Nella giornata dedicata alla “Festa della mamma” e nella quale l’AIRC invita ad acquistare un’Azalea per sostenere la ricerca, abbiamo incontrato Valentina Virzì, dottoressa specialista in Radiodiagnostica e responsabile del servizio di Radiologia Diagnostica e Interventistica della Casa di Cura Regina Pacis di San Cataldo, per aiutarci a capire meglio l’importanza di una corretta prevenzione.
“Oggi entrerà in sala operatoria con me, non dovrà fare nulla, semplicemente affidarsi a noi che, con un perfetto lavoro di squadra e con serenità cercheremo di realizzare un piccolo miracolo, salvare una vita, la sua vita”.
Un messaggio rassicurante tra paziente e medico curante che a tutti potrebbe capitare. Prima di arrivare a questo momento, però, ne esiste un altro, molto più importante e determinante per salvare una vita. Quello della prevenzione.
Si tratta di una fase troppo spesso ignorata, trascurata, rimandata. Eppure quella che consente di “evitare l’inevitabile”.
“Se fossi andata prima dal medico…” una frase che troppo spesso si sente dire ma che, nel 2021, appare ormai intollerabile.
“La prevenzione salva le vite”. Un’affermazione concisa ma, racchiusa in quelle 5 parole, c’è un’enorme verità.
Questa è stata la prima considerazione che la dottoressa Virzì ci ha sottolineato quando l’abbiamo incontrata per parlare di prevenzione del tumore alla mammella.
Attorno a questa consolidata verità, però, si accostano diverse variabili che, inevitabilmente, possono determinare il risultato finale.
“È il tipo di prevenzione e la sua qualità che cambia spesso il percorso della nostra vita – ha proseguito -. È il bivio che conduce a diversi percorsi, più o meno dolorosi”.
Quello del tumore alla mammella non è un percorso che può essere evitato. A volte arriva, improvviso, imprevedibile, senza campanelli d’allarme.
Che fare dunque? Rassegnarsi all’inevitabile?
“Assolutamente no. Il compito di noi medici è scoprirlo nel momento in cui possa essere sconfitto nel più breve tempo possibile, permettendo alla donna di riappropriarsi rapidamente e completamente della propria vita. Tornare a essere professionista, madre, figlia, amica, moglie. Semplicemente se stessa”.
Il tumore può colpire donne con esperienze di vita molto differenti tra loro ma c’è un elemento che le accomuna e si mostra già nel momento della diagnosi.
Ed è la chemioterapia.
“Negli occhi delle nostre pazienti vediamo la paura di non poter vivere una vita da madri, l’ansia di avere una cicatrice esterna e intima, la perdita dei capelli. E tanto altro – ha proseguito Valentina Virzì -. Riscontrare un tumore allo stadio iniziale, è l’obiettivo quotidiano di ogni singola mammografia, di ogni singola ecografia; per me, medico, è pensare: me contro te, Tumore. Voglio trovarti prima che tu faccia male a Lei.
Per fare questo, ogni singolo atto necessita di studio, di attenzione, viene aiutato dalla competenza (figlia che va sempre aiutata a crescere) e dalla tecnologia (amica carissima e preziosa)”.
Esiste un ordine da seguire, una condotta da rispettare e una strumentazione all’avanguardia alla quale affidarsi per poter consentire al medico di poter dire di aver fatto tutto il possibile per tutelare la salute della paziente e rassicurarla.
“Nella mammografia – ha proseguito la dottoressa – tutto ha origine dal giusto contatto in primis con i Tecnici di Radiologia Medica che, quando adeguatamente formati, permettono un approccio meno teso a un esame fisicamente e psicologicamente fastidioso. La capacità tecnica, poi, deve essere impeccabile. È il primo passo per giungere alle diagnosi corrette”.
La mammografia tradizionale, ormai, viene sempre più spesso sostituita da quella che viene definita, con linguaggio tecnico, la Tomosintesi con ricombinata sintetica. Le apparecchiature tecnologicamente più avanzate permettono di ottenere “volumi” di studio alla stessa identica dose utilizzata per la mammografia tradizionale, con la differenza che la tomosintesi fornisce informazioni molto più dettagliate.
Le apparecchiature devono essere assolutamente all’avanguardia: ormai la mammografia tradizionale viene sempre più sostituita da quella che si chiama Tomosintesi con ricombinata sintetica; questa viene eseguita con le tradizionali due proiezioni per mammelle. Le apparecchiature tecnologicamente più avanzate permettono di ottenere “volumi” di studio alla stessa identica dose utilizzata per la mammografia tradizionale, con la differenza che la tomosintesi fornisce informazioni molto più dettagliate.
“Per chi non ha studi del settore non è facile comprendere la terminologia scientifica – ha commentato la dottoressa Virzì -. Cerco, dunque, di spiegare alle pazienti l’importanza di questa tecnologia all’avanguardia usando una similitudine. La differenza tra la mammografia e la tomosintesi è come la differenza della lettura di un libro con scritte su pagine trasparenti. La mammografia le vede tutte sovrapposte, la tomosintesi sfoglia le pagine ad una a una. Insomma, diventa molto più chiaro comprenderne il significato!
Il percorso di diagnosi del tumore della mammella deve essere rapido, per molteplici motivi: sia di ordine scientifico-prima giungiamo alla diagnosi, più riduciamo i cosiddetti “ritardi diagnostici”- sia di ordine psicologico. Dobbiamo ridurre i tempi vuoti che alle donne in attesa di una diagnosi completa causano preoccupazione, senso di impotenza, sconforto, solitudine”.
Mammografia-ecografia-risonanza delle mammelle-mammografia con mezzo di contrasto (CESM)- agobiopsia-VABB-posizionamento dei marcatori tissutali.
Questi sono i requisiti perché un centro unico possa fornire alla Paziente- e soprattutto a chi successivamente si prenderà cura di Lei- tutti i dati utili alla terapia migliore. Scegliere un centro in cui è presente tutta la tecnologia per effettuare la corretta diagnosi del tumore alla mammella consente alla donna di seguire un percorso più rapido per raggiungere la risoluzione del problema.
“Una corretta informazione è necessaria per effettuare la migliore prevenzione possibile – ha concluso la dottoressa Valentina Virzì -. Noi ci crediamo fortemente, è la nostra scommessa. Invitiamo sempre le donne e le loro famiglie a non avere paura a fare domande sulla qualità e sulla modalità della diagnosi che verrà effettuata. Una prevenzione corretta permette di salvare la vita della paziente. E per noi ciascuna vita è preziosa e non va mai sprecata”.
Nella foto di copertina, da sinistra la dottoressa Valentina Virzì, Alisia Cersosimo (TSRM) e Maria Concetta Pantano (TSRM)
