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Bruxelles. Il Fatto Europeo, intervista all’eurodeputato Ignazio Corrao (M5s): “L’Europa deve cambiare marcia”

Redazione

Bruxelles. Il Fatto Europeo, intervista all’eurodeputato Ignazio Corrao (M5s): “L’Europa deve cambiare marcia”

Ven, 08/03/2019 - 23:42

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BRUXELLES – “L’Europa non è andata nella direzione giusta. Si è tanto parlato di europeismo ma le politiche europee hanno favorito i grandi gruppi, il risultato è stato la disaffezione dei cittadini nei confronti di questa istituzione. L’Europa deve cambiare marcia e direzione quanto più velocemente possibile, altrimenti è destinata a fallire ma noi non possiamo permetterci di fare fallire un’unione che di fatto ci rende competitiva nel mondo“. Lucido, pragmatico, pertinente, l’eurodeputato M5s Ignazio Corrao, 35 anni nato a Roma ma che ha vissuto tra Alcamo e Palermo, traccia un bilancio della sua proficua attività parlamentare ma anche della direzione che deve intraprendere la “nuova” Europa, quella che uscirà dalle urne tra il 23 e il 26 maggio, quando circa 400 milioni di europei eleggeranno i loro rappresentanti a Strasburgo. Il Fatto Nisseno in versione europea ha incontrato a Bruxelles Corrao. L’eurodeputato ha sottolineato: “Noi ci abbiamo provato a far cambiare rotta a questa Europa ma eravamo in minoranza. Teniamo conto che la Sicilia è una regione di importanza strategica fondamentale; purtroppo la nostra regione da chi si è fatta rappresentare fino ad adesso nei tavoli nazionali ed europei? Persone che basavano la loro politica su affari clientelari, non era la Sicilia al centro di un’azione politica complessa. Non nascondiamo il rammarico di non essere riusciti a governare l’isola con Giancarlo Cancelleri, considerando che la programmazione dei fondi europei (miliardi di euro) passa dal governo e non dall’assemblea regionale. Importante è adesso l’azione del governo nazionale che incide profondamente: la Sicilia necessita di molti interventi. Non possiamo non citare per il Nisseno, una viabilità vergognosa:le infrastrutture sono una priorità assoluta e stiamo lavorando, alcuni sono già ripartiti, per riattivare tutti i cantieri“.

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Pubblicato da Il Fatto Nisseno su Venerdì 8 marzo 2019

Ignazio Corrao ha poi illustrato i dati della sua attività.

Fondi Europei anzitutto…

Facendo una cernita dei moltissimi fondi europei che la regione potrebbe utilizzare ce ne sono due in particolare che sono stati al centro della mia battaglia: il FSUE e il FEG. Si tratta di fondi europei messi a disposizione degli Stati Membri in caso di situazioni straordinarie o emergenziali.

Il Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea (FSUE), disciplinato dal REG(UE)661/2014, all’articolo 2 recita: “….il Fondo può essere mobilitato qualora si producano serie ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini, sull’ambiente naturale o sull’economia di una o più regioni di tale Stato ammissibile a seguito del verificarsi di una catastrofe naturale grave o regionale sul territorio dello stesso Stato….”

Il Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione (FEG), disciplinato dal REG(UE)1309/2013, all’articolo 2 recita: “….contributi finanziari a valere sul FEG a favore di azioni indirizzate a…. lavoratori collocati in esubero e dei lavoratori autonomi la cui attività sia cessata in conseguenza di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, dimostrate in particolare da un sostanziale aumento delle importazioni nell’Unione, da un cambiamento radicale del commercio di beni e servizi nell’Unione, da un rapido declino della quota di mercato dell’Unione in un determinato settore o da una delocalizzazione di attività verso paesi terzi, a condizione che tali esuberi abbiano un impatto negativo di rilievo sull’economia locale, regionale o nazionale….;

Partendo dai danni provocati dagli eventi meteorologici straordinari che si sono abbattuti sulla Sicilia, non si riesce a comprendere cosa abbia aspettato in questi anni la classe politica regionale a chiedere l’intervento dell’Europa per il rispristino delle infrastrutture di comunicazione, degli ospedali e degli edifici pubblici danneggiati, oltre che del già pietoso stato delle fognature dei comuni siciliani.

Richiedere e utilizzare il FSUE presuppone una rapida capacità di inventario dei danni, di progettazione degli interventi necessari, l’impiego dei fondi, il pagamento e la certificazione della spesa ai sensi del regolamento che disciplina il fondo.

Nonostante le molteplici gravi crisi occupazionali siciliane, la mobilitazione del FEG non è stata mai richiesta.

Nell’elenco delle crisi occupazionali siciliane più rilevanti hanno un posto d’onore Termini Imerese – Fiat e indotto, Gela – Raffineria Eni e indotto e Palermo – Almaviva Call center, solo per fare qualche esempio.

Il FEG serve per garantire, nel primo periodo, il sostegno al reddito per i lavoratori diretti e indiretti che hanno perso il lavoro e un periodo di formazione e assistenza per il reinserimento nel lavoro. Naturalmente tutti gli interventi finanziati dal FEG devono essere programmati ed eseguiti con competenza e onestà. D’altronde stiamo parlando della vita di migliaia di lavoratori e delle rispettive famiglie. Avete mai sentito parlare di FEG da parte di politici, sindacalisti, imprenditori?

Allevatori-brucellosi:

Occorre finalizzare le soluzioni a favore degli allevatori.

Dopo la nostra interrogazione alla Commissione UE e la risposta della Commissione, abbiamo:

  • chiesto ufficialmente all’assessore regionale Razza di fornire i dati dei fondi UE usati per l’eradicazione (non ha mai risposto)
  • elaborato un dossier di richieste di modifica dell’Ordinanza Ministeriale del 28 maggio 2015 fortemente svantaggioso nei confronti delle aziende zootecniche allo stato brado in Sicilia, che è stato direttamente recapitato al Dirigente generale del Ministero della Salute (risposta ricevuta e tavolo tecnico in procinto di essere convocato a giorni)
  • collaborazione con gli Unione allevatori Sicilia, per arrivare ad una soluzione definitiva.

Settore latte ovino:

Premio PAC più alto e solo per Sardegna e Sicilia. Lo stiamo proponendo in Commissione Agricoltura alla Camera. Lo abbiamo studiato insieme a Confagricoltura. La nostra soluzione prevede di aumentare il sostegno accoppiato PAC al settore ovicaprino e destinarlo solo ai produttori sardi e siciliani. Il sostegno accoppiato della PAC viene concesso esclusivamente a quei settori che rivestono particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali e si trovano in difficoltà. Ho chiesto al Ministro Centinaio di rivedere il meccanismo di assegnazione delle risorse “accoppiate” per la zootecnia, aumentando il budget per il settore ovicaprino e destinandolo esclusivamente alle isole Sicilia e Sardegna”.

“La produzione di latte ovicaprino rappresenta un settore insostituibile nelle isole e nelle aree interne e la concorrenza del latte dalla Romania e da altri paesi europei è diventata devastante. In questi anni la Sicilia è stata messa da parte sempre, in qualsiasi scelta strategica nel settore agricolo. Mi fa male sapere che, per esempio, i produttori olivicoli siciliani siano stati esclusi dall’aiuto accoppiato nell’olivicoltura, di cui hanno beneficiato Liguria, Puglia e Calabria. Adesso è il momento di intervenire e fare sentire la nostra voce, troppo spesso inascoltata”.

Premio PAC per ogni ovino. Occorre un premio compensativo da concedere per ogni capo ovino allevato, per dare respiro ai produttori e permettere loro di sopravvivere anche sotto gli effetti della concorrenza dei paesi dell’est.

Indagine e accesso agli atti dogane su import latte

Predisposto un accesso agli atti delle dogane per chiarire finalmente quanto latte arriva in Sicilia e da dove, sia dai Paesi UE che extra UE. L’ingresso di latte dai paesi dell’est Europa, per esempio, sta rovinando i nostri pastori. Gli allevatori rumeni

Lotta alle frodi

-Oltre alla pressione dei prezzi bassissimi, in Sicilia arriva cagliata straniera contrabbandata come locale. Occorre un piano di tracciabilità, di controlli e di trasparenza.

– la concorrenza sleale va fermata. Occorrono più controlli sui prodotti caseari che invadono il mercato siciliano, spesso contraffatti o prodotti con latte e semi lavorati che provengo da paesi dell’Unione dove il costo di produzione è più basso questo dovuto a (Manodopera e materie prime a basso costo, prodotti spacciati per formaggi fatti con latte siciliano,

Transumanze più facili anche per settore ovino

Occorre ridurre l’aggravio di restrizioni per facilitare le transumanze, che agevolerebbe gli allevatori in termini di costo di produzione del latte e della carne. I pastori ne ricaverebbero un vantaggio in termini di produzioni visto che sfruttando i pascoli, comprano meno foraggi e mangimi, i quali incidono per il 60% sul costo di produzione di un litro di latte. In questo modo diventano più concorrenziali

Olio tunisino

Un intervento in plenaria con la bottiglia di olio casareccio siciliano e fatte due interrogazioni, a cui sono seguite due risposte su “pressione dell’olio d’oliva tunisino in Sicilia in piena campagna olearia e durante la formazione del prezzo” e “Olio extravergine biologico tunisino senza dazio in Sicilia”

Sono emerse due priorità da portare a termine:

1) Chiedere la clausola di salvaguardia. Per la Commissione non è possibile attivare la clausola di salvaguardia prevista nell’accordo euromediterraneo perché nel caso dell’olio tunisino le importazioni non “provochino o minaccino di provocare pregiudizio grave ai produttori nazionali, gravi problemi in qualsiasi settore dell’economia o difficoltà” o un “grave deterioramento della situazione economica di una regione”. Insieme a Coldiretti stiamo raccogliendo i dati della crisi del settore in Sicilia (fatturato, riduzione vendite, effetti della concorrenza sleale, ecc…) per dimostrare i danni provocati e proporremo la richiesta di attivazione della clausola per il comparto siciliano, facendo molto rumore.

2) Infrangere il segreto doganale. Per la Commissione UE il segreto doganale (da dove arriva, e dove è diretto il prodotto proveniente dall’estero) è legittimo. “La normativa doganale dell’UE non conferisce ai consumatori il diritto di conoscere l’elenco degli importatori nell’Unione europea. Le possibilità per i consumatori di disporre di tali informazioni sono disciplinate dal pertinente diritto nazionale, il quale deve tuttavia tenere conto dell’obbligo di tutelare le informazioni riservate, conferito dal codice alle autorità doganali”. Occorre proporre, insieme ad Antonio Lombardo a livello nazionale, una norma che renda trasparente per il cittadino il flusso doganale in virtù del superiore diritto del consumatore di conoscere la lista degli importatori di prodotti dall’estero.

Lavori in corso:

– analisi dei dati arrivati dalla dogana sulle importazioni di olio in Sicilia nel 2018 nei porti siciliani

– elaborazione di una proposta di un pacchetto di tutela dei prodotti locali dalle importazioni sleali.

Monopolio Senatore Cappelli e Valorizzazione dei Grani antichi

Dopo la nostra interrogazione alla Commissione UE abbiamo depositato presso l’Autorità garante antitrust due note con le quali denunciamo il presunto monopolio del senatore cappelli da parte della società SIS. L’antitrust ha aperto un’istruttoria sulla base della nostra segnalazione. Abbiamo comunicato il 28 novembre la nostra seconda segnalazione, siamo gli unici ad occuparcene e occorre seguire l’iter presso l’antitrust. Parallelamente anche a Roma attraverso Antonio Lombardo si è presentata un’interrogazione sul tema.

Comparto della pesca in forte flessione e caporalato del mare (interrogazione)

Secondo un’indagine dell’USB di Catania, solamente in Sicilia, dal 2000 ad oggi, il numero di pescherecci è calato da 4 500 a circa 2 700; delle 22 barche industriali dedicate alla pesca e al trattamento del tonno rosso ne sono rimaste solo 3; i lavoratori coinvolti nella filiera ittica siciliana oggi sono 30 000, ben 18 000 in meno in 10 anni.

È essenziale che alla riduzione della flotta europea non corrisponda un aumento insostenibile delle flotte nordafricane, perché uno scenario di questo tipo renderebbe vano lo sforzo per migliorare lo stato di sfruttamento degli stock e i finanziamenti del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Da valutazioni del Fondo europeo per la pesca (SFEP) e del suo predecessore SFOP (Strumento finanziario di orientamento della pesca) risulta che la cessazione permanente è spesso utilizzata non da quei pescherecci che esercitano la pressione maggiore sugli stock, ma da quelli con le peggiori prospettive finanziarie, fatto questo che limita l’efficacia della misura.

Oltre alla diminuzione del pescato del 40%, si è osservato l’imposizione di nuove tariffe dalla malavita organizzata e la diffusione del caporalato del mare.

Alcune proposte per salvare la granicoltura in Sicilia

Da anni ormai il settore cerealicolo siciliano è in ginocchio. I produttori disperati non riescono più a fronteggiare la concorrenza scorretta delle multinazionali del grano.

In tutti questi anni l’Europa ha permesso di fare entrare grano-immondizia ricolmo di glifosato e micotossine senza alcun controllo, distruggendo l’economia cerealicola siciliana. Non possiamo illuderci di competere con le grandi multinazionali in una guerra impari, proprietarie di grandi appezzamenti da migliaia di ettari contro i nostri piccoli appezzamenti, di massimo 100 ettari. Mitra e cannoni contro freccette. E’ chiaro che la competizione è a perdere.

In Sicilia arrivano a tonnellate di grano straniero di scarsa qualità, che poi finiscono nelle nostre tavole.

Le proposte sono frutto di un periodo di incontri e confronto con operatori del settore, produttori di grani antichi e istanze dei territori delle aree interne. L’idea è quella di creare un primo documento che accolga ulteriore proposte da promuovere presso il Ministero dell’Agricoltura e rappresentare degnamente il comparto.

1) Combattere l’invasione

  • Il grande piano di rafforzamento deve coinvolgere Ministero, dogane, nuclei operativi della forestale, Regione, ispettorato centrale della repressione frodi e ispettori fitosanitari.
  • Lotta al gliphosate e micotossine
  • Avviare controlli nei mulini che importano grano estero

2) Valorizzare il nostro grano di qualità

  • dichiarare lo stato di crisi di mercato
  • origine dell’ingrediente primario in etichetta
  • Rivedere la legge sementiera permettendo agli agricoltori di recuperare varietà desuete

Agrumi e Ritiri dal mercato OCM

Abbiamo cercato di rafforzare la rappresentanza nelle istituzioni europee il comparto agrumicolo siciliano, attraverso interrogazioni e interventi in plenaria, in particolare attraverso due azioni abbiamo lavorato per:

– una proposta di un grande piano di ritiri dal mercato parallelo ai fondi OCM. A questo proposito abbiamo ricevuto risposta all’interrogazione nella quale chiedevamo un parere sulla proposta spagnola di usare fondi nazionali per il ritiro delle arance e dei mandarini dal mercato per sostenere il settore, rafforzando lo strumento OCM già in uso attraverso le OP. Il prossimo passo è quello di proporre la stessa cosa per il comparto siciliano e potrebbe rappresentare una svolta.

– Insieme al consorzio delle Arance Rosse di Sicilia stiamo predisponendo un pacchetto di proposte normative, alcune delle quali sono state sottoposte ad una riunione all’inizio di novembre presso il Ministero.

Direttiva sulle pratiche sleali commerciali nella filiera alimentare

Al Parlamento europeo si è approvata la Direttiva che vieterà le pratiche sleali commerciali nella filiera alimentare.

In commissione DEVE si sono votati in particolare gli emendamenti volti a migliorare il testo ed identificare, e quindi vietare, con precisione le pratiche sleali più odiose e irrispettose per il lavoro di migliaia di agricoltori.

La pratica sleale commerciale nei confronti dell’agricoltore o del piccolo produttore alimentare da parte della GDO o di buyers senza scrupoli si manifesta in varie forme.

Personalmente, con l’aiuto prezioso del mio collega Zullo, titolare in commissione AGRI, stiamo portando avanti la battaglia per l’identificazione di una delle pratiche più sleali e dannose per la nostra economia agroalimentare.

La famigerata “asta on line a doppio ribasso, o inversa”.

Ne avrete sentito parlare negli ultimi tempi, famose sono le indagini e le campagne #ASTEnetevi ; #Sfruttati o le denuncia di associazioni come “NOCAP” o “In Migrazione”.

Ecco sia nel testo presentato dalla Commissione e ne negli emendamenti, non se ne faceva menzione.

Abbiamo rimediato subito! In commissione DEVE abbiamo portato a casa la votazione di due emendamenti i quali hanno permesso di indentificare l’asta online a doppio ribasso, o inversa, come pratica sleale commerciale e di promuovere e prevedere l’autorità di contrasto delle pratiche commerciali non solo nei paesi europei, ma anche nei paesi extraUE con cui l’Europa ha rapporto commerciali.

Il primo emendamento a protezione dei nostri produttori dalla pratica sleale dell’asta online a doppio ribasso non regolamentata (come succede in Francia con la Legge Jacob 2005).

Con il secondo emendamento aiutiamo a migliorare le condizioni degli sfruttati nei settori del cacao, caffè, delle banane, dei pomodori, delle arance e del grano in Europa, nei paesi poveri e nei paesi in via di sviluppo. Nello stesso tempo proteggeremo i nostri produttori e prodotti dalle importazioni a basso costo e acquistati con pratiche sleali.

Gli emendamenti presentati sono stati approvati e hanno rappresentato la posizione finale del Parlamento europeo. In sede di trilogo con il Consiglio e la Commissione la posizione del Parlamento, rappresentata da Paolo De castro è stata ridimensionata sotto la pressione della lobby della GDO. In ogni caso il parlamento italiano potrà recepire la direttiva ricalcando la posizione del PE.

Lo strano caso della fibra ottica finanziata due volte in Sicilia

Ci sono due finanziamenti che sembrerebbero sovrapporsi, quello del PSR (2014) e quello del MISE (2017), che insistono sugli stessi comuni. C’è il dubbio di un doppio finanziamento, di spreco di denaro pubblico e truffa.

La fibra ottica, pagata con i fondi pubblici del PSR nel 2014, non si sa come sia divenuta di concessione esclusiva di TIM TELECOM, a cui gli operatori devono versare un “pedaggio”. Occorre chiarire questo aspetto.

Inquinamento Piana di Gela

Allibito del fatto che la Commissione non sapesse nulla di quanto sta succedendo a Gela. Da anni nel territorio gelese c’è un problema pesantissimo di inquinamento del suolo e del sottosuolo causato dallo smaltimento illecito di rifiuti industriali anche all’interno dei siti di Natura 2000.

Per questo ho portato all’attenzione della Commissione UE la probabile violazione di ben 4 direttive nel territorio della Piana di Gela, sull’inquinamento delle falde acquifere e delle aree marine costiere, sulla conservazione degli habitat naturali e sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. A tal proposito abbiamo quasi ultimato un report da consegnare alla Commissione in cui vengo evidenziate tutte le criticità e le probabili violazioni.

Inquinamento Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa

Una decina di interrogazioni per rappresentare e far arrivare alla Commissione europea il grido di allarme e di aiuto che arriva da questi territori.

Dal caso del polverino dell’Ilva di Taranto smaltito illegalmente in Sicilia, al problema dell’inquinamento industriale nell’area interessata.

In una recente interrogazione si è portato a conoscenza della Commissione lo studio del CNR sulla presenza di metalli pesanti nel sangue dei cittadini di Augusta e Priolo e nella catena alimentare.

Contaminazione da microplastica cibo venduto da ambulanti a Catania

Grazie all’inchiesta sulla qualità del cibo venduto dagli ambulanti abusivi nel territorio di Catania del giornalista Luca Ciliberti, abbiamo provveduto a depositare interrogazione alla Commissione europea. Siamo in attesa di risposta.

Segnalazione presso ANAC relativamente al mancato risparmio nell’acquisto di dispositivi medici per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete in Sicilia.

La Sicilia ha speso solo nel 2016 circa 47,2 milioni di euro per i dispositivi di autocontrollo e autogestione (che comprendono strisce controllo glicemia, aghi penna, lancette pungidito e siringhe da insulina), approvvigionandosi attraverso un accordo convenzionale con le farmacie. La cosa sbalorditiva è che, secondo le stime ANAC, la Sicilia avrebbe potuto dimezzare la spesa, con un risparmio di 22 milioni di euro annui, pari al 47% della spesa totale. Un risparmio possibile se solo la Sicilia avesse indetto un avviso pubblico garantendo la concorrenza e si fosse allineata con i prezzi pagati in altre regioni, come l’Abruzzo per esempio”.

Indicazione geografica (IG) dei prodotti non agricoli UE

È inconcepibile la battuta d’arresto da parte della Commissione Ue nel riconoscere e proteggere i prodotti artigianali non agricoli di alto valore.

L’opportunità di una certificazione IG è soprattutto italiana, ma anche di altri Stati europei ad alta vocazione artigianale.

In Italia i prodotti di eccellenza non mancano e probabilmente potrebbe essere la nazione europea con il maggior numero di prodotti IG non agricoli.

In Francia, in alcuni settori come il tessile, le società raggiungono fino al 25% di aumento della domanda internazionale grazie alla protezione delle indicazioni geografiche non agricole. Una legislazione efficace a livello UE potrebbe incentivare la conservazione dei posti di lavoro nel luogo di origine.

La Sicilia è una delle regioni italiane con una maggiore varietà di produzione artigianale tipica di qualità che ancora oggi è fiore all’occhiello dell’economia siciliana. Nei prodotti tipici di questa regione si cela una storia lunga secoli, custode del patrimonio culturale e storico della civiltà greca, di quella araba e della civiltà normanna e della fantasiosa creatività dei siciliani.

A Caltagirone, in provincia di Catania, sono molto rinomate le ceramiche, così come a Santo Stefano di Camastra in provincia di Messina

Nelle zone vicino all’Etna, in particolare a Giarre, in provincia di Catania, è diffusa ancora oggi la lavorazione della pietra lavica e in tutta la Sicilia è tipica la lavorazione del corallo.

La tecnica del mosaico fa parte della grande tradizione artistica ancora presente in Sicilia e visibile nel bellissimo Duomo normanno di Monreale.

In Sicilia è anche presente la lavorazione del giunco e delle fibre naturali come quella del papiro per la realizzazione di pergamene. Un tempo venivano prodotti solamente esclusivamente “cavagne” e “fasceddi”, cesti utilizzati per “formare” ricotta e altri formaggi, adesso la produzione si è di gran lunga arricchita. Il ferro battuto e l’intarsio ligneo…

Potenziamento Ufficio di Bruxelles della Regione siciliana

L’impegno su questo tema è totale. Siamo stati sempre propositivi fin dal primo giorno, abbiamo sempre denunciato lo spreco di denaro, non dovuto a furberie, ma al poco utilizzo delle opportunità rappresentate dall’Ufficio.

Le proposte che ci piacerebbe portare avanti sono:

  • Condivisione degli spazi dell’Ufficio per progettisti e ricercatori delle università siciliane per partecipare ai bandi dei fondi diretti dell’UE. Naturalmente tramite bandi trasparenti ed evitando forzature passate.
  • Informazione e supporto per la partecipazione ai bandi FESR,FES,PSR… per evitare le numerose truffe ai danni dei cittadini da parte di società ed europrogettisti fantasma. Ci mettiamo a disposizione per formare qui a Bruxelles un tavolo per lavorare sulle possibilità dalla L.R. 25/93 sulla possibilità di svolgere un servizio a pagamento e quindi autofinanziare l’Ufficio tramite un servizio utilissimo.
  • Inviti scuole medie siciliane, tramite un bando trasparente per dare la possibilità ai ragazzi di toccare con mano l’istituzione europea, ma anche per evadere e coordinare con la Regione siciliana le centinaia di richieste che arrivano dal territorio.
  • Sponsorizzazione dei nuovi percorsi turistici siciliani, le famose vie Francigene
  • Co-organizzazione di eventi per la promozione dei prodotti alimentari e non della regione siciliana tra MEP e Ufficio di Bruxelles.

Relazioni in quanto relatore

In seno alla commissione parlamentare competente viene nominato un relatore incaricato di elaborare un progetto di relazione su proposte legislative o di bilancio o su altre questioni.

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta al riciclaggio di denaro mediante il diritto penale

Secondo le stime ogni anno vengono generati 110 miliardi di EUR attraverso attività illecite all’interno dell’UE (1% del prodotto interno lordi dell’UE). I proventi delle attività criminose e del riciclaggio di denaro possono essere anche utilizzati per finanziare le attività terroristiche. Un quadro giuridico rafforzato dell’UE fornisce alle autorità competenti strumenti migliori e contribuirebbe a ridurre la minaccia delle organizzazioni terroristiche e criminali rendendo più difficile il finanziamento delle loro attività.

La commissione ha approvato la penalizzazione dell’autoriciclaggio e ha posto una maggiore enfasi sull’evasione, la frode e l’elusione fiscali, nonché sulla necessità di migliorare lo scambio di dati e la cooperazione all’interno dell’Unione, intensificando la cooperazione con i paesi terzi e con gli organismi internazionali. Il Parlamento nel suo insieme ha approvato il mandato negoziale a gennaio 2018.

L’accordo definitivo, raggiunto dai colegislatori nel maggio 2018, fissa una pena detentiva massima non inferiore a quattro anni per le attività di riciclaggio di denaro; circostanze aggravanti in caso di collegamenti con organizzazioni criminali o se il reato è commesso nell’esercizio di determinate attività professionali; ulteriori sanzioni quali ammende, esclusione dall’accesso ai finanziamenti pubblici o divieto temporaneo di candidarsi a cariche elettive o di svolgere incarichi pubblici, nonché la responsabilità dei soggetti giuridici e le relative sanzioni.

– Relazione sulla responsabilità delle imprese per gravi violazioni dei diritti umani nei paesi terzi

– Relazione sul Fondo fiduciario dell’UE per l’Africa: le implicazioni per lo sviluppo e gli aiuti umanitari

Studi richiesti ed effettuati in PE

  • The Impact of Ethical Certification Schemes Founded by the EU on Reducing Child Labour: Increasing Awareness, Transparency and Traceability for Responsible Value Chains in the Coffee, Cocoa and Tea Sectors”, as a useful tool for the possible activity of the new Committee on value chains/garment/corporate social responsibility.
  • The situation of indigenous children with disabilities
  • Access to legal remedies for victims of corporate human rights abuses in third countries

Varie

Richiesta proposte per la Continuità territoriale con l’obiettivo di attivarla nel 2019.

Questione comuni/frazioni fantasma senza reti fognarie e/o depuratori non individuati nell’infrazione UE. Comuni e frazioni esclusi da finanziamenti ed impossibilitati di mettersi in regola con la normativa ambientale e sanitaria.

dati aggiornati al 01/03/2019 ** report ed pareri assegnati con il Metodo D’HONT

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