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Storico realizza video per fare conoscere bellezze nascoste di Mussomeli e ipotizza origini bizantine

Redazione

Storico realizza video per fare conoscere bellezze nascoste di Mussomeli e ipotizza origini bizantine

Mer, 09/12/2020 - 08:06

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MUSSOMELI – E se Mussomeli non fosse né di origine medievale e né araba, bensì bizantina?

L’ipotesi suggestiva trova spazio nell’ultima puntata di un’interessantissima escursione storica alle origini della terra manfrida che stanno facendo due mussomelesi doc.

E se non tutti sanno dove si trova il Porticato dei Monti, specie tra i più giovani, contati davvero sono quelli che anche a Mussomeli saprebbero individuare il Cortile Catabba, di impianto arabo. Ebbene, a rendere fruibili a tutti adesso questi luoghi, specie ai più giovani adoperando dei mezzi a loro congeniale come i social, ci stanno pensando Michele Ognibene e Salvatore Favata.

E si sono molti modi di declinare l’amore per le proprie origini, il loro è di impatto immediato.

Da due mesi lo storico Michele Ognibene lo sta facendo in maniera mirabile adoperando i social e realizzando dei video su angoli noti e meno noti di Mussomeli, soffermandosi sui palazzi nobiliari e su interi quartieri, ricostruendo le origini e le sviluppo nei secoli, con un linguaggio chiaro e alla portata di tutti.

“Sto facendo questo lavoro con un pizzico di umiltà in modo da non montarmi troppo la testa –dice lo storico Michele Ognibene- cercando di non utilizzare parole piene di tecnicismi, ma un linguaggio lineare e comprensibile a tutti.”

Ad affiancarlo in quest’avventura cominciata lo scorso novembre e che ha già registrato cinque puntate disponibili su youtube, l’ultima registrata il 4 dicembre scorso, lo storico ha voluto un cameraman d’eccezione come Salvatore Favata, freelance amatoriale che vanta un’esperienza ventennale e oltre due milioni di visualizzazioni coi suoi video.

La prima puntata è stata dedicata, e non poteva essere altrimenti, alle origini del quartiere Madrice, la cosiddetta Terravecchia, sorta attorno a quella che in origine era la chiesa di San Giorgio, patrono dei Chiaramonte, dove poi sorse la chiesa madre intitolata a San Ludovico.

Quindi la seconda puntata, sulle origini della Via Fuori le mura, comunemente nota ai locali come “Muru ruttu”, ovvero la zona che sorge fuori di quelle che erano in origini le mura cittadine dove si apriva la porta grande per l’accesso a Terravecchia.

La terza puntata è stata dedicata alla Torre dell’orologio, la cinquecentesca torre civica voluta da Cesare Lanza e poi rimaneggiata nei secoli seguenti, che ospita anche il grandioso orologio comunale i cui rintocchi del ciccanninu sono però muti da troppi anni.

Nessuno infatti, ricarica il meccanismo che mette in moto gli ingranaggi meccanici. E grosse lance dell’orologio non scandiscono più il tempo a Mussomeli.

Quarta puntata, la coppia Ognibene/Favata l’ha dedicata al seicentesco Palazzo Trabia, che sorge in Piazza Roma, dove un tempo faceva bella mostra di sé la marmorea fontana di Petreppaulo, ovvero la Fontana di Nettuno che mano ignota smontò un secolo fa rimontandola chissà dove.

Da ultimo, la quinta puntata dal titolo Mussomeli tra Bizantini e Arabi/Il cortile Catabba e il Porticato dei Monti, che getta nuove suggestive ipotesi sulle origini di Mussomeli.

Per lo storico infatti, la struttura urbanistica a labirinto con cortili chiusi e stanze con volte arcuate del quartiere CAtabba/Porticato, è tipica dei Bizantini e cita a tale proposito dei testi che consultò a Sofia, Bulgaria, anni addietro.

Una tesi che sposta di almeno ottocento anni prima la nascita di Mussomeli, se si considera che le origini della città non a caso chiamata anche Terra Manfridae vengono fatte risalire al medioevo, nella seconda del 1300, quando Manfredi III riedificò il castello su una preesistente fortezza araba. I Bizantini come è noto dominarono la Sicilia dal 535 sino alla conquista degli islamici e in zona si trova traccia del loro passaggio nelle pitture rupestri di San Marco a Sutera. ( FONTE: “LA SICILIA” Roberto Mistretta)

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