Antonello Montante, l’ex leader di Confindustria Sicilia arrestato nell’ambito dell’operazione “Double Face” e condannato in primo grado a 14 anni di reclusione, nel periodo in cui era in carcere era affetto da un disturbo psichiatrico che tuttavia era compatibile con il sistema carcerario. E’ emerso nell’ambito del processo, che si svolge in Corte d’appello a Caltanissetta, con il rito abbreviato, nei confronti di cinque imputati accusati di aver fatto parte del cosiddetto “Sistema Montante” in grado di di influenzare per anni le scelte della Regione.
A sostenere questa tesi sono stati due periti, Cataldo Raffino e Domenico Micale, nominati nel processo di primo grado dal gup di Caltanissetta. Hanno anche aggiunto che l’imprenditore nisseno era affetto da depressione reattiva dovuta al mutamento delle sue condizioni di vita. I due periti hanno visitato Montante il 12 gennaio 2019, ma l’imputato gia’ da sei mesi faceva uso di ansiolitici e antidepressivi.
A chiedere l’esame dei due periti sono stati i legali di Montante, Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina, al fine di acquisire elementi in ordine alle condizioni di salute dell’imputato con particolare riferimento alla natura della patologia depressiva dalla quale era affetto, alla sua evoluzione e alle sue conseguenze. L’ex paladino dell’antimafia e’ accusato di associazione finalizzata alla corruzione. La prossima udienza e’ fissata per il 15 gennaio.

