Salute

Covid e violenza familiare: in Germania vittime in aumento

Redazione 2

Covid e violenza familiare: in Germania vittime in aumento

Ven, 27/11/2020 - 12:40

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La violenza sulle donne ha un’origine precisa: “il potere”, scandisce la nota attivista per i diritti umani Seyran Ates, che a Berlino ha fondato una moschea liberale e conosce molto bene il problema.

“Alcuni torturano i loro popoli, altri torturano le donne nella loro vita privata”, ha spiegato ieri sera a un incontro digitale, promosso da Uim Germania e “Il Mitte” in collaborazione con l’Ambasciata italiana e il Comites di Berlino.

“Paura non abbiamo! Combattere la violenza di genere, a Berlino” ha dato la possibilita’ alle donne in difficolta’ di farsi avanti (in modo anonimo) per rivolgere le proprie domande a degli esperti.

La violenza sulle donne e sugli adolescenti, nella pandemia che costringe tutti a stare a casa, e’ un fenomeno tristemente in aumento anche in Germania.

E l’incontro ha fornito preziosi impulsi a chi non e’ ancora riuscito ad emergere dal tunnel della paura. “Ci vogliono norme, ma queste non bastano”, ha detto l’ambasciatore Luigi Mattiolo, intervenendo in apertura, alla conferenza moderata da Lucia Conti (direttrice del Mitte) e organizzata insieme al consigliere diplomatico Susanna Schlein.

“Servono hotline telefoniche, programmi di sostegno, investimenti sull’educazione delle generazioni piu’ giovani”, ha elencato. “L’impegno dell’Italia si rafforza di anno in anno in questo ambito”, ha anche ricordato citando l’adesione alla convenzione di Istanbul e il codice rosso adottato nel 2019.

Eppure la strada e’ ancora lunga: “Se in Germania una donna sporge denuncia, il familiare violento viene fatto uscire di casa. In Italia, invece, sono le donne a fuggire”, ha spiegato Alessandra Menelao, responsabile italiana dei centri di ascolto UIL contro tutte le violenze.

Le donne si sentono in colpa a denunciare i partner, “e quando lo fanno rischiano che vengano portati loro via i figli”. Una distorsione del sistema da correggere. L’aumento della violenza durante la pandemia e’ stato avvertito anche nella capitale tedesca, dove sono stati procurati 205 nuovi posti di ospitalita’ per le vittime, proprio per far fronte alle moltissime segnalazioni arrivate col Covid.

Oltre a Michael Bendix Kaden, responsabile della sezione “protezione vittime violenza domestica e stalking” della polizia di Berlino, all’incontro era presente la nota avvocatessa Seyran Ates, che ha rilasciato un’intensa testimonianza. “Come donna e come attivista dei diritti umani m’intristisce che non siamo piu’ avanti nella nostra battaglia. Una delle piu’ grandi sfide resta quella di rompere il silenzio”.

La Seyres ha anche raccontato di avere un libro molto a cuore: “‘Volevo i pantaloni’ dovrebbe essere un testo obbligatorio a scuola”, ha affermato. Ci sono tante somiglianze dei meccanismi descritti da Lara Cardella nella Sicilia degli anni ’80, ha concluso, con gli abusi che s’incontrano nel mondo musulmano.

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