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Caltanissetta, aumentano i reati in famiglia del 23% nei quartieri residenziali. Il questore Ricifari: “Il Centro storico è sicuro”

Donatello Polizzi

Caltanissetta, aumentano i reati in famiglia del 23% nei quartieri residenziali. Il questore Ricifari: “Il Centro storico è sicuro”

Ven, 10/12/2021 - 14:27

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CALTANISSETTA – “Caltanissetta è più sicura di Cuneo”. Questa la chiosa del questore del capoluogo nisseno Emanuele Ricifari (che è stato Questore anche a Cuneo) al termine della conferenza stampa in cui ha analizzato, con dovizia di dati, particolari e “ragionamenti”, la situazione della pubblica sicurezza in città. Al tavolo della conferenza stampa, che si è svolta presso la Sala Emanuela Loi della Questura, anche il sostituto commissario Salvatore Falzone, responsabile dell’ufficio comunicazione.

La valutazione verteva sul triennio 2019-2021, con un’accurata differenziazione dei reati (droga, contro il patrimonio e contro la persona) nelle diverse aree della città.

Il dato assoluto parla di una diminuzione dei reati, nel triennio, tra il 7 ed il 9%.

Particolare attenzione rivolta all’analisi della situazione del centro storico che ha evidenziato un’ancor più marcata riduzione del numero dei reati contro il patrimonio e la persona, ed un sostanziale “mantenimento”, con qualche ‘picco’, con riguardo agli stupefacenti.

“E’ consuetudine svolgere un consuntivo dell’attività svolta ed io voglio farlo, parlando di Caltanissetta. La presenza sul territorio delle forze di polizia è aumentata mediamente del 20%, in corrispondenza i reati da strada sono diminuiti del 10%. Qui apro una parentesi: sono diminuite le chiamate da strada ma sono sensibilmente aumentate le richieste di soccorso dall’interno dei luoghi privati. Adesso sono molti di più i reati contro la persona che si consumano in famiglia: l’aumento è considerevole e preoccupante, 23%”.

Qui la prima sorpresa con riferimento ai quartieri. Questa tipologia di reati consumati in famiglia è diminuita nel centro storico ed invece aumentata nella zona, che il questore, ha definito “commerciale”: viale Trieste, viale della Regione, via Filippo Turati (solo per citarne alcune). L’aumento non è soltanto quantitativo ma, purtroppo anche qualitativo. Una violenza domestica di genere contro anziani e bambini. La crescita delle fattispecie criminose nei quartieri residenziali ha interessato anche i reati contro il patrimonio e lo spaccio.

Ovviamente non possiamo non considerare che in questo triennio (2019-2021) ‘bisogna’ tener conto del lockdown, della zona rossa e della difficoltà della gestione di minori sempre più presenti tra le mura domestiche a causa della chiusura delle scuole e della dad.

Il questore ipotizza: “Un ritorno alla normalità potrebbe significare anche una diminuzione dei reati in famiglia ma, non è sicuro. Purtroppo registriamo un aumento mensile che oscilla tra il 5 ed il 7%, che poi si tradurrebbe in un 10/12% annuo. Non c’è un ambiente culturale favorevole: l’82% di queste reati è contro le donne, la restante percentuale per gli anziani ed i bambini”.

Poi si torna al centro storico, argomento molto gettonato: “Nel triennio considerato, drastica la riduzione dei reati di spaccio; in calo anche i reati contro il patrimonio; nel 2019 una diminuzione dei reati contro la persona, il numero poi si è mantenuto stabile tra il 2020 e 2021. Per citare un dato cittadino, la Provvidenza è il quartiere più sicuro”.

Nota a margine riguardante i migranti: quelli residenti nella provincia di Caltanissetta sono 4.700. Davvero pochissimi se consideriamo che in altre province, con popolazione intorno alle 300mila persone, gli stranieri sono in media 25/30 mila. La nostra città è interessata da una rilevante immigrazione di transito che “nasce” dal Centro di Pian del Lago. Il dato italiano parla di una popolazione straniera, nelle province, in media del 6% (con picchi del 20%): a Caltanissetta la media è inferiore a quella nazionale. Ricifari offre un dettaglio ‘curioso’ ma significativo: nel catanese presenti quasi cento etnie, nel nisseno solo 7.

Poi un preoccupante grido di allarme: “I nostri dati e le interlocuzioni avviate con amministrazioni pubbliche, anche quelle assistenziali, ed associazioni di volontariato, inducono a pensare che se un problema vogliamo individuare, qui il problema maggiore sono i minori; al nord sono gli anziani. Non so il perché, la mia sensazione è che noi abbiamo una rete familiare, molto coesa, ed un’attenzione che si rivolge agli anziani ma, non ai minori. Nel senso che c’è un numero di minori, vittime di disagi vari, primi tra tutti dei deficit educativi profondi; poi i problemi di violenza ‘assistita, collegata a quell’impennata di reati contro il focolare domestico, dove i minori non sono le vittime dirette ma di violenza assistita. Questo determina un ulteriore problema emergenziale a livello educativo”

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