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Digitale: Garante, intelligenza artificiale potenzialmente pericolosa

Redazione

Digitale: Garante, intelligenza artificiale potenzialmente pericolosa

Sab, 01/04/2023 - 09:04

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“L’intelligenza artificiale è una tecnologia tanto preziosa quanto, potenzialmente, pericolosa. Io sono preoccupato solo dall’anomia, cioè dallo sviluppo in assenza di regole. Per fortuna, come dimostra questo caso, un presidio cruciale risiede proprio nella disciplina di protezione dati e, quando sarà pronto, interverrà il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, la cui emanazione è quantomai urgente”.

Lo dice in una intervista a Repubblica il Garante per la privacy Pasquale Stanzione, che ha firmato il provvedimento che blocca ChatGpt. “Dalla verifica svolta abbiamo riscontrato l’assenza di informative adeguate sul trattamento dei dati”, afferma Stazione, spiegando che, “il machine learning di ChatGpt, oltretutto, non è legittimato da presupposti giuridici e può generare bias cognitivi perché il database è di due anni fa e quindi siriscontrano inesattezze nelle risposte che l’algoritmo fornisce”.

Nello specifico, “la a raccolta realizzata per noi illecitamente riguarda, oltre a una quantità enorme di informazioni acquisite dal web, i dati personali degli utenti. Probabilmente anche quelli dei minorenni, visto che ChatGpt non ha un sistema di filtri per la verifica dell’età. Avverte che il servizio è riservato a chi ha più di 13 anni, ma poi non controlla chi vi accede”, prosegue.

Ora “bisogna attendere gli sviluppi dell’istruttoria che abbiamo aperto e tenere conto che il nostro è un provvedimento cautelare, come tale dunque suscettibile di evoluzione nel corso del procedimento. Abbiamo inviato a OpenAI una serie di quesiti, hanno venti giorni per rispondere”. Altre Authority per la privacy seguiranno l’esempio italiano? “Non spetta a me dirlo, credo però che l’Italia abbia acceso un faro, nella cui luce molti altri potranno, se riterranno, sviluppare le proprie analisi. A tutela della persona e della sua libertà”, conclude.

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