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Il suterese Nonò fa rivivere al Mandorlo in fiore la leggenda di Fillide e Acamante

Carmelo Barba

Il suterese Nonò fa rivivere al Mandorlo in fiore la leggenda di Fillide e Acamante

Gio, 01/03/2018 - 07:35

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SUTERA – Sarà il noto cantastorie Nonò Salamone con la propria esibizione al Palacultura di Agrigento, a dare il via alle 20.30 allo Spettacolo di apertura del Mandorlo in fiore (ingresso libero ma dietro prenotazione).  Il cantastorie tornerà ad esibirsi il 4 e il 10 Marzo presso il Laboratorio Palacongressi, e l’11 al Tempio della Concordia. Con lui ci saranno i musicisti: Domenico Pontillo, Salvatore Sciacca e Mario Vasile.  “Per l’occasione -ci ha detto il cantastorie, voluto a tale manifestazione dal direttore dell’Ente Parco di Agrigento- ho scritto sia l’inno del Mandorlo del fiore che la storia d’amore di Fillide e Acatamente, personaggi mitologici all’origine della nascita dell’albero di mandorlo. Entrambi saranno presentati in anteprima assoluta a questa edizione del Mandorlo in fiore. E ho dovuto riprendere in mano i libri di mitologia. Secondo la leggenda infatti il mandorlo nacque da un amore mai consumato, in piena sintonia con le tragedie greche di cui le meravigliose vestigia dei nostri templi, sono piena testimonianza. Acamante era un eroe greco, figlio di Fedra e Teseo. Mentre si trovava in viaggio verso Troia, sostò in Tracia, dove conobbe la principessa Fillide. Fu amore a prima vista, ma Acamante dovette combattere ella guerra di Troia e la principessa  attese l’innamorato per dieci anni, ma quando seppe che Troia era caduta, pensò che l’amato fosse morto e si lasciò morire di dolore. La dea Atena, impietosita, però, tramutò Fillide in un mandorlo e quando ad Acamante giunse la notizia, corse ad abbracciare l’albero/Fillide che ricambiò quell’abbraccio facendo spuntare sui rami piccoli fiori bianchi.  Da qui la fioritura primaverile, ovvero il mandorlo in fiore, suggella l’amore eterno dei due giovani.”   Non conosce sosta insomma l’attività di cantastorie per questo maturo artista dalla voce potente con cui intona le sue ballate. Lo scorso anno ad esempio,  si esibì all’Open di Reggio Calabria e  insieme ad altri artisti ha dato vita all’Unione Cantastorie che mira a riunire i cantastorie dell’Italia del su. Dotato di voce profonda e potente, con testo di Ignazio Buttitta, da lui musicato e inciso, è stato protagonista delle manifestazioni dedicate al Primo Maggio.  Anche il noto musicista Roy Paci  con cui Salamone si è esibito, di lui ha detto: “Nonò è l’ultimo vero e puro cantastorie. Spero di poter imparare almeno un decimo della sua grandissima potenza. ”.   Imbracciando la sua chitarra e utilizzando soltanto la propria voce, Nonò Salamone ha sempre cantato le pulsioni della Sicilia più autentica, quella impastata di terra e sangue, passione e sentimento. E lo ha fatto anche in posti dove la Storia ha mietuto tante vittime innocenti, come a Portella della Ginestra, piazzandosi direttamente sulla stessa pietra dove Nicola Barbato, presidente dei Fasci, arringava le masse dei lavoratori.    “Ho girato l’Europa e sono di casa anche in Sudamerica –ricorda a Salomone-  dove ho cantato per i nostri emigranti, che appunto perché lontani dalle loro radici vivono con  profonda emozione i miei spettacoli”.   Non molti anni addietro infatti girò in tournee diversi Paesi, quali Cile, Brasile, Argentina e Paraguay. (ROBERTO MISTRETTA)

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