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Sicilia, Ristoratori proclamano lo stato di agitazione permanente

Redazione 2

Sicilia, Ristoratori proclamano lo stato di agitazione permanente

Mer, 07/04/2021 - 17:52

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I ristoratori siciliani proclamano lo stato di agitazione permanente.

Da oggi, parte la mobilitazione, viene spiegato, “di tutti coloro che, da 13 mesi, hanno dovuto chiudere le loro attivita’ e non hanno avuto aiuti dallo stato. Una piattaforma rivendicativa verra’ inviata a tutte le prefetture siciliane per esprimere la protesta della categoria e chiedere con forza la riapertura immediata delle attivita'”.

Questa mattina, a Ragusa, in piazza Matteotti, si e’ svolta la manifestazione indetta e coordinata da Co.Ri.Sicilia, l’associazione costituita dai titolari di ristoranti, bar, pizzerie, pub, pasticcerie.

Massiccia la partecipazione: hanno aderito ed erano presenti il movimento Le Partite Iva, Movimento Imprese e Ospitalita’ (#MioItalia) e il gruppo “Brigate di Sala e Cucina”, composto da chef, direttori di sala e camerieri.

In piazza hanno parlato Raffaele Fiaccavento, presidente di Co.Ri.Sicilia, Ilda Migliorino, segretaria di Co.Ri.Sicilia, Monica Furnaro, Barbara Cannata, del movimento “Le Partite Iva”, Amedeo Monopoli, di “#MioItalia”. Sono intervenuti anche Stefania Ridolfo (delle Brigate di Sala e Cucina), Federica Bisegna, della compagnia G.o.D.o.T. per il settore teatro e cultura, Peppe Firera, in rappresentanza degli animatori di eventi ed un giovane diciasettenne, figlio di un ristoratore che ha letto una commovente lettera indirizzata ai parlamentari ed alle istituzioni.

Una delegazione, composta da Raffaele Fiaccavento, Barbara Cannata e Amedeo Monopoli e’ stata ricevuta dal prefetto, Filippina Cocuzza. I ristoratori hanno chiesto l’apertura di un tavolo permanente a livello nazionale per concordare tutte le procedure per una immediata apertura in sicurezza dei locali di ristorazione.

“Le nostre attivita’ sono chiuse da mesi e non abbiamo ristori, ma solo briciole – ha detto Raffaele Fiaccavento – la misura e’ colma. Abbiamo messo a punto tutti i protocolli di sicurezza che ci sono stati chiesti, ma siamo stati costretti lo stesso alla chiusura. La soluzione e’ solo una: chiediamo di poter tornare a lavorare, garantendo il rispetto di tutte le misure previste”. “Il prefetto ha ascoltato le nostre richieste – ha detto Barbara Cannata – e si fara’ portavoce presso il governo.

Questa e’ una richiesta di “equita’ sociale. Da tredici mesi non lavoriamo, noi non facciamo parte dei cosiddetti garantiti. Accanto all’emergenza sanitaria, in Italia, esiste l’emergenza sociale: anche i nostri dipendenti e le loro famiglie sono stati abbandonati e sono sulla strada: oggi non hanno piu’ un reddito”.

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