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Caltanissetta. Carlo Vagginelli (Circolo Faletra PD): “Bisogna costruire nel rapporto diretto con gli elettori quel campo progressista che non è stato possibile realizzare con le alleanze politiche”

Redazione 1

Caltanissetta. Carlo Vagginelli (Circolo Faletra PD): “Bisogna costruire nel rapporto diretto con gli elettori quel campo progressista che non è stato possibile realizzare con le alleanze politiche”

Sab, 06/08/2022 - 08:08

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CALTANISSETTA. Riceviamo e pubblichiamo nota di Carlo Vagginelli, segretario del Circolo cittadino Pd “Guido Faletra”

Forse qualcuno ricorderà l’ambizioso obiettivo che mosse Cristoforo Colombo e che il 3 agosto del 1492 lo spinse a salpare da Palos, con la Niña, la Pinta e la Santa Maria.

L’aspirazione del navigatore genovese era quella di arrivare alle Indie per una rotta nuova, una strada che consentisse di raggiungere l’Oriente passando per l’Occidente, appunto: buscar el levante por el poniente.

Questa frase mi è tornata in mente attraversando lo stretto di Messina proprio tre giorni fa, a 530 anni dall’inizio del viaggio di Colombo.

Ci ho pensato riflettendo sulle elezioni che ci aspettano da qui a poche settimane.

Per il partito in cui milito si tratta di una sfida difficile, anzi, per restare nella metafora marinaresca si potrebbe dire che si tratta di una navigazione tutta da compiere controvento, e con una compagnia più ristretta di quanto avremmo voluto.

La scelta di rottura compiuta a livello nazionale dal Movimento 5 Stelle, oltre a favorire la destra nella corsa al voto anticipato, ha reso impossibile la costruzione di quel campo progressista che avevamo immaginato e che avremmo voluto caratterizzare attorno ai temi della giustizia sociale ed ambientale.

Ciò nonostante, credo che il PD sbaglierebbe se decidesse di approcciarsi al voto con un atteggiamento penitenziale e con la volontà di rinnegare o nascondere il lavoro compiuto in questi anni, prima con il governo Conte e poi con il governo Draghi.

Penso invece che quel percorso vada rivendicato con orgoglio. Del resto, mettendo in fila le battaglie di questi anni l’elenco che viene fuori è abbastanza impressionante:

la gestione della pandemia e del primo lockdown d’Europa, il blocco dei licenziamenti ed il maggior stanziamento di risorse in ammortizzatori sociali compiuto negli ultimi cento anni, la campagna di vaccinazione, la difficile trattativa europea e l’ottenimento delle risorse del Piano next generation EU, la redazione del PNRR con le clausole per la promozione dell’occupazione giovanile e femminile, lo svecchiamento della pubblica amministrazione con un numero incredibile di concorsi pubblici, la difesa della collocazione internazionale dell’Italia e del principio di autodeterminazione dei popoli, le battaglie – purtroppo non vinte – per lo ius scholae e per l’approvazione del ddl Zan.

Il Partito Democratico può rivendicare questo lavoro, compiuto mentre la destra di Berlusconi, Salvini e Meloni strizzava l’occhio ai no vax, votava contro il PNRR ed inneggiava a Putin.

Insomma, credo che ci siano ragioni per presentarsi agli elettori a testa alta e senza cospargersi il capo di cenere. Allo stesso modo penso che sbaglieremmo se immaginassimo una campagna elettorale moderata e tutta giocata al centro. Al contrario, credo che occorra davvero buscar el levante por el poniente, costruendo nel rapporto diretto con gli elettori quel campo progressista che non è stato possibile realizzare con le alleanze politiche.

Le nostre parole d’ordine, quindi, dovrebbero essere nette e radicali:

– equità fiscale e tutela dei redditi da lavoro contro le rendite finanziarie;

– lotta alla precarietà e ad ogni forma di sfruttamento;

– investimenti per dare buon lavoro alle giovani generazioni;

– tutela dell’ambiente contro chi sfrutta l’acqua, il suolo e l’aria per fare profitto;

– affermazione dei diritti sociali, dall’istruzione alla salute, laddove questi vengono ancora negati, soprattutto nel Mezzogiorno;

– affermazione dei diritti civili e di cittadinanza contro chi vorrebbe una società chiusa e paurosa.

Penso che questi dovrebbero essere i temi su cui farci riconoscere dagli elettori, in Italia ed in Sicilia.

Perché il 25 settembre si voterà anche per mandare a casa il peggior governo regionale che la nostra regione abbia conosciuto nella sua storia recente.

Anche questa prova andrà vissuta con animo combattivo e con la voglia di dare risposte alla parte più debole ed arrabbiata della popolazione.

Ma per affrontare queste sfide con lo spirito giusto servirà un Partito Democratico capace di mettere al centro due parole: partecipazione ed unità.

Partecipazione nella definizione delle liste, che andranno costruite chiedendo ad ogni circolo territoriale di formulare una rosa di nomi da proporre agli organi dirigenti provinciali e regionali.

Unità nel rapporto con la società, che non può essere costruito con un insieme di solisti impegnati ciascuno a suonare un suo spartito.

Se vorrà essere ascoltato, il Partito Democratico dovrà parlare con una voce sola e dovrà caratterizzarsi soprattutto per la sua capacità di proposta.

Specialmente a Caltanissetta, una città che è interessata da una mole di investimenti mai vista prima, di fronte alla quale dobbiamo offrire un contributo di idee e di progettazione, come accaduto con successo in occasione della mozione sui servizi per gli studenti universitari.

Insomma, scrivo tutto ciò per dire che siamo di fronte al viaggio più importante degli ultimi anni e che ci toccherà affrontare il mare aperto combinando la rotta e la deriva, con mappe ben definite e con una salda compagnia. Forse, se riusciremo a farlo, ci toccherà perfino di raggiungere il mondo nuovo.

Carlo Vagginellli

Circolo Faletra – Segreteria PD

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