Salute

Rassegna Stampa. Appello a Mattarella: Patrimonio archeologico lasciato all’abbandono

La Sicilia

Rassegna Stampa. Appello a Mattarella: Patrimonio archeologico lasciato all’abbandono

Mer, 20/10/2021 - 11:15

Condividi su:

Si innalza al livello della Presidenza della Repubblica la protesta del gruppo S.O.S. Sicilia centrale, che annovera varie associazioni del territorio, che chiedono di restituire legittimità e legalità agli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. Lo fanno con una lettera aperta inviata appunto al presidente Sergio Mattarella in cui manifestano «la loro viva preoccupazione per il futuro del patrimonio culturale siciliano che da almeno un decennio subisce l’azione scellerata dei governanti siciliani».

Del gruppo, che già da tempo porta avanti denunce e proposte in tema di tutela di tale patrimonio e organizzazione degli uffici ad esso preposti, fanno parte le associazioni Alchimia, Archeologica Nissena, Collettivo Letizia, Comitato Gibil Habib, Italia Nostra Sicilia, piùCittà, Pro Loco, SiciliAntica, Società Dante Alighieri di Caltanissetta. «In particolare, negli ultimi anni – si legge nella lettera – abbiamo assistito a un progressivo e deleterio processo di eradicazione dei ruoli tecnico-scientifici all’interno degli Istituti periferici dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con gravissime conseguenze sul sistema di tutela e di valorizzazione delle preziose testimonianze del nostro passato».

La protesta si riferisce a quello che viene definito «l’ultimo vergognoso atto che sta per compiersi proprio in questi giorni, in quanto sta per essere varata dal Governo regionale l’ennesima rimodulazione degli uffici della pubblica amministrazione che modificherà con un provvedimento amministrativo le leggi con le quali è stato creato il sistema siciliano di tutela e di valorizzazione, il cui reale intento non sarà quello di tagliare il numero dei dirigenti, nell’ottica di una “spending review”, come formalmente dichiarato dai nostri governanti, ma di tagliare le sezioni di Soprintendenze e Parchi Archeologici».

«Infatti, nelle Soprintendenze – prosegue la lettera – le sezioni tecnico-scientifiche previste dalla Legge Regionale 80/77 (tutt’ora vigente) verranno accorpate in due unità operative che dovrebbero, da sole, assolvere le competenze sui beni architettonici, archeologici, storico-artistici, archivistici, bibliografici, paesaggistici e demo-etno-antropologici. I Parchi archeologici, invece, a esclusione dei maggiori (Agrigento, Naxos, Morgantina e Villa romana del Casale di Piazza Armerina, Siracusa) avranno al loro interno una sola unità operativa che dovrebbe assolvere a tutti i compiti dell’Istituto, accorpando in un unico ufficio ruoli amministrativi e tecnico-scientifici sotto la responsabilità di un dirigente generico che potrebbe non avere alcuna attinenza con i beni culturali, in netto contrasto con l’articolo 9 bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio e con il D.M. 244/2019 che ha dato recentemente un ordinamento alle professioni dei beni culturali, indicando tra le attività proprie degli archeologi di prima fascia la direzione dei Parchi archeologici».

Per S.O.S. Sicilia centrale viene pertanto a mancare «soprattutto il capitale umano, quel personale di alto profilo scientifico che o è completamente assente nell’amministrazione regionale (l’ultimo concorso risale al lontano 2000) o, pur essendo in servizio, non è stato messo nelle condizioni di dare il proprio contributo perché demansionato e fortemente demotivato da un sistema di governance che nella promozione delle carriere privilegia la fedeltà all’esecutivo politico del momento, piuttosto che le competenze e i risultati nell’attività amministrativa e scientifica».

Da tutto ciò, ecco dunque l’appello a Mattarella perché intervenga «in primo luogo, a bloccare tale scellerata rimodulazione e, in secondo luogo, riportare alla legittimità e alla legalità gli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione, nell’ambito di un piano realmente finalizzato alla riduzione delle postazioni dirigenziali, a un vero risparmio della spesa e a ridare efficienza al sistema».

Pubblicità Elettorale