Salute

Imprenditore Gero Corbetto e Covid. Appello da non trascurare e ricoverarsi quando è necessario

Redazione

Imprenditore Gero Corbetto e Covid. Appello da non trascurare e ricoverarsi quando è necessario

Mar, 04/05/2021 - 12:45

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MUSSOMELI. “Gli angeli del Covid non hanno volto ma sorridono con gli occhi e carezzano con le parole. Posso solo dire che sono arrivato piangendo perché pensavo di non farcela e sono uscito domenica dal reparto Covid di Agrigento, ma con lacrime di gioia.”

Così ieri l’imprenditore 48enne Gero Corbetto, una vita spesa per il lavoro, che insieme a tutta la sua famiglia, allargata anche a fratelli e sorella, è rimasto vittima del contagio da coronavirus variante inglese.

Diciamo subito che nella grande famiglia Corbetto, molto nota in città per le attività che svolge, adesso stanno tutti bene e la brutta avventura sembra ormai essere definitivamente alle spalle, ma a vedersela brutta è stato proprio Gero Corbetto.

Per lui è stato necessario fare ricorso al ricovero ospedaliero dopo giorni di febbre alta, e adesso, con la grande paura alle spalle, l’imprenditore mussomelese, con la voce non affamata d’aria ma rotta dall’emozione, questo sì, racconta quei giorni drammatici, quando ha temuto davvero di non rivedere i suoi cari e ringrazia gli angeli senza volto della sanità. Quei lavoratori che fanno la differenza in corsia, quando una parola, un gesto gentile, uno sguardo sorridente, diventano efficaci quanto le terapie.

“Diciamo che stavolta ho messo giudizio –dice Corbetto- perché pensavo davvero di non farcela e ringrazio il Signore e tutti quelli che mi hanno aiutato a superare questi giorni terribili. Non dico che ero scettico verso il Covid, questo no, perché nel mio lavoro, con gli operai, indossavamo la mascherina, ci sanificavamo le mani, ma dentro di me pensavo: proprio a me deve capitare? E invece! Per fortuna ho trovato degli angeli in corsia e grazie al loro aiuto oggi sono di nuovo qua, a casa mia.”

Gero Corbetto ripercorre quindi quei giorni drammatici, quando si diffuse la notizia del focolaio da contagio che aveva colpito la sua famiglia e vennero chiuse tutte le attività.

“Io ero risultato negativo a seguito di tamponi e quindi mi ero trasferito in campagna visto che tutta la mia famiglia era positiva, ma poi quando ho avuto i sintomi e al controllo sono risultato positivo, sono tornato a casa. Sono stato costantemente seguito dai medici dell’Usca di Mussomeli che ringrazio davvero per la loro presenza. Mi chiamavano ogni giorno per sapere come stavo, ma quando hanno visto che febbre non scendeva e si manteneva sui 39°-40°, mi hanno detto che dovevo ricoverarmi. Io ero contrario, avevo paura, ma quel ricovero, è stata la mia fortuna. Sono salvo grazie alla professionalità dei nostri medici. Come si evidenziano i problemi e le cose che non vanno, così vanno dette le cose che funzionano. Non trovando posti liberi a Caltanissetta, quindi con l’ambulanza del 118 sono stato trasferito al Covid di Agrigento e ho trovato personale meraviglioso, dal primario il dott. Pace alla dott.ssa Mira, allo pneumologo, agli infermieri e Oss. Non li vedevo neppure, solo gli occhi si riuscivano a scorgere, ma la loro forza, l’incitamento, la professionalità, il sostegno, mi hanno fatto sentire meno solo. Piangevo quando sono arrivato, ma la dott.ssa Mira mi ha detto: “Guardi, se fosse arrivato prima sarebbe stato meglio, ma entro tre giorni la rimettiamo in piedi, quindi animo, non faccia così.”

Io dopo quattro giorni di febbre non capivo più niente, ma avevo dei pregiudizi, invece mi sono dovuto ricredere. Ho trovato professionisti meravigliosi. E quando domenica mi hanno dimesso, quasi non ci credevo. Ecco perché oltre a ringraziare gli angeli della nostra sanità, voglio fare un appello a tutti quanti: non trascurate il Covid, non siate scettici e non rifiutata il ricovero quando serve, i medici sanno quello che fanno. E io sono qui oggi a testimoniarlo. Quando sono uscito gliel’ho detto alla dottoressa: sono entrato piangendo ma esco ridendo, e queste sono solo lacrime di commozione.”

Gero Corbetto non ha avuto bisogno di essere sottoposto a terapia ad ossigeno col casco. La sua forte fibra gli ha permesso di reagire e bene ai farmaci ed è stato ossigenato con normale mascherina. Da alcuni giorni è rientrato a casa sua, è autonomo, è stato sottoposto a tampone molecolare ed è in attesa del risultato. Ha voluto raccontare la sua storia per sensibilizzare tutti a non trascurare il Covid e tanto meno a rifiutare il ricovero quando è necessario. (FONTE LA SICILIA: ROBERTO MISTRETTA)