Trovata reliquia con documento di Santa Rosalia nella chiesa di Santa Maria
Mussomeli. Una reliquia ossea di Santa Rosalia custodita all’interno di una mantellina ripiegata sul petto della santuzza, è stata ritrovata in piena pandemia, addosso a una statua di cui nessuno aveva cognizione e che si trova da secoli custodita nella chiesa di Santa Maria del Gesù, nella teca sotto l’altare dedicato a Santa Rita da Cascia.
Il parallelo del ritrovamento della reliquia corre a cinque secoli addietro, ovvero al maggio del 1624 quando a Palermo arrivò la peste. Due mesi dopo vennero ritrovate le reliquie di Santa Rosalia che portate in processione, come chiesto in sogno dalla santuzza a un saponaro, fecero cessare la peste.
Credenze religiose a parte, di fatto abbiamo un nuovo ritrovamento storico da parte dell’ingegnere studioso, Giuseppe Canalella, di un documento ufficiale reperito negli Archivi diocesani, dove si esplicita che a Mussomeli erano state inviate più reliquie ossee di Santa Rosalia, di cui uno proprio nella chiesa di Santa Maria del Gesù.
L’ingegnere, che da tempo dà una mano a Mario Bertolone e altri giovani di Santa Maria animati da amore e buona volontà per valorizzare il proprio quartiere, una volta accertata l’autenticità del documento, ha informato il gruppo giovani “Carlo Acutis” e il comitato “Amici di Santa Maria” dell’esistenza delle reliquie della santuzza. Con la collaborazione del rettore, don Sebastiano Lo Conte e della cooperativa Agave Mediterraneo”, il gruppo giovani “Carlo Acutis” e il comitato “Amici di Santa Maria” hanno quindi riportato alla luce la statua dormiente a grandezza naturale di Santa Rosalia, pressoché sconosciuta ai più e abbandonata a se stessa e che potrebbe essere stata realizzata dal Biancardi, ma chiaramente servirà la perizia di esperti per togliere ogni dubbio.
“La statua ovviamente è stata realizzata dopo l’invio delle reliquie –conferma l’ingegnere Canalella- ma presto daremo contezza di tutto l’iter di ricerca che parte degli archivi storici e dai documenti che attestano l’invio delle reliquie a Mussomeli, ma non solo nella chiesa di Santa Maria. Nei documenti sono scritti chiaramente i nomi di chi invia le reliquie e le mani chi li riceve. Una serie di dettagli di cui avremo modo di parlarne più diffusamente, ma di certo si tratta di una scoperta molto interessante specie in queste circostanza, oggi con pandemia nel 2020 e secoli fa con la peste a Palermo.”
La statua che è stata sistemata accanto all’altare dove è stata realizzata una grotta, si può ammirare tutti i giorni dalle 8.30 alle 12, quando la chiesa viene aperta al pubblico.
Racconta Mario Bertolone: “La statua che sembra del Biancardi ed era abbandonata a se stessa, era custodita in una teca di vetro, ma era seminascosta da tendaggi e quindi pressoché invisibile e sconosciuta a tutti noi. A seguito della scoperta dell’ingegnere Canalella di un documento nell’Archivio di Agrigento, che attestava la presenza di una sua reliquia a Santa Maria, con padre Lo Conte abbiamo cercato ovunque tale reliquia, ma non siamo riusciti a trovarla. A questo punto abbiamo aperto la teca dove giaceva Santa Rosalia e sotto la mantellina che era chiusa sul petto, abbiamo trovato un reliquario a forma di cuore con un frammento osseo. Adesso abbiamo realizzato una grotta per mostrare a tutti questo ritrovamento. E stiamo organizzando un evento celebrativo nel corso del quale l’ingegnere donerà alla chiesa il documento rinvenuto e una copia sarà donata anche a Palermo, a Santa Rosalia, dove la nostra comunità è stata invitata a partecipare al festino e animare una messa.”
Gli archivi diocesani, come sempre, si rivelano una miniera per i ricercatori e la storia continua a stupire e a regalare scoperte del tempo che fu. A Santa Maria, una delle chiesa più suggestive di Mussomeli, si conservano altre teche e reliquari, tra cui quello di San Fortunato e di uno sconosciuto San Mansueto.8 FONTE: LA SICILIA ROBERTO MISTRETTA