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La telefonata del vigilantes nisseno prima di togliersi la vita: “Mandatemi qualcuno, ho fatto una cazzata”

Redazione

La telefonata del vigilantes nisseno prima di togliersi la vita: “Mandatemi qualcuno, ho fatto una cazzata”

Mer, 20/11/2019 - 19:26

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Prima di togliersi la vita con un colpo di pistola alla testa, ha chiamato la sua agenzia: “Mandatemi qualcuno, ho fatto una cazzata!”. Un testimone ha raccontato che queste sono state le ultime parole di Flavio La Manna, il vigilante ventiseienne originario di Mazzarino in provincia di Caltanissetta  che la scorsa notte si e’ sparato dopo aver travolto e ucciso il 65enne Aristide Dentice all’incrocio tra piazza Emilia e corso XXII marzo, a Milano. L’incidente e’ avvenuto attorno alle 4. Secondo la ricostruzione della polizia locale la guardia giurata e’ passata col rosso finendo per investire l’uomo in sella a uno scooter. L’impatto e’ stato terribile. La Manna, che era alla guida dell’auto di servizio, si e’ subito fermato per prestare soccorso al 65enne ma quando si e’ accorto che era immobile sull’asfalto e non c’era nulla da fare. Allora e’ andato nel panico: un testimone ascoltato dai carabinieri ha detto di non aver assistito allo scontro, di essersi girato solo dopo il rumore dello schianto e di aver seguito l’intera scena. La Manna e’ tornato all’auto, ha chiamato al cellulare l’istituto di vigilanza privata per cui lavorava, la Axitea, urlando al centralinista di mandare subito soccorsi. Un attimo dopo ha preso la Glock d’ordinanza dalla fondina, ha “scarrellato” e si e’ sparato alla testa. Il bossolo e’ finito tra i binari. Quando i carabinieri del Radiomobile sono arrivati il ragazzo respirava ancora. I paramedici del 118 hanno provato a rianimarlo ma alle 5.10 il cuore ha smesso di battere. La Manna e’ descritto dai suoi colleghi come un giovane preciso e appassionato del proprio lavoro. Tra i primi post che compaiono sul suo profilo Facebook c’e’ un lungo testo dedicato proprio alla categoria: “Non siamo poliziotti, eppure lavoriamo spesso nelle stesse postazioni dove lavorano le forze dell’ordine. Non siamo militari, eppure siamo tenuti a portare una divisa ed osservarne con diligenza la cura. Non siamo personale di Stato, eppure siamo tenuti a prestare un giuramento dinanzi lo Stato. Non siamo Pubblici Ufficiali, eppure siamo tenuti a far rispettare la legge, oltre che osservarla. Non possiamo arrestare ne’ identificare nessun soggetto, eppure siamo tenuti a prevenire e reprimere atti criminali. Siamo la categoria professionale meno pagata d’Europa, a noi viene chiesto di garantire l’ordine e la sicurezza completamente, talvolta di rischiare la vita e perderla, per 1.080 euro al mese”.

di Salvatore Garzillo – Ansa

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