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Rassegna stampa. Processione di Pasqua: a Napoli spunta il gonfalone per Ugo Russo, baby-rapinatore ucciso

Roberto Russo - corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Rassegna stampa. Processione di Pasqua: a Napoli spunta il gonfalone per Ugo Russo, baby-rapinatore ucciso

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Un gruppo di fedeli in processione lungo il corso Umberto I di Napoli, con statua di Gesù risorto, carro con immagini sacre, ma c’è anche un gonfalone con foto e relativa dedica a Ugo Russo, il rapinatore 15 enne, ucciso a Napoli da un carabiniere durante una tentata rapina la notte del 1 marzo 2020. Il piccolo corteo non è passato inosservato e alcune persone sui social hanno criticato l’iniziativa ritenendola inopportuna. Tra loro anche Ciro Di Giacomo, consigliere comunale di San Giorgio a Cremano che ha postato la foto sui social.

«Rito pagano». «Le celebrazioni con un rito pagano che non ha nulla di religioso, sono da condannare senza alcuna esitazione — ha commentato Di Giacomo — In una città moderna ed europea queste blasfemie sono intollerabili e sono un pessimo insegnamento per i giovani. È anche uno sfregio a tante vittime innocenti della camorra, quelle si che sarebbero da ricordare in ogni momento».

La denuncia di Borrelli. Anche il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, è intervenuto sulla vicenda: «Sconcertante la processione con cui tra i vessilli religiosi è stato mostrato anche il vessillo con la foto di Ugo Russo. Assurdo che si trasformi un baby rapinatore in martire. Potevano portare in processione tanti simboli positivi, invece hanno scelto questo».

La battaglia dei genitori. Va ricordato che sul caso di Ugo Russo da quasi due anni i genitori chiedono all’autorità giudiziaria di conoscere l’esatta dinamica di ciò che accadde la notte in cui il giovanissimo rapinatore morì: il carabiniere che sparò finì indagato. I genitori arrivarono anche a incatenarsi davanti al Palazzo di Giustizia per chiedere di conoscere tutti i dettagli di quella tragica notte. Mentre suscitò molta polemica in città anche la realizzazione di un murale con il volto del ragazzo ai Quartieri Spagnoli. L’attore Ascanio Celestini, insieme con avvocati, artisti e scrittori, firmò un appello per non far rimuovere quel murale, ritenendo che fosse legittima la richiesta di «verità e giustizia» da parte della famiglia.

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