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Caltanissetta, la protesta civile dei commercianti: “Fateci riaprire in sicurezza” – Le FOTO

Redazione 2

Caltanissetta, la protesta civile dei commercianti: “Fateci riaprire in sicurezza” – Le FOTO

Lun, 19/04/2021 - 15:25

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Questa mattina, davanti a Palazzo del Carmine, cittadini e imprenditori si sono riuniti per manifestare, pacificamente, una condizione di totale sfinimento.

Ad ascoltarli, per poter veicolare le loro proposte ai tavoli regionali e nazionali, l’amministrazione comunale e, in particolare, il Sindaco Roberto Gambino e la vicesindaco Grazia Giammusso.

Megafoni alla mano, per poter garantire un adeguato distanziamento fisico così come previsto dalle misure di sicurezza anti contagio del Covid 19, gli imprenditori hanno detto “basta” a un sistema che, così impostato, proprio non funziona.

Ristori assolutamente inesistenti e sproporzionati rispetto alle reali perdite nonchè una strategia di aperture legate a codici Ateco che non ferma il contagio ma soltanto gli imprenditori che vogliono lavorare.

“Siamo assolutamente solidali con tutti i commercianti della città – ha commentato a margine della manifestazione Grazia Giammusso –. Loro di “piccolo” hanno soltanto il nome perché rappresentano il futuro e la speranza di una città che vuole tornare ad essere grande. Sono persone e famiglie che hanno bisogno di riaprire le loro attività senza dover temere il balletto delle chiusure o di acquistare materie prime e prodotti con il dubbio di dover riabbassare le saracinesche e lasciare tutto invenduto.

La manifestazione, apolitica, si è svolta nel massimo rispetto delle normative e ci ha consentito di poter ascoltare tutte le loro esigenze – ha proseguito la vicesindaco -. Porteremo avanti queste istanze. Per quanto concerne il nostro territorio auspichiamo di poter replicare tutte le agevolazioni fiscali messe in atto nel 2020 per poter sostenere il più possibile il nostro territorio martoriato non soltanto dal Covid ma anche dalla crisi economica”.

“Non si possono esautorare i sindaci della facoltà di decidere per la propria città e per questo stiamo valutando l’eventualità di un ricorso al tar nei confronti della regione – ha commentato il Sindaco Roberto Gambino -. Con due righe su una circolare non si consente ai sindaci di decidere se chiudere o aprire le scuole tra le altre cose. L’ho detto stamattina ai commercianti che si sono riuniti dinnanzi palazzo del Carmine per protestare contro le chiusure dettate dalla zona rossa.

Una zona rossa che così com’è strutturata non è servita a nulla. Solo ad indebolire ed a impoverire il tessuto sociale di una città già povera. Stiamo lavorando per prolungare gli sgravi fiscali anche per tutto il 2021, stiamo provando a vedere se sarà possibile mettere in atto ulteriori aiuti .

Mi hanno chiesto di decurtarmi lo stipendio, lo faccio già ogni mese, il 20 per cento. Lo fanno tutti gli assessori della giunta. Se solo questo potesse servire ne sarei felice.

Le istanze invece rivolte al governo nazionale saranno recapitate immediatamente. Noi ci vediamo venerdì per la tanto vituperata diretta nella quale faremo il punto della situazione sperando di essere già in arancione”

“Chiediamo – dice Michele Tornatore, ristoratore – che vengano eliminate le zone a colori (gialle, arancioni e rosse) perche’ se siamo ancora a parlare di contagi evidentemente qualcosa non ha funzionato.

Bisogna riaprire in assoluta sicurezza e a nostra volta vogliamo garantire la sicurezza dei nostri clienti. Il sindaco ci puo’ aiutare rimodulando le tasse locali. Abbiamo chiesto l’annullamento della Tosap per il 2021, la riduzione della tassa sui rifiuti, la rateizzazione dei tributi locali del 2020 perche’ impossibilitati a pagarli. Chiediamo inoltre al sindaco che si faccia portavoce nei confronti del Governo centrale rappresentando la situazione drammatica che stiamo vivendo e lo stato di malessere generale”.

Caltanissetta e’ zona rossa da piu’ di un mese e i commercianti ormai non hanno piu’ fiducia nel futuro.

“Gli ultimi aiuti sono stati dati in relazione al fatturato – dice Liborio Di Buono, proprietario di un negozio di arredamento – ed e’ una cosa assurda perche’ il fatturato e’ la somma di scontrini e fatture emessi in un anno. Ma io potrei emetterli non guadagnando una lira e solo per fare cassa. Cio’ vuol dire che magari svendo la merce che ho, non guadagno, ma lo faccio per poter pagare fornitori e utenze.

La soluzione non la possiamo dare noi. Non so se per esempio alcuni capitoli del bilancio possono essere spostati per aiutare noi. Mi viene da pensare alle somme che sarebbe dovute servire per la Settimana Santa e che non saranno utilizzate. Noi abbiamo coinvolto il sindaco come portavoce politico, perche’ i nostri tempi non sono quelli della politica. Io il problema ce l’ho oggi”.

Al momento quello che è avvenuto è stata una reazione a catena devastante. Se i commercianti non vendono non possono pagare nè i fornitori nè gli affitti dei locali. E il profitto mancato non verrà reimmesso nel territorio per far muovere l’economia locale. Ciascun anello è indispensabile per il benessere collettivo.

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