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Favara: nasce Human Forest per arricchire la Farm Cultural Park

Marcella Sardo

Favara: nasce Human Forest per arricchire la Farm Cultural Park

Lun, 14/09/2020 - 16:49

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Riqualificazione urbana studiata da un ampio gruppo di esperti e professionisti, architetti, paesaggisti, agronomi, botanici, artisti, giornalisti, psicologi, sociologi e psichiatri

Prosegue il percorso di riqualificazione nel Comune agrigentino di Favara. Gli ideatori di Farm Cultural Park, questa volta, stanno delineando il futuro del centro culturale attraverso un’azione sperimentale all’interno di Palazzo Miccichè, un palazzo nobiliare di fine Ottocento che ha la necessità di essere curato.

È nato così Human Forest, un progetto realizzato nell’ambito del SI ARCH FEST ‘South Italy Architecture Festival’ nel quale stanno collaborando professionisti visionari e creativi tra cui il nisseno Michele Cannavò.

Il progetto è curato Farm Cultural Park, vincitore del bando ‘Festival dell’Architettura’ promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

“L’approccio al recupero del palazzo è frutto di un processo caratterizzato dal lavoro transdisciplinare che coinvolge un ampio gruppo di esperti e professionisti, architetti, paesaggisti, agronomi, botanici, artisti, giornalisti, psicologi, sociologi e psichiatri” hanno spiegato i curatori dello studio di architettura catanese Analogique con Laps Architecture.

La domanda, provocatoria ma fattibile, è la seguente: “Può un edificio essere inteso come supporto abiotico per la creazione di habitat nei quali si innescano nuove relazioni tra Uomo e Natura?”.

Per il team che sta lavorando la risposta è chiara e certa: “Assolutamente sì”.

Il progetto è stato inaugurato lo scorso 5 settembre e il risultato è già affascinante. Nel palazzo è possibile girare tra ambienti e spazi ibridi che ricreano ecosistemi architettonici complessi.

Il tentativo mira alla “parchificazione” dell’edificio, inteso non più solo come un insieme di elementi architettonici, bensì come un vero e proprio supporto per la realizzazione di ambienti vivi e dinamici, che evolvono nel tempo grazie all’interazione tra uomini, animali e vegetali.

Il team transdisciplinare è composto da Michele Cannavó, Pierpaolo Zampieri, Lorenzo Nofroni, Alice Piciocchi, Luca Lagash, Marianna Guernieri, Manlio Speciale, Dario Panzica, Morgana Orsetta Ghini e Blueklein. Partner del progetto sono Piante Faro, RadicePura, Velux e SiMuA Palermo.

“Abbiamo strutturato un insieme di luoghi che ne evocano altri reali o immaginari – hanno proseguito -. Un artificio che sposta l’attenzione sul ruolo civico degli uomini, i nuovi cittadini-giardinieri, che prendendosi cura dell’immediato intorno stabiliscono un nuovo modo di abitare il pianeta.

Il primo atto della nuova narrazione inizia dall’ingresso al palazzo, l’ambiente, inaugurato durante il festival, contiene una vera e propria foresta, la prima cellula di una human forest, uno spazio di decompressione dalla frenetica routine della città contemporanea, un ambiente d’ispirazione per entrare in sintonia con il mondo che ci circonda.

Il futuro riserva molte atre azioni volte a innestare la vita vegetale in ogni ambiente del palazzo per edificare un manifesto rivolto a tutti quei luoghi abbandonati, non finiti, dimenticati che popolano l’Italia”.

Foto di Santo Eduardo Di Miceli

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