CALTANISSETTA – Quella del 13 maggio è una data da ricordare nella storia della nostra città perché quel giorno del 1900, al cospetto di una grande folla convenuta sul monte San Giuliano, veniva posta la prima pietra del monumento al Redentore. Si passava praticamente, dunque, alla fase dei lavori per l’erezione del simulacro che non era comunque evento che coinvolgeva solo i nisseni, ma rientrava nel più generale progetto lanciato l’anno prima a livello nazionale.
Il 2 giugno 1899, infatti, il Comitato Internazionale Romano costituitosi per l’Omaggio solenne a Gesù Cristo Redentore aveva deciso, approssimandosi il Giubileo dell’Anno Santo annunciato da papa Leone XIII e l’avvento del nuovo secolo, di innalzare a loro celebrazione 19 monumenti al Redentore sulle principali alture italiane. Per la Sicilia, su proposta del canonico nisseno Francesco Pulci, storiografo della Chiesa nissena nonché corrispondente locale del Comitato Romano, era stata scelta proprio l’altura di San Giuliano.
E Pulci sarebbe stato un protagonista nell’iter per la realizzazione del monumento e delle tante iniziative e manifestazioni ad esso collegate, compresa la costituzione e il coordinamento di un Comitato esecutivo locale e di comitati per la raccolta di offerte. Ma, al culmine di tanto impegno, invidie e gelosie ne avrebbero più tardi amareggiato l’esistenza. Il 20 gennaio 1900 era stato stipulato il contratto per la realizzazione del simulacro con la ditta Rosa e Zanazio di Roma, per una spesa convenuta di 12.000 lire.
E mentre a Caltanissetta si ultimavano le pratiche per l’espropriazione dell’area su cui erigere il monumento, la fusione in bronzo della statua – dapprima la parte superiore e poi quella inferiore – veniva eseguita dalla fonderia romana dei fratelli Mercatali. A proposito dell’espropriazione del terreno occorrente, questa non si era rivelata molto agevole e comunque aveva comportato una spesa non indifferente, eccezion fatta per lo spezzone ceduto gratuitamente dal nobile Michele Calafato. Altrettanto generosamente i periti agronomi chiamati a stimare le terre da espropriare e i notai che avevano redatto gli atti di acquisto, avevano rinunciato ai propri onorari.
Uno spezzone apparteneva a tale Michele Valenza, il cui figlio anni prima, scavando in quel posto, aveva rinvenuto una medaglia con da un lato la testa della Madonna e la dicitura Mater Christi, dall’altro la testa del Redentore e le parole Salvator Mundi: quasi un segno del destino che quel luogo dovesse essere consacrato al Cristo benedicente. Ma eccoci al pomeriggio del 13 maggio 1900, quinta domenica di Pasqua, quando una folla di circa 16 mila persone si porta sul San Giuliano per assistere alla cerimonia di posa della prima pietra del monumento, vale a dire il basamento destinato ad accogliere la piccola cappella, su progetto dell’architetto Ernesto Basile direttore della Scuola di Belle Arti in Sicilia: e questo, in attesa che da Roma arrivi la statua bronzea da collocarvi sopra.
Sull’altura arriva il vescovo di Caltanissetta mons. Ignazio Zuccaro, accompagnato dal Capitolo Cattedrale, dal Clero e dai seminaristi, accolti dai componenti del Comitato cittadino, dopodiché si dà inizio alla funzione. Viene letta e firmata una pergamena che tramanda il solenne evento e dove sono riportati i nomi di tutti i vescovi siciliani, dei componenti il Comitato nisseno, degli autori della statua, della fusione, del progetto della cappella. La si introduce in un tubo di cristallo nel quale vengono inserite anche quattro medaglie con l’effigie del Redentore, del pontefice Leone XIII, dell’apertura della Porta Santa e della Croce del Giubileo.
Viene aggiunto un marengo d’oro di Umberto I offerto dal conte Ignazio Testasecca. Il tubo viene inserito in un altro di cemento e collocato nell’apposito spazio creato all’interno della pietra benedetta dal vescovo che provvede a stendere la prima calce. Tocca poi all’appaltatore nisseno Calogero Dell’Utri, che ha avuto commissionati i lavori di costruzione, calare la pietra nelle fondamenta. Si concludeva qui il primo e affollato momento dedicato al nuovo simbolo di fede eretto a rappresentare la Sicilia tutta (e, dunque, non solo Caltanissetta…).
Il secondo momento di mobilitazione cittadina ci sarebbe stato il successivo 29 luglio con l’innalzamento della statua bronzea sul basamento-cappella, anche qui alla presenza di una folla enorme e lo scampanio delle campane di tutte le chiese della città. A fare saltare però la prevista cerimonia di inaugurazione è la notizia dell’assassinio di re Umberto I, cosicché si dovrà attendere il 29 settembre, festa del patrono San Michele, per riportare la folla sul San Giuliano dove il cardinale Francica Nava benedirà il monumento.