetta si ferma. Letteralmente. Migliaia di cittadini si sono sintonizzati sulla diretta Facebook del Fatto Nisseno, che ha registrato picchi di oltre mille utenti connessi contemporaneamente. Ma il vero spettacolo è nelle strade: la città ha indossato il suo volto più autentico, quello del popolo che osserva, commenta, documenta.

Già dalle prime ore del pomeriggio, gruppetti di nisseni si sono sparsi nei punti panoramici migliori: chi sulla collina del Redentore, chi lungo via Pietro Leone, chi ancora a ridosso del quartiere Balate. Ognuno cercava l’inquadratura perfetta, lo scorcio privilegiato da cui immortalare un evento che, al di là della sua natura tecnica, ha assunto la dimensione simbolica del rito collettivo.

La collina di Sant’Anna, dove sorge l’imponente traliccio, è interdetta e presidiata per ragioni di sicurezza. Ma questo non ha impedito alle persone di cercare comunque una vicinanza, almeno visiva, a ciò che sta per accadere. Smartphone alla mano, tutti puntano l’obiettivo verso l’icona che per oltre mezzo secolo ha inciso la skyline nissena. Un comportamento che ricorda quasi un atteggiamento teatrale, come se la cittadinanza intera stesse partecipando a una messinscena dal forte impatto emotivo.

La demolizione dell’antenna – per qualcuno un semplice traliccio di ferro, per altri un simbolo del boom tecnologico e televisivo del dopoguerra – viene vissuta come una perdita collettiva. C’è chi ricorda quando l’antenna veniva usata come punto di riferimento visivo, chi parla con nostalgia dei racconti dei nonni, chi semplicemente vuole esserci, per poter dire: “Io c’ero”.

In un’epoca in cui ogni cosa passa attraverso l’obiettivo di una fotocamera, anche questa “tragedia” urbana viene vissuta così: documentata, filmata, condivisa. L’uomo, spettatore inerme davanti al crollo di ciò che per anni ha rappresentato una presenza silenziosa, si affida alla tecnologia per conservarne il ricordo. Perché l’abbattimento di questo traliccio non è solo un’operazione tecnica: è un pezzo di storia, un frammento di identità cittadina che se ne va.

E in questo caldo pomeriggio di luglio, tra le voci che si sovrappongono, gli occhi puntati in alto e le dita che sfiorano gli schermi, si respira qualcosa di più profondo: l’appartenenza. Caltanissetta sta dicendo addio a un simbolo. E lo fa con dignità, con emozione, con la consapevolezza che anche i ferri possono avere un’anima.

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