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Sicilia, spaccio a conduzione “familiare”: per i debiti non pagati, “trattenevano” la carta del reddito di cittadinanza

Redazione

Sicilia, spaccio a conduzione “familiare”: per i debiti non pagati, “trattenevano” la carta del reddito di cittadinanza

Mar, 22/11/2022 - 10:19

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Smantellata una piazza di spaccio a conduzione familiare a Gravina di CATANIA, dove i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di arresto nei confronti di quattro persone. Le accuse, a vario titolo, sono di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, ricettazione e furto.

La base dello spaccio era un’abitazione ma i componenti dell’organizzazione erano attivi anche nei furti che finivano per alimentare il mercatino delle pulci catanese.
L’operazione, portata a termine dai militari della Compagnia di Gravina di CATANIA, è stata denominata ‘Testuggine’.
Gli arrestati sono tutti in carcere: Roberto Caponetto, di 39 anni; Natale Dario Ruberto, di 31 anni; Ignazio Giovanni e Mario Tomaselli, rispettivamente di 27 e 55 anni. Per altri quattro indagati sono stati disposti l’obbligo di dimora e di firma.

L’indagine, coordinata dalla Procura di CATANIA, è nata dall’arresto di Caponetto per un furto in abitazione a Mascalucia e si è sviluppata tra l’agosto del 2019 e il gennaio del 2021.
Caponetto ha collaborato con i magistrati indicando il suo complice e il ricettatore della refurtiva, Ignazio Giovanni Tomaselli. Le indagini dei carabinieri, andate avanti con pedinamenti e intercettazioni, ha portato a scoprire il raggio d’azione della banda, circoscritto ai Comuni di CATANIA e San Pietro Clarenza, oltre che all’hinterland etneo in generale. Il provento dei furti alimentava una bancarella del mercato delle pulci di CATANIA gestita da Mario Tomaselli, padre di Ignazio Giovanni.

Gli indagati, per ottenere anche dosi di droga, procuravano anche uccelli protetti e oggetti di ornamento comunale rubati a San Pietro Clarenza che sarebbero stati poi usati per abbellire un complesso di case popolari nel quartiere catanese di San Giovanni Galermo.

Tomaselli, secondo la Procura di CATANIA, avrebbe gestito con il padre Mario e la moglie, anche lei indagata, uno spaccio di cocaina con circa trecento euro di introiti giornalieri. La droga veniva spacciata direttamente dal balcone di casa, dal momento che l’uomo si trovava ai domiciliari. In alcuni casi, a garanzia del debito per la droga, Tomaselli avrebbe trattenuto la carta del Reddito di cittadinanza o la Postepay dell’acquirente. Tra la refurtiva recuperata dai carabinieri, anche alcune tartarughe di terra. Sequestrati anche un fucile calibro 12 e un piccolo quantitativo di cocaina e marijuana.

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