Si è concluso il secondo weekeend di screening destinati alla comunità scolastica della primaria e secondaria di secondo grado.
Dopo le lunghe code che si sono verificate durante il primo appuntamento, l’ASP di Caltanissetta ha deciso dicambiare strategia e procedere allo screening soltanto per chi si era precedentemente prenotato sul sito.
Il risultato raggiunto, per l’azienda sanitaria nissena, è stato molto positivo poiché si è data la possibilità di identificare nuovi soggetti asintomatici e proceduto ad attivare l’isolamento del paziente, tracciamento dei contatti stretti e disposto la quarantena cautelativa in via preventiva.
In generale è necessario sapere che se si registra un caso di positività nelle scuole l’ASP invia una nota all’istituto interessato e indica tutti i soggetti per i quali è stata previsto l’isolamento.
Il virus, però, ha bisogno di qualche giorno per passare dalla fase di incubazione a quella dello sviluppo dei sintomi clinici. Ed è per questo motivo che il tampone, agli alunni della classe e agli insegnanti, viene effettuato solo dopo qualche giorno.
L’ASP continua a ribadire che le scuole sono luoghi sicuri perché, fatta eccezione per alcuni Comuni, non è stato necessario chiudere tutti gli edifici scolastici. La rete di distanziamento sociale ha funzionato e, a oggi, nessun positivo in classe, tra alunni, docenti e personale ATA, ha causato un focolaio di contagi.
“Non bisogna mai abbassare la guardia – ha ribadito Benedetto Trobia, Dirigente ASP referente Covid area Nord della Provincia di Caltanissetta -. Ogni luogo è potenzialmente pericoloso per contrarre il virus e non importa se si è al lavoro o si sta acquistando la spesa.
Tutti devono rispettare il distanziamento sociale di almeno 1 metro, indossare la mascherina e igienizzare spesso le mani. Soltanto così sarà possibile evitare di contrarre il virus.
Genitori, alunni ma soprattutto i docenti, però, devono assicurarsi che queste tre regole vengano rispettate sempre e da tutti. Gli insegnanti svolgono il compito più faticoso perché devono assicurarsi di avere autorità e autorevolezza nei loro alunni”.
Cresce, però, la preoccupazione dei genitori che chiedono maggiore protezione per i loro figli. Mantenere le distanze non è sempre facile per dei bambini che hanno sempre fatto del “contatto fisico” la loro principale forma di comunicazione.
“Non trascuriamo nulla e ogni caso viene gestito con estrema cautela” ha ribadito il dirigente sottolineando che, adesso, l’ASP sta cercando di puntare soprattutto sulla terapia domiciliare.
“Il medico dell’USCA (unità speciali di continuità assistenziale) contatta telefonicamente il paziente chiedendo il controllo dei parametri fisiologici, verifica la terapia farmacologica prescritta e monitora i sintomi. Questo approccio consente di mantenere il paziente a casa lasciando i posti in ospedale liberi e a disposizione dei malati gravi. Il sistema non si intasa e il soggetto rimane nel suo appartamento”.
Particolare attenzione e cautela va riservata a tutti i pazienti in quarantena, a prescindere che siano malati, contatti stretti o abbiano semplicemente avuto un incontro breve con un positivo.
“La soluzione migliore – ha concluso il medico – è quella di mantenere la persona sospetta chiusa in una stanza. Un “sacrificio” necessario se non si è ancora certi dell’effettivo stato di salute. Soltanto dopo 10 giorni dall’ultima esposizione, se non si saranno verificati sintomi e se il tampone effettuato è negativo, allora, il soggetto potrà nuovamente uscire dalla propria stanza e dall’abitazione”.

