Salute

Coronavirus, più della metà dei morti europei è in Lombardia

Redazione

Coronavirus, più della metà dei morti europei è in Lombardia

Lun, 16/03/2020 - 09:27

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La metà dei morti europei in Lombardia Cifre il cui peso ricade in gran parte ancora sulla Lombardia per la quale, garantisce il premier Conte, “c’è massima attenzione”. La regione si avvia verso il tutto esaurito nei reparti di terapia intensiva degli ospedali, dove per fortuna gli ingressi giornalieri sono dimezzati, stando agli ultimi dati. Ma sembra non bastare. Per questo la Protezione Civile sta trasferendo costantemente i pazienti critici verso altre regioni, 40 dall’inizio dell’emergenza, sei solo oggi.

Per capire l’impatto del coronavirus basti sapere che in tutta Europa si calcolano circa 2mila decessi: più della metà sono avvenuti in Lombardia. L’ultimo dato parla di 252 morti in un solo giorno, una cifra mai raggiunta dall’inizio dell’emergenza, che porta a 1.218 le persone decedute nella sola Lombardia.

Verso la pace tra Borrelli e FontanaE da Borrelli e lo stesso governatore Fontana arrivano segnali distensivi dopo le accese polemiche delle ultime ore. “Sono felice che Guido Bertolaso possa dare una mano alla regione Lombardia e che possa essere di questa partita. Il mio rapporto con lui è ottimo e sarò felice di lavorare insieme a lui”, spiega il capo della Protezione Civile riferendosi alla nomina da parte della Regione dello stesso Bertolaso, in qualità di consulente.

Dal canto suo, il presidente della Lombardia chiarisce la sua volontà di “continuare a collaborare”, rilanciando l’obiettivo della creazione di un grande centro di rianimazione alla Fiera di Milano. Un’opzione che Borrelli non esclude, in attesa delle disposizioni che matureranno dal prossimo Cdm. Anche Boccia, ministro per le Autonomie, intende smorzare i veleni: “Non c’è né tempo né voglia per rincorrere polemiche o sciacalli”, spiega.

Il nodo mascherineL’unico punto di attrito, al momento, resta la distribuzione di mascherine, che per l’assessore regionale Gallera è ancora carente: “Qui ne sono state inviate 500mila, ma ne abbiamo bisogno di 300mila al giorno”, spiega aggiungendo che “forse non c’è la percezione della battaglia che stiamo vivendo qua”.

Borrelli: “Uscire solo per necessità”, oggi oltre 20mila denunceDal commissario Borrelli arriva anche un nuovo appello “per un richiamo alle regole: uscire soltanto per esigenze lavorative, cure mediche e spesa – dice -. Bisogna limitare al massimo i viaggi e le uscite fuori dalle abitazioni”.

E sul fronte dei controlli per il rispetto delle norme, si moltiplicano le infrazioni: 20.003 i denunciati per inottemperanza degli ordini dell’autorità, 493 per dichiarazione falsa a pubblici ufficiali, mentre sono 982 i titolari di esercizi commerciali denunciati. Misure rigide e controlli serrati.

Le regioni si isolanoMa alcune Regioni corrono ai ripari con altri provvedimenti sui propri territori: fino al prossimo 3 aprile, chiunque arrivi in Basilicata, dall’Italia o dall’estero, per restarvi “anche temporaneamente”, dovrà comunicare la sua presenza e stare in quarantena domiciliare per 14 giorni. In Valle d’Aosta Renzo Testolin ha emanato un’ordinanza che ne vieta l’ingresso ai non residenti e invita quelli presenti a rientrare a casa. Nel Comune di Ariano Irpino, ad Avellino, tutta la popolazione è stata messa in quarantena, dopo un’ordinanza del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, “visto l’aumento dei contagi verificato dai dati” riferiti alla stessa cittadina. Stessa cosa, nella tarda serata di domenica, per gli abitanti dei comuni di Sala Consilina, Caggiano, Polla e Atena Lucana, sempre nel Salernitano.

I governatori di Sicilia e Calabria sollecitano invece l’intervento dell’esercito per contrastare gli arrivi dal Nord Italia nell’isola. “I prefetti sono stati avvertiti – dice il presidente Musumeci – si tratta di destinare una parte dei soldati che già sono su strada ai controlli nei punti di arrivo in Sicilia”.

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