Mai Via Crucis potrebbe essere simbolicamente più contestualizzata di quella che si svolgerà quest’anno al Vaticano.
Papa Francesco, da ormai oltre un mese impegnato a promuovere la pace in Ucraina e a proporsi come mediatore per la fine del conflitto, ha deciso di lanciare un messaggio dall’alto valore simbolico durante la Via Crucis che si svolgerà questo venerdì santo.
La scelta ha immediatamente destato le polemiche dell’ambasciatore ucraino che ha ritenuto l’intento non idoneo alla situazione. Il Pontefice, però, è determinato ad andare avanti e affidare la croce per la pace ad Albina e Irina, due donne, rispettivamente russa e ucraina.
Quando Papa Francesco lo ha chiesto loro hanno accettato subito, senza pensarci. Hanno deciso di tirare dritto, nonostante il gran rifiuto di Kyiv.
La loro storia è stata immediatamente diffusa sui social diventando virale.
Irina è un’infermiera ucraina, Albina una specializzanda russa, entrambe lavorano al Campus biomedico di Roma.
A prescindere dalla fede, da ogni ovvio e doveroso distinguo tra invasi e invasori, quella voluta da Papa Francesco, e incarnata da Irina e Albina, rappresenta una clamorosa testimonianza di pace e fratellanza tra i popoli, che non possono essere mai identificati con chi li governa o li schiaccia. Guai a cadere in questo inganno.
“Quando ci siamo incontrate poco dopo l’inizio della guerra, Albina è venuta nel reparto. Io ero di turno” racconta Irina. “È bastato il nostro sguardo: i nostri occhi si sono riempiti di lacrime e Albina ha cominciato a chiedermi scusa. Si sentiva in colpa e mi chiedeva scusa. Io la rassicuravo che lei non c’entrava niente in tutto questo”.
Non esiste oggi messaggio più autenticamente di pace, di vicinanza, contro la guerra, il nazionalismo, la dittatura, Putin. E non poteva che venire da due donne.