Salute

Storia di ordinaria follia: per carenza letti un uomo immobilizzato viene riportato a casa

Redazione 2

Storia di ordinaria follia: per carenza letti un uomo immobilizzato viene riportato a casa

Sab, 10/04/2021 - 22:32

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Un uomo con forti dolori alle articolazioni e’ stato portato da un’ambulanza in ospedale da dove, essendo risultato positivo al Covid e non trovando posti letto, e’ stato fatto riaccompagnare a casa dove e’ rimasto solo per ore, impossibilitato a muoversi e senza niente da mangiare, fino a quando non e’ riuscito a chiamare i carabinieri e solo dopo altre cinque ore e’ stato portato in ospedale.

A riferire l’incredibile storia e’ il sindaco di Soverato Ernesto Alecci, intervenuto a casa dell’uomo, sulla sua pagina Facebook parlando di “storia di ordinaria follia”.

Alecci e’ stato contattato dai carabinieri e ha chiamato l’uomo che gli ha raccontato che ieri pomeriggio aveva chiamato il 118 perche’ era “paralizzato a letto dal dolore.

L’ambulanza lo preleva e lo porta a Lamezia dove gli fanno un tampone. Purtroppo risulta positivo e quindi dopo diverse ore in cerca, senza successo, di un posto letto, alle 4 del mattino lo riportano a casa e lo rimettono a letto con un catetere, solo e senza assistenza.

Mi dice – racconta Alecci – che non mangia da 2 giorni e che si sente male”. Alecci ha chiamato i medici Usca di Soverato e dopo avere fatto la spesa e’ andato a casa dell’uomo dove entra con le chiavi fornite da un parente.

I medici, racconta Alecci, “lo cambiano e sostituiscono il catetere. Non sono pero’ attrezzati alle cure domiciliari. I sanitari Usca possono intervenire solo sui positivi ma non per altre patologie.

Allora chiamo il servizio assistenza domiciliare sanitaria ma mi dicono che per i casi positivi al Covid non possono intervenire”.

“Insomma – scrive tutto in maiuscolo Alecci – l’assistenza domiciliare non interviene per i positivi al Covid e l’Usca interviene per i positivi al Covid ma solo per i sintomi da Covid e non per altre patologie”.

L’uomo, intanto, puo’ deglutire ed ha dolori forti. “Ci dice – racconta Alecci – di aver avuto una emorragia digestiva dovuta all’abuso di antidolorifici presi nei giorni precedenti.

Chiamo il 118 per un ricovero ma mi dicono che siccome la saturazione e’ buona non possono intervenire perche’ i posti letto sono pochi ed occupati.

I sanitari Usca (molto scrupolosi ed attenti) provano a fare il possibile ma la situazione non migliora.

Richiamo il 118. Arriva l’ambulanza, medico ed infermieri molto bravi e scrupolosi, iniziano le cure nel tentativo di poter mettere il paziente in grado di seguire la terapia in casa.

Dopo mezz’ora anche loro si accorgono che la situazione e’ piu’ complicata del previsto ed alle 16.20 finalmente viene portato in ambulanza”.

“Rimango a guardare l’ambulanza andare via – scrive Alecci – dopo quasi 4 ore e mezza di stress, ansia e nervosismo.

Mi rimangono in mano le chiavi di casa del signore e tanto sdegno, amarezza e rabbia. I sanitari dell’Usca salutandomi mi dicono che quelle che hanno usato sono le ultime mascherine e gli dico che in settimana provero’ a procurarne per donargliele”.

“Ancora – conclude Alecci – sento parlare di nomine, commissari, grandi scienziati e supereroi. Sui social chi parla dei grandi sistemi, della politica del rinnovamento, dei partiti e dei movimenti. Intanto la gente muore ed i posti letto dopo un anno ancora mancano. Vergogna!!!

Noi calabresi, tutti, dobbiamo solo vergognarci per come abbiamo ridotto la nostra regione”.