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L’ex Ministro Provenzano (Pd): “Il Primo Maggio non sarà una festa fin quando la cronaca ci restituirà questa strage quotidiana di morti sul lavoro; salari fermi da tre decenni: la sinistra si deve interrogare”

Redazione 1

L’ex Ministro Provenzano (Pd): “Il Primo Maggio non sarà una festa fin quando la cronaca ci restituirà questa strage quotidiana di morti sul lavoro; salari fermi da tre decenni: la sinistra si deve interrogare”

Dom, 01/05/2022 - 14:43

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“Il Primo Maggio non sarà una festa fin quando la cronaca ci restituirà questa strage quotidiana di morti sul lavoro. In questi mesi, abbiamo assunto i nuovi ispettori, inasprito le sanzioni, garantito le stesse regole lungo tutta la filiera degli appalti e il migliore contratto sui cantieri dell’edilizia. Non basta, bisogna fare di più sul fronte della prevenzione. Deve passare l’equazione che insicurezza sul lavoro equivale a illegalità. Non possiamo dirci soddisfatti finché non raggiungeremo l’obiettivo di “Zero morti sul lavoro”.

Lo ha affermato il vice segretario del Pd Giuseppe Provenzano. L’ex ministro, nativo di Milena in provincia di Caltanissetta, analizzando la delicata questione, ha sottolineato: “In questi giorni, abbiamo rimesso al centro della nostra iniziativa il tema dei salari, non accadeva da tempo. Del resto, se sono fermi da tre decenni la sinistra si deve interrogare. Abbiamo discusso misure per l’equità fiscale, il rafforzamento della contrattazione, nell’ambito del quale realizzare un salario minimo nei settori dove è più alta l’incidenza della povertà lavorativa, che è uno scandalo. E poi interventi contro la precarietà, in particolare giovanile. Siamo stati i più coraggiosi nel condannare l’invasione e nel chiedere sanzioni. Ora dobbiamo essere i più coraggiosi nel fronteggiare le conseguenze della guerra, impedire che a pagarne il prezzo siano le fasce sociali più in difficoltà. La priorità è il lavoro, i salari, che con un’inflazione al 7 per cento diventano un’emergenza. Non è solo una questione di giustizia, ma di tenuta sociale. E servono risposte. Noi le abbiamo lanciate nell’agorà sulle “retribuzioni giuste”.

Provenzano ha poi concluso: “Porre la questione dei salari non è un ricatto ma la priorità. Non capirlo significa perdere di vista non soltanto le ragioni della coesione sociale, ma della stessa economia, che per reggere in questa congiuntura drammatica ha bisogno di un rilancio dei consumi, della domanda interna. Abbiamo assistito a una sceneggiata della destra sul catasto, che non andrebbe assecondata con trattative separate per noi inaccettabili. Sui temi fiscali nella maggioranza ci sono visioni opposte, la destra propone la flat tax. Ma io dico che intervenire ora per sostenere le fasce sociali più deboli, su cui si abbatte l’inflazione più duramente, non è di sinistra, è di civiltà.

“Non tutto riusciremo a fare con questa maggioranza. Ma anche per questo dobbiamo chiarire agli italiani ciò che vogliamo fare con il loro consenso alle elezioni e con un governo progressista”.

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