Salute

Rassegna Stampa. Montante resta ai domiciliari, la Cassazione: “Condizioni incompatibli con il carcere”

Redazione

Rassegna Stampa. Montante resta ai domiciliari, la Cassazione: “Condizioni incompatibli con il carcere”

Ven, 06/09/2019 - 15:04

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CALTANISSETTA – Depositate le motivazioni con le quali, la Corte di Cassazione, ha rigettato il ricorso della Procura contro la concessione degli arresti domiciliari all’imprenditore Antonello Montante,
56 anni, di Serradifalco, già condannato a 14 anni di reclusione con l’accusa di aver capeggiato una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati, tra
cui diversi episodi corruttivi. Era stato il Tribunale del Riesame a concedere, nel giugno scorso, i domiciliari a Montante con il braccialetto elettronico, in considerazione dell’ag-
gravamento delle condizioni psicologiche dell’indagato e dell’attenuarsi del pericolo di inquinamento probatorio, dopo il ricorso presentato dagli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto.
La Procura aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza del Riesame, denunciando «il vizio della motivazione per illogicità e contraddittorietà, poiché, pur essendo stata accertata la compatibilità delle condizioni di salute con il regime carcerario». Inoltre, per la Procura, i sanitari «avevano confermato l’adeguatezza delle cure offerte presso gli istituti di detenzione» e «la condizione psicologica risulta incompatibile con le iniziative processuali sviluppate dall’indagato che ha chiesto la remissione del processo ad altra sede giudiziaria». Per i pm, come affermato dal collegio peritale, si tratta di «un disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso derivante dallo stato di detenzione, come usualmente accade in almeno il 70% delle persone che fanno ingresso per la prima
volta in carcere». Ma per i giudici della Cassazione (presidente Paolo, relatore Maria Sa-
bina Vigna), il ricorso della Procura «è infondato e non sussiste il vizio di illogicità» nella motivazione del provvedimento del Riesame che ha ammesso Montante ai domiciliari,
«perché le sue condizioni di salute erano peggiorate in carcere tanto da necessitare di ricoveri e trasferimenti in centri più attrezzati». E non è nemmeno illogica, per la Suprema
Corte, la motivazione del Tribunale di Caltanissetta per l’affievolimento delle esigenze cautelari che possono essere tutelate anche con la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Per la Cassazione sono pure «insufficienti a travolgere l’apparato
motivazionale le critiche concernenti le esigenze probatorie, sia perché non prendono in esame l’ostacolo costituito dalle rigide restrizioni alla possibilità di comunicare con terzi che sono state imposte a Montante». Oltre agli avv. Taormina e Panepinto, anche il pg della Cassazione, Elisabetta Cesqui, aveva chiesto il rigetto del ricorso della Procura.

Alessandro Anzalone – La Sicilia.it

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