Il Presidente della Società Nissena Storia Patria chiarisce in merito a una “presunta diatriba” del dipinto “Allegoria dell’Italia” di Gino Morici attualmente conservato nella sede della Banca Sicana.

“Il dipinto – ha scritto il Presidente Antonio Vitellaro – non è situato nella stanza del presidente, come maliziosamente si insinua, ma è collocato nella sala a cui era destinato, quella del telegrafo, oggi aperta al pubblico.

L’opera non è un “quadro” a sé stante, ma una decorazione che fa parte della stanza in cui è collocata perché realizzata per essere inserita nella struttura architettonica dell’edificio, come, d’altronde, altri dipinti presenti nello stesso immobile.

Non a caso l’assessorato regionale ai beni culturali ne ha decretato l’inamovibilità dalla sala del telegrafo il 5 giugno 2018.

Ora l’amministrazione delle poste ha chiesto all’assessorato regionale dei beni culturali la revisione del procedimento del vincolo. Questa richiesta suscita meraviglia, perché nulla è cambiato nel frattempo; anzi, un apposito decreto della regione siciliana definisce l’intero palazzo un luogo dell’identità e della memoria del pittore Gino Morici, un vero e proprio museo a lui dedicato.

La Società Nissena di Storia Patria, che ha per prima segnalato l’importanza di questo ciclo di decorazione parietale mediante uno studio di Anna Maria Ruta apparso sul n. 3 della propria rivista “Archivio Nisseno” del luglio 2008, ribadisce la necessità salvaguardare l’integrità di questo episodio di decorazione parietale di eccezionale valore storico, evitandone un irresponsabile smembramento”.

Nella foto: Il giorno in cui è stata siglata, alla presenza e con l’assenso del soprintendente Lorenzo Guzzardi, la proroga al 31 dicembre 2015 dell’esposizione del dipinto “Allegoria dell’Italia” di Gino Morici.