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Bitcoin, la parola all’esperto: “Non è una ricetta per diventare ricchi”

Redazione 2

Bitcoin, la parola all’esperto: “Non è una ricetta per diventare ricchi”

Dom, 05/06/2022 - 11:01

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“Asset speculativi, ricetta per diventare ricchi in pochi mesi o per la rovina, oppure tecnologia in grado di cambiare il mondo? Quando parliamo di Bitcoin e criptovalute la confusione e’ tanta, complice una stampa non sempre attenta alle ultime novita’ e spesso interessata esclusivamente all’angolo sensazionalistico della vicenda”. A sostenerlo e’ l’analista ed esperto di Bitcoin, Gianluca Grossi, di Criptovaluta.it.

“Capire come funzionano criptovalute e blockchain non e’ impossibile – racconta – a patto di partire dalle basi, fissate appunto da Bitcoin nel 2009, anno in cui Satoshi Nakamoto (il misterioso inventore del protocollo) ne ha diffuso per la prima volta lo standard, facendo partire la sua creatura dopo la presentazione fatta alla fine del 2008 con il whitepaper”. “Bitcoin – sottolinea Grossi – e’ il primo esperimento riuscito per un sistema monetario libero e decentralizzato. Esperimento monetario, perche’ Bitcoin non e’ soltanto una valuta sul cui valore possiamo investire, ma anche una rete che permette di trasferire questo valore. Con Bitcoin possiamo inviare valuta ad altre persone ed e’ una questione importante tanto quanto il valore dello stesso sul mercato”. “Decentralizzato: e’ questa la parola chiave riguardo Bitcoin. E’ molto facile in un sistema centralizzato, come quello bancario, trasferire valore tra due persone. La banca tiene un enorme libro mastro all’interno del quale segna chi deve quanto a chi. Farlo senza che ci sia una struttura centrale che decide e verifica e’ un problema, anche a livello informatico, non banale.

La soluzione trovata da Satoshi Nakamoto nel 2009 e’ tanto originale quanto funzionale. E’ la blockchain di cui molti parlano, pur non capendone le implicazioni, i vantaggi e soprattutto gli svantaggi”. “La blockchain – spiega l’analista – e’ una lunga catena di blocchi, nella quale ciascun blocco e’ collegato al precedente in modo che nessuno possa modificare questa lunga catena. Dentro questi blocchi, che possiamo immaginare come delle scatole, ci sono le transazioni che le persone vogliono che siano effettuate”. “La soluzione trovata da Satoshi Nakamoto, i lettori piu’ avveduti sapranno anche questo – prosegue Grossi – e’ molto piu’ dispendiosa in termini energetici dei database che sono controllati dalle banche.

Tuttavia e’ la blockchain a rendere possibile una rete di pagamenti peer to peer, nodo a nodo e quindi senza alcuna autorita’ centrale. La scelta, il trade off preferito da Nakamoto e’ stato puntare tutto sulla sicurezza e la decentralizzazione, ritenendo meno importanti la velocita’ e l’efficienza energetica”.